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"Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re" di Peter Jackson

24 gennaio 2004 Recensioni 10 Commenti
Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re

Medusa, 22 Gennaio 2004 – Magistrale

La guerra è iniziata: l’Oscuro Signore Sauron vuole porre fine all’Era degli uomini ancor prima che l’erede di Isildur, Aragorn, possa divenire Re. A tal fine un esercito di orchi viene messo in marcia verso la capitale uomina con l’ordine di distruggere tutto ciò che si oppone al suo cammino…


Andy SerkisSi conclude dopo sei anni di lavorazione la trilogia dedicata al Signore degli Anelli. E Peter Jackson firma quello che è probabilmente il suo capolavoro, dirigendo con una maestria acquisita in quattro anni d’attività (quelli necessari a realizzare i precedenti due capitoli), che sfocia qui in una delle più straordinarie e perfette rappresentazioni di un mondo mitologico. Jackson ha creato un crescendo d’emozioni che non si smorzano mai lungo tutto il film.

Viggo Mortensen e Ian McKellenAssolutamente straordinario l’arrivo di Gandalf a Minas Tirith o l’accensione dei fuochi di segnalazione che svettano sulle più alte cime delle montagne, oltre le nuvole, perfetta metafora della fratellanza umana nel momento del bisogno; la preparazione alla guerra dell’esercito di Sauron nella Torre Nera e, naturalmente, la battaglia dei cavalieri di Rohan capeggiati da Re Theoden che falciano, letteralmente, l’armata degli orchi. Ma la cosa che più sorprende è che, nonostante le tre ore e venti di durata, si senta a tratti la necessità da parte di alcune scene di un maggior e più ampio respiro, perché a volte si ha la sensazione che il film corra troppo e che alcuni tra i protagonisti compiano un percorso evolutivo di cui viene mostrato allo spettatore solo lo stato iniziale e quello finale, suscitando qualche dubbio. Per il resto Jackson si districa magistralmente nei meandri di una storia che mescola alla perfezione strepitose ed epiche battaglie con i più profondi sentimenti umani d’amore, odio, fratellanza e solidarietà.

Elijah Wood e Sean AstinLa sceneggiatura, firmata dallo stesso regista con la moglie Fran Walsh e con Philippa Boynes, tocca a tratti livelli d’altissimo cinema e con richiami ad un’atmosfera teatrale degni delle migliori trasposizioni scespiriane (il sacrificio di Faramir ad opera del padre che si cosparge d’olio per essere bruciato vivo assieme al figlio è assolutamente strepitoso!). Tuttavia i fedelissimi seguaci del libro di Tolkien avranno di che lamentarsi, dato che moltissime sequenze mancano del tutto o intraprendono una strada completamente diversa: se però ad esempio non si sente la mancanza di un nuovo scontro tra Gandalf e Saruman, cosa che nel libro invece c’è ma che nel film avrebbe distolto troppo l’attenzione e spodestato la sovranità del vero protagonista cattivo (Sauron), non si riesce proprio a comprendere perché una storia di tale potenza e coinvolgimento emotivo possa sfociare in una molteplicità quasi infinita di finali tanto da toccare, aimè, il ridicolo involontario di alcune scene.
Hugo Weaving e Liv TylerInfatti, nonostante tutti i tagli, il regista sembra aver voluto tenere con tenacia una parte finale di quasi venti minuti per mostrare i destini dei vari componenti della compagnia, senza però riuscire a celare completamente il vero scopo di alcune scene, del tutto autocelebrative, in cui i protagonisti entrano in una stanza ad uno ad uno, come per ricevere un applauso finale quando ancora ci sono quindici minuti buoni di film! A dimostrazione di ciò, il fatto che manchi il finale con Saruman che vaga per i boschi della Contea e quello tra Gimli e Legolas.
Qualche incongruenza di sceneggiatura, ma molte delle scelte fatte risultano azzeccate: la cantata di Pipino mentre Faramir va verso una morte certa (anche se lo sciagurato doppiaggio italiano ha completamente rovinato la scena), o il bacio in fronte di Frodo a Sam come addio; e altre meno: mostrare Aragorn che canta alla sua incoronazione (bastava la sua voce off).

Ian McKellenGli interpreti sono tutti eccellenti: se Sean Astin ha avuto un’evoluzione sorprendente (la sua interpretazione è migliorata a vista d’occhio da film a film), convince meno proprio il protagonista Mortensen, penalizzato forse dalla mancanza di alcune scene che affinino il suo personaggio. Sorprendente invece l’interpretazione di John Noble nel ruolo di Denethor, perfetto nella sua ascesa alla pazzia, e assolutamente grandioso (come sempre) McKellen che meriterebbe l’Oscar solo per il primo piano del suo viso straziato dal dolore e con gli occhi ricolmi di lacrime, mentre immagina di aver perso Sam e Frodo. Tutti gli altri, a cominciare da Wood, se la cavano egregiamente, anche se una menzione speciale va fatta per Mirando Otto, col dubbio però che sia il suo personaggio di eroina a destare risalto più che la sua interpretazione. Niente di speciale invece ha da offrire Liv Tyler, un po’ insipida nel ruolo di Arwen e Serkis per la prima volta con la sua faccia, interpreta Smeagol nel prologo iniziale.

