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Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino

16 settembre 2009 Recensioni 71 Commenti
Bastardi senza gloria

Universal, 2 Ottobre 2009 – Sorprendente

Un gruppo di soldati statunitensi di religione ebraica compiono atti di vendetta particolarmente efferati nei confronti dei soldati nazisti, arrivando anche a prendere lo scalpo dei nemici. Per questo si guadagnano il soprannome de “I Bastardi”, ma anche l’incarico di uccidere Goebbels…


Eli Roth e Brad Pitt in Bastardi senza gloriaChe mattacchione Quentin Tarantino. Prima di Cannes tutti avrebbero spergiurato, basandosi sul materiale a propria disposizione (locandine con Pitt incarognito, Eli Hostel Roth che rotea il coltellaccio, notizie di set grandguignoleschi), che l’ultima fatica del regista de Le iene e Pulp Fiction, sarebbe stata un’unica, interminabile e violentissima caccia al nazista, con smembramenti, uccisioni e pile e pile di cadaveri in uniforme accatastati a profusione.

Diane Kruger in Bastardi senza gloriaInvece Bastardi senza gloria è quanto di più lontano si possa immaginare da questo apocalittico scenario.  Anzi, è un film che guarda, se possibile, più al teatro che al cinema, che cesella finemente personaggi  indimenticabili e si poggia su un quartetto di scene madri che, oltre ad occupare fisicamente quasi metà della durata complessiva della pellicola, costituiscono il fiore all’occhiello della cinematografia di Tarantino. Certo, la presentazione dei Bastardi guidati da Pitt, sornione quanto basta, sembra ricalcare in pieno i topoi classici della produzione tarantiniana, ma stavolta c’è di più. La lunghissima sequenza della taverna, durante la quale convergono due gruppi distinti di persone – gli statunitensi sotto copertura e i soldati nazisti che fanno bisboccia per festeggiare un loro commilitone da poco diventato padre – è un meccanismo ad orologeria, un quadro che lentamente ma inesorabilmente si completa, un mix di tensione e pathos come non se ne vedevano da tempo.

Mélanie Laurent in Bastardi senza gloriaPurtroppo anche questa volta Tarantino casca nell’errore di cedere alla verbosità e ad alcune lungaggini forse evitabili, ma l’attenzione maniacale ai dettagli, siano essi elementi di scena, gesti dei personaggi o semplici parole, dimostra quanto ogni fotogramma sia volto a comporre un puzzle di matrice hitchkockiana.

Christoph Waltz in Bastardi senza gloriaStrepitoso il cast: tutti promossi con lode, anche se la fragile tenacia di Mélanie Laurent e il caparbio cinismo di Christhoph Waltz (da noi quasi sconosciuto ma che ha strameritato il premio come miglior attore al Festival di Cannes) rimangono bene impressi nella memoria. Tarantino gioca con i camei degli amici, i colori, la musica, la parola (si passa senza soluzione di continuità dall’inglese, al francese, al tedesco e persino all’italiano, e fa paura pensare a cosa potrebbe diventare il film in fase di doppiaggio) e ovviamente con se stesso e la propria arte, ambientando in un cinema la scena più importante del film.

Ironico quando serve, Bastardi senza gloria dimostra la crescita di un regista nato tra le videocassette ed oggi diventato colto, sofisticato e capace di mescolare stili e ritmi narrativi diversi. Da vedere, possibilmente in lingua (o, meglio, nelle lingue) originale.


La locandina statunitense di Bastardi senza gloriaTitolo: Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds)
Regia: Quentin Tarantino
Sceneggiatura: Quentin Tarantino
Fotografia: Robert Richardson
Interpreti: Brad Pitt, Mélanie Laurent, Eli Roth, Christoph Waltz, Michael Fassbender, Diane Kruger, Daniel Brühl, Til Schweiger, Mike Myers, Julie Dreyfus, Bo Svenson, Enzo G. Castellari, Maggie Cheung, Samuel L. Jackson, Cloris Leachman
Nazionalità: USA – Germania, 2009
Durata: 2h. 32′


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Attualmente ci sono 71 commenti a questo articolo:

  1. Fabrizio ha detto:

    Quindi siamo davvero di fronte ad un cambio di marcia da parte di Tarantino? Finalmente un film diverso ed interessante?

