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"La doppia ora" di Giuseppe Capotondi

10 settembre 2009 Recensioni 1 Commento
La doppia ora

Medusa, 9 Ottobre 2009 – Irregolare

Un ex poliziotto e una cameriera d’albergo si incontrano ad una serata di speed dating. Quando lui la invita a visitare la ricca villa di campagna della quale è guardiano, una banda di rapinatori li sequestra e svaligia la casa. Lui rimane ucciso e lei resta ferita e traumatizzata…


Ksenia Rappoport e Filippo Timi in La doppia oraIl miglior film italiano in concorso al Festival di Venezia 2009 arriva dalla direzione più inaspettata. L’esordiente Giuseppe Capotondi si lascia infatti alle spalle la sua carriera di regista di videoclip e dirige con mano sicura e bello stile un film affascinante e tutto sommato intrigante, che prova ad allontanarsi dalle corde del cinema italiano più tipico ma lo fa in modo un po’ rozzo e non del tutto giustificato da ciò che vuole raccontare. Sarà interessante vedere come il pubblico di casa nostra  risponderà al modo in cui il soggetto è sviluppato dai tre giovani sceneggiatori, ma non ci sarà da sorprendersi se si dimostrerà disinteressato e rifiuterà il film. Un successo economico della pellicola sarebbe comunque un segnale incoraggiante per gli autori che vogliono cercare strade poco battute dal cinema di casa nostra.

Filippo Timi in La doppia oraKsenia Rappoport e Filippo Timi si confermano tra i migliori attori del nostro cinema, meritevoli entrambi di una Coppa Volpi a Venezia e di premi anche più importanti nei prossimi mesi. Ma non sono solo loro che reggono il film, perché in realtà la confezione tecnica è eccellente sotto ogni aspetto – con lode al montaggio di Guido Notari e al sonoro di Silvia Moraes. Come detto, Capotondi gestisce al meglio il materiale che si ritrova tra le mani dimostrando ottime capacità registiche e idee chiare su come ottenere l’effetto che cerca, ed è facile prevedere per lui un futuro luminoso, non necessariamente limitato alle produzioni nostrane.

Ksenia Rappoport in La doppia oraIl problema della Doppia ora è la parte centrale, quando la sceneggiatura cambia totalmente tono e il dramma sentimentale narratoci fino a quel momento si trasforma quasi in un thriller prima di tirare le fila del discorso e arrivare alla soluzione più prevedibile. L’espediente è in effetti giustificato da ciò che gli autori vogliono raccontarci, dall’effetto che vogliono ottenere, ma il modo brusco in cui si sovrappone alla storia e la sua sostanziale inutilità rispetto alle possibilità che un film lineare avrebbe comunque concesso non rendono certo la pellicola migliore di come avrebbe potuto essere. Anzi, rischia di farla sembrare un semplice esercizio di sceneggiatura.


La locandina di La doppia oraTitolo: La doppia ora
Regia: Giuseppe Capotondi
Sceneggiatura: Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo
Fotografia: Tat Radcliffe
Interpreti: Ksenia Rappoport, Filippo Timi, Antonio Truppo, Gaetano Bruno, Fausto Russo Alesi, Michele Di Mauro, Lorenzo Gioielli, Lidia Vitale, Lucia Poli, Giorgio Colangeli
Nazionalità: Italia, 2009
Durata: 1h. 35′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Anonimo ha detto:

    Niente è come sembra e nessuno è ciò che appare.Questo gioco intriga lo spettatore per la prima metà del film, in cui continua a chiedersi se sta vedendo un fim d’amore, un film di attualità sociale, un noir, un thriller, un film del mistero o dell’orrore.Ma poi lo spettatore si stanca, vuol sapere cosa sta vedendo,quale genere di film ,e gli sembra che per mantenere questa ambiguità gli sceneggiatori “barino”. La tensione della prima parte si allenta proprio col complicarsi delle azioni.Gli attori sono bravi .Il finale lascia la sensazione che volevano divertirsi alle nostre spalle.

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