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"Le cinque variazioni" di Lars von Trier & Jørgen Leth

29 agosto 2003 Recensioni 0 Commenti
Le cinque variazioni

Esse & Bi, 2 Gennaio 2004 – Geniale

Un viaggio investigativo nel mondo del documentario attraverso i manifesti cinematografici scritti dai due registi: Lars von Trier e Jørgen Leth. Jørgen Leth rivisita e ricrea, nel vero senso della parola, uno dei suoi primi film, Det perfekte menneske del 1967, un documento della vita in Danimarca…


Ci sono poche cose di cui Lars von Trier si ritiene esperto, Jørgen Leth è una di queste. Sa più cose lui di questo importante documentarista danese che Leth stesso. Non a caso, Leth è l’uomo che ha diretto il film che avrebbe voluto dirigere von Trier.

Claus Nissen in Le cinque variazioniEra il 1967 quando Jørgen Leth girò un corto di 12 minuti in bianco e nero intitolato Det perfekte menneske, in cui un bravissimo Claus Nissen si offre come cavia per gli esperimenti antropologici di Leth. Von Trier ama quel film alla follia, tanto da averlo visto più di venti volte; tanto da volerla far pagare a Leth per averlo diretto lui. Nel 2000, von Trier sfida Leth a realizzare un remake di quel film seguendo delle rigide regole: deve girare a Cuba, dove Leth non è mai stato; non può usare inquadrature più lunghe di mezzo secondo; non deve usare set ricostruiti e soprattutto non deve porre domande: deve dare solo delle risposte. Leth accetta la sfida e la vince. Von Trier allora gli getta una sfida ancora più grande, e poi un’altra e un’altra ancora, fino a quella definitiva: firmare un film che non ha realizzato lui. Lo realizza von Trier, che corona così, in modo quantomeno machiavellico, il suo sogno: dirigere Det perfekte menneske.

I registi Jørgen Leth e Lars von Trier in una scena di Le cinque variazioniLe cinque variazioni può essere definito una “terapia psicanalitica filmica”. Lo scopo non è solo quello di rivoltare contro Leth le regole che si è autoimposto nel corso di tutta la sua carriera cinematografica, è soprattutto quello di liberare von Trier dalla sua ossessione per quel piccolo corto di quasi quarant’anni fa. Difficile dire se a livello psichico il progetto abbia avuto successo, ma parrebbe di sì; certo è che questa terapia è cinematograficamente riuscitissima. Il film è divertente e interessante, brioso e per nulla banale; dimostra come un vero maestro, qualcuno che davvero sa usare il mezzo cinematografico, non abbia alcuna difficoltà ad adattarsi a qualsiasi situazione, portando comunque a casa un buon film. Si potrebbe persino dire che Le cinque variazioni è il perfetto coronamento del manifesto di Dogma, perché è in grado di far capire ai detrattori del movimento come il fatto di dover rispettare delle regole linguistiche nella realizzazione di un film non sia una costrizione ma uno stimolo ad affrontare strade cinematografiche ancora inedite. Puro genio della teoria cinematografica messo in pratica.


La locandina di Le cinque variazioniTitolo: Le cinque variazioni (De fem benspaend)
Regia: Jørgen Leth, Lars von Trier
Sceneggiatura:
Fotografia: Dan Holmberg
Interpreti: Jørgen Leth, Lars von Trier, Claus Nissen, Patrick Bauchau, Jacqueline Arenal, Daniel Hernandez Rodriguez, Alexandra Vandernoot, Majken Algren Nielsen, Vivian Rosa, Marie Dejaer, Pascal Perez, Merschell Perez
Nazionalità: Danimarca, 2003
Durata: 1h. 30′


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