  2. Tommaso Tocci ha detto:

    Sì, ne sono rimasto molto stupito anche io, che di Tarantino ero stufo. Concordo in pieno con la recensione, naturalmente tenetevi alla larga dalla versione doppiata.

  3. mrfusion ha detto:

    Andro’ contro corrente, ma sto film e’ una palla micidiale, nel primo tempo.

  4. Giorgio ha detto:

    (nn leggete se nn avete visto il film)

    beh, il film non è male, di certo il migliore dai tempi di Jackie Brown (anche se non raggiunge i fasti dei primi 3 film)… Mentre Kill Bill e Death Proof erano due esercizi di stile, nemmeno troppo riusciti, e quasi totalmente vuoti nel contenuto, qui in BSG invece oltre all’involucro, la ciccia c’è… Certo, bisogna sottolineare che comunque una grande impronta manierista rimane, soprattutto nel capitolo 1, clamorosamente Leoniano, e in altre parti del film in cui c’è comunque e sempre un richiamo al B movie anni 70… Il ritmo non è poi così incalzante, anche a causa di alcuni dialoghi davvero prolissi, ma le scene, tutte scene madri, sono egregiamente girate alla maniera di Tarantino, e in alcuni casi la tensione creata diventa snervante (la scena iniziale e quella nella locanda)..

    La scena finale nel cinema la trovo PERFETTA sotto ogni punto di vista, per quanto mi riguarda è già storia del cinama.

    Attori bravissimi, soprattutto Waltz…
    Il problema principale del film è che, a parte forse proprio il personaggio di Waltz (negativissimo) e in parte quello della Laurent, di tutti gli altri, pur essendo personaggi molto accattivanti, molto tarantiniani e, potenzialmente, cult, nessuno viene approfondito a dovere… questo ovviamente crea una certa disaffezione nei confronti della storia..in realtà nel film non odiamo abbastanza i cattivi (i nazisti) e non amiamo abbastanza i “buoni” (tutti gli altri) per provare un vero e proprio trasporto nel dipanarsi della storia.

    Nota positiva è certamente l’omaggio alla settima arte, il cinema, che Tarantino fa per tutta la pellicola, dando ad una sala cinematografica e alla pellicola dei film l’onore di porre fine al nazismo e alla 2°guerra mondiale..

    comunque direi che il risultato finale, nel complesso, considerate forma e sostanza, è più che positivo.. Non certo un capolavoro come ci dice invece Tarantino negli ultimi fotogrammi, carichi di autocompiacimento e autoesaltazione

    voto 8,5 (in realtà 7,5 ma do un voto in più per la scena del cinema)

  5. Army ha detto:

    Non sono un fan di Tarantino, anzi….mal sopporto il suo “esagerare” sempre e comunque. Ma devo riconoscere che le qualità le ha e, volendo tralasciare la verbosità di alcuni dialoghi, per averne conferma basta guardare la scena del cinema verso la fine.

  6. Fabrizio ha detto:

    Che ne pensa Cassani, di questo film?

  7. Alberto Cassani ha detto:

    Non l’ho visto. Difficilmente ho voglia di spendere dei soldi per vedere un Tarantino, e visto che non sono potuto andare all’anteprima stampa aspetterò un’altra occasione per vederlo.

  8. ma come mai però non ci sono le recensioni di kill bill?
    i due film di tarantino davvero belli e spassosi

  9. Alberto Cassani ha detto:

    Le recensioni di Kill Bill le avevamo scritte quando i due film sono usciti, ma quando abbiamo rifatto il sito quest’estate ho deciso di toglierle perché non mi convincevano per niente. Come tanti altri film, magari le scriveremo quando ci capiterà di rivedere il film, ma per adesso preferisco non avere nessuna recensione piuttosto che una brutta recensione.

  10. davide ha detto:

    Giorgio ha centrato il discorso

    Tarantino onora il cinema e i suoi cieli ascendenti…Ma sbaglia,a differenza di Reservoir Dogs,PF,JB e Kill Bill,a non presentarci i personaggi…Tutto accade in un lasso di tempo abbastanza breve così da non poter vedere altro che dei grandi incipit nelle scene chiave senza appunto regalarci l’emozione di impersonificarci in alcuni ruoli.