Miranda OttoNon vivono di rendita gli effetti speciali, curati dalla Weta, assolutamente sorprendenti che, pur mostrando un progresso (basta confrontare il primo piano di Gollum ad inizio film, con quelli del secondo), non si discostano dai toni dei precedenti due episodi: ma le miniature sono assolutamente perfette, vedi Minas Tirith, e gli effetti sonori veramente strepitosi, come quelli della colonna d’energia scaturita dalla Torre Nera.
Orlando Bloom e Viggo MortensenPerfetta anche la fotografia di Andrei Lesnie, che se aveva destato qualche sospetto nel secondo film, qui non ci fa accorgere della distinzione tra miniature e realtà, e riesce a riprendere i personaggi alla perfezione nel contesto in cui si trovano. Meravigliosa come sempre la colonna sonora di Howard Shore, uno dei pilastri portanti del film, più liricheggiante che mai e capace di missare perfettamente tutti i temi d’accompagnamento principali dei vari popoli e con un nuovo motivo, quello degli uomini, assolutamente eroico e trionfale.


Titolo: Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re (Lord of the Rings: The Return of the King)
Regia: Peter Jackson
Sceneggiatura: Fran Walsh, Philippa Boyens, Peter Jackson
Fotografia: Andrew Lesnie
Interpreti: Viggo Mortensen, Andy Serkis, Elijah Wood, Ian McKellen, Sean Astin, Orlando Bloom, John Rhys-Davies, Billy Boyd, Dominic Monaghan, Miranda Otto, Hugo Weaving
Nazionalità: USA – Nuova Zelanda, 2003
Durata: 3h. 20′


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Attualmente ci sono 10 commenti a questo articolo:

  1. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Sicuramente il più magistrale dell’intera trilogia.
    Realizzato in maniera eccellente.
    Non mancano proprio i colpi di scena in un crescendo di tensione che culmina in un’epica battaglia sotto le mura di Mordor, fino all’atto finale nel Monte Fato.
    Tre ore e venti spettacolari.
    Un film che si rivede volentieri e che bisogna aspettare milioni di anni prima che venga dimenticato per sempre.
    è uno di quei film che restano nel cuore.

  2. El Duderino ha detto:

    Io resto sempre d’accordo con Randall in Clerks 2…

  3. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Pochi mesi ignoravo degli esordi splatter di Jackson. Alberto, credi che siano interessanti come film horror.

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Braindead (“Splatter – Gli schizzacervelli) è un capolavoro dell’horror demenziale. Bad Taste e Meet the Feebles sono divertenti ma non straordinari.

  5. Riccardo ha detto:

    Qui davvero jackson si è superato, ha convinto con il primo, ha acceso la miccia nel secondo e ha fatto boom con il terzo.
    Sapevamo che jackson aveva talento fin dall’inizio, ma qui ha davvero dato il meglio di sè.

  6. Umberto ha detto:

    Un film veramente spettacolare che concede momenti assolutamente grandiosi (la battaglia di minas tirith a parer mio è addirittura di egual bellezza all’assalto degli elicotteri in Apocalypse Now) a quelli più scespiriani (il sacrifico di Faramir come cita l’autore) fino a piccoli tocchi di horror. Inutile dire che è la saga del nuovo secolo, un capolavoro imbattibile che ha ridato linfa ad un genere e che forse ne rappresenta il canto del cigno. Da vedere possibilmente nell’edizione director’s cut.

  7. Marco ha detto:

    Assolutamente d’accordo con la recensione.
    Mi piacque moltissimo quando lo vidi al cinema e rivedendolo adesso ho colto tratti dove l’emozione sale copiosa dove prima, essendo troppo piccolo, non coglievo.

    “C’è sempre speranza”.

  8. Marco ha detto:

    D’accordo con Albe riguardo i primi demenziali film di Jackson. “Splatters” mi fece una buonissima impressione ma devo rivederlo, “Bad Taste” e “Meet The Feebles” ben fatti e abbastanza divertenti ma il secondo vince nettamente sul primo a parer mio, anche solo per l’originalità e l’intelligenza del plot.

  9. Riccardo ha detto:

    Bad Taste è una chicca trash assoluta e uno dei miei film preferiti. E’ girato a livello quasi amatoriale, ma già si intravedono le doti di Peter Jackson che poi verranno portate al massimo fulgore in quel capolavoro che è appunto la Trilogia dell’Anello.
    Sarei curioso di sapere il giudizio di Alberto sulla trilogia in questione

  10. Alberto Cassani ha detto:

    Intendi i primi film di Jackson? Bad Taste mi ha divertito ma non entusiasmato, così come i Feebles, che ha comunque la genialata dei pupazzi. Splatter invece l’ho trovato eccezionale sia come regia che come trovate di sceneggiatura. Tra l’altro lo vidi al Dylan Dog Horror Fest e di certo l’ambiente contribuì all’impressione favorevole.

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