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Ballata dell'odio e dell'amore di Álex de la Iglesia

7 novembre 2012 Recensioni 14 Commenti
Ballata dell'odio e dell'amore

Lucky Red, 8 Novembre 2012 – Geniale

Figlio di un clown perseguitato dal regime franchista, Javier diventa pagliaccio triste, quello che prende le botte e non fa ridere. S’innamora della bella trapezista che però ha una storia col violentissimo pagliaccio principale. La passione porterà i due uomini a gesti drammatici…


Carlos Areces in Ballata dell'odio e dell'amoreAlex De la Iglesia è uno sporco geniaccio spagnolo che da quando ha cominciato a fare film ha sondato l’anima oscura, mortifera, sanguinaria del genere umano e delle sue passioni, perdendo con gli anni il tocco trash e cialtrone e guadagnando in compattezza e raffinatezza registica. Con Ballata dell’odio e dell’amore, in concorso alla Mostra di Venezia 2010, raggiunge forse l’apice della sua carriera.

Antonio de la Torre in Ballata dell'odio e dell'amoreUn melodramma circense che recupera archetipi classici come Il gobbo di Notre Dame o Freaks ma che diventa, nella sceneggiatura dello stesso de la Iglesia, una grottesca tragedia metaforica e disperata. Il film, infatti, racconta un mondo di emarginati e “alieni”, che vivono solo per il godimento della gente ma che non riescono a comprendere e vivere la propria dimensione emotiva, tanto da diventare mostri, bestie sanguinare che distruggono tutto e tutti, specie se stessi. De la Iglesia usa questa umanità come controcanto di una nazione moralmente e politicamente devastata, che sta cominciando a fare i conti con se stessa (siamo alla metà dei ’70, alla fine del regime di Franco) prima di tornare a respirare.

Carolina Bang in Ballata dell'odio e dell'amoreIl regista mescola le carte in modo furioso, parte con l’azione violenta del war movie, ripiega sul grottesco estremo per poi approdare sempre più forte nel dramma romantico; il tutto condito da stilizzazioni, eccessi, sesso e violenze estreme. Ma la dimensione più intima della sceneggiatura di Ballata dell’odio e dell’amore (ancora una volta notevole, specie nell’utilizzo classico del trapezio) è quella della fiaba e della parabola con un finale che va da Cristo a King Kong che lascia esterrefatti, a riprova dell’ormai evidente maturità e completezza registica di De la Iglesia: che ci mette tanto, tutto, troppo e in toni esasperati. E può infastidire, ma sa creare uno spettacolo macabro e magniloquente, stilizzato e sontuoso, che colpisce lo spettatore continuamente: non ultimo con la bellezza esagerata di Carolina Bang, perfetto angelo tentatore contro i demoni Antonio de la Torre e Carlos Areces.


La locandina spagnola di Ballata dell'odio e dell'amoreTitolo: Ballata dell’odio e dell’amore (Balada triste de trompeta)
Regia: Álex de la Iglesia
Sceneggiatura: Álex de la Iglesia
Fotografia: Kiko de la Rica
Interpreti: Carlos Areces, Antonio de la Torre, Carolina Bang, Santiago Segura, Fernando Guillén Cuervo, Sancho Gracia, Fran Perea, Joxean Bengoetxea, Terele Pávez, Javier Botet
Nazionalità: Spagna – Francia, 2010
Durata: 1h. 47′


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Attualmente ci sono 14 commenti a questo articolo:

  1. KEVIN ha detto:

    come fai a recensirlo se non è ancora uscito Scusa EMANUELE Rauco rispiondi

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Kevin, il film l’abbiamo visto al Festival di Venezia l’anno scorso. C’è anche scritto nel primo paragrafo della recensione.

  3. Michele ha detto:

    Finalmente potremo vederlo al cinema in Novembre! Con “solo” 2 anni e mezzo di ritardo! Grazie Italia!

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Be’, però va detto che qui c’è stata quasi una causa di forza maggiore: il film era stato comprato dalla Mikado, che però ha praticamente chiuso e quindi i diritti sono rimasti bloccati per un bel pezzo.

  5. Michele ha detto:

    Ah…questa non la sapevo. Mi sento leggermente meno affranto.

  6. Mirko ha detto:

    Per quanto non sia proprio un amante del genere splatter e delle sue esagerazioni, questo film mi aveva colpito come pochi. Perché in effetti di esagerazioni se ne concede non molte e comunque non sono mai davvero così autocompiaciute, come mi è capitato di vedere in altri film del genere. Invece il lato poetico della violenza e della passione che la scatena vengono affrontati con un tocco talmente raffinato, da lasciare esterrefatti. E a me personalmente ha fatto anche dimenticare di essere davanti un film di genere azione-horror. C’è poi il personaggio del pagliaccio violento che è costruito in una maniera incredibile, uno dei pochi personaggi che mi ha davvero messo a disagio ed anche paura! Un gran bel film.

  7. Alberto Cassani ha detto:

    Diciamo che se non ci fosse stata una regista che è andata a letto col presidente di giuria, avrebbe probabilmente vinto il Leone d’Oro.

  8. Mirko ha detto:

    Eheh! Ma dai, Albe! Quello era il passato! Ora sono solo due ex! A meno che lei non abbia davvero lasciato un gran bel ricordo a quel presidente di giuria! xD

  9. Alberto Cassani ha detto:

    Ma io non ho mica scritto che sono andati a letto insieme durante il Festival… Ma mi sembra abbastanza plausibile pensare che lei fosse l’unica regista in concorso a conoscere intimamente il presidente di giuria.

  10. Mirko ha detto:

    No, l’avevo capito, anche se, non avendolo specificato, poteva anche sembrare che lo stessi insinuando… xD (stiamo camminando sul filo della diffamazione ahaha). Comunque, anche solo per aver avuto tanto coraggio, Sofia meritava ben più di un Leone d’Oro ahahah

  11. Alberto Cassani ha detto:

    In effetti è una cosa di cui si è parlato molto coi colleghi, a Venezia: non capiamo come Sofia Coppola potesse resistere allo stile di vita di Tarantino. A meno che all’epoca Tarantino non fosse più tranquillo e morigerato, ma ne dubito.

  12. Marco ha detto:

    Bella recensione che mi trova d’accordo su tutto. Non se ne vedono molti di film così in giro, su di me ha lasciato un segno.
    Non si scorderà facilmente.

  13. Marco ha detto:

    Albe un tuo parere su “Le Streghe Son Tornate”?

    Io l’ho trovato in linea con lo stile del regista, un bella black-comedy con azzeccate contaminazioni di pulp, splatter, horror ed erotismo. Un’originale visione del regista sul rapporto uomo-donna.
    Peccato il finale troppo lungo e fin troppo demenziale con scene che stonano un pò con quello visto precedentemente.
    Bel connubio attoriale con dialoghi divertenti e ben scritti.

  14. Alberto Cassani ha detto:

    No, non l’ho ancora visto.

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