    Colonna sonora come sempre ineccepibile.

    2 o 3 scene da manuale…Apertura,locanda,L’orgoglio di una Nazione.

  11. nax ha detto:

    Devo dire che il buon Cassani parlando di Tarantino mostra tutta l’amarezza di un padre cosciente di avere un genio tra le mani ma incapace di indirizzarlo ,io penso che Tarantino sia l’unico vero cineasta capace di trasmettere attraverso un inquadratura l’essenza della realta’ ,Kubrik era maniacale ,Tarantino e’ superficiale nella sua genialita’.Questo film fa capire anzitutto che se la storia c’e ,non occorre un parterre di grandi nomi bensi’ di grandi interpreti ,ma poi la visione spazio tempo di questo film e’ impareggiabile non ne hai mai abbastanza ,le scene sono cariche di vita ,sangue, ossa ,questa e’ la vita , questo e’ il nuovo cinema paradiso.

  12. Alberto Cassani ha detto:

    Direi che Nax ha più o meno centrato la situazione. Tarantino ha un talento immenso, ma spesso non sopporto il modo in cui lo mette in pratica. Ad esempio con A prova di morte mi sono fatto due maroni così nella prima parte, poi cambia completamente film e diventa una cosa straordinaria, e allora mi sono incazzato come una bestia perché quella è la dimostrazione che avrebbe potuto fare un capolavoro e invece non l’ha voluto fare perché ha preferito fare il cialtrone. Che è un po’ quello che viene fuori se paragoniamo la precisione della sceneggiatura de Le iene con quasi tutti i film successivi: là succedevano le cose perché serviva che succedessero, in seguito succedono perché piacciono a Tarantino. E secondo me non è una bella cosa.

  13. Mario ha detto:

    Anch’io mi sono rotto con tutti qusti splatter, pseudo B-movie, etc… secondo me è una questione di maturità da parte di Tarantino. Spero che Inglorious Basterds sia il punto di svolta.

  14. max ha detto:

    C’e’ una precisazione da fare,” Prova di Morte”,Tarantino non lo voleva fare ,cioe’ e’ stato incentivato da Rodriguez si e’ sforzato farcendolo entrare in un contesto non tipicamente tarantiniano ,inoltre non si puo’ non notare il basso budget del film ,la voglia di sperimentare ,l’omaggio ad un genere non facile da riportare agli sfarzi come gli “slasher” diciamo che ci ha provato ed e’ stato bocciato.

  15. Alberto Cassani ha detto:

    Sì, ma ho usato A prova di morte come esempio dei problemi del suo cinema. Avrei potuto prendere Pulp FIction o Kill Bill, ma lì la cosa è ancora più evidente, sembra fatto apposta.

  16. Fabrizio ha detto:

    Secondo me, invece, di “A prova di morte”, lungaggini a parte, è bella solo prima parte… fino alla sequenza dell’incidente (mostruosa). Il resto è trascurabile e la seconda sequenza in strada non mi è piaciuta per niente: lunga all’inverosimile.

    Come film nel suo insieme, nonostante tutto, “Pulp Fiction” è molto meglio di “Death Proof”. A “Pulp Ficiton” riconosco vari difetti ma anche una progettualità d’insieme comunque pregevole. Non so cosa ne pensi Cassani a riguardo…

  17. Alberto Cassani ha detto:

    Chiaro che Pulp Fiction e Jackie Brown hanno dietro un lavoro di scrittura notevole, che i film successivi non hanno. E’ che son sempre pieni di tante belle cosette che alla fine dei conti non servono a niente, sia dal punto di vista delle singole scene che da quello propriamente della costruzione filmico/narrativa. Tarantino è un po’ un Balotelli: un talento immenso che però trova sempre modo di non arrivare al suo meglio perché pensa solo a divertirsi.

  18. max ha detto:

    Credo che molto dipenda dalla sua visione del mondo,farcita da un bel po’ di erba e wiski

  19. Fabrizio ha detto:

    In conclusione, Alberto: come definiresti Pulp Fiction?
    Gran parte del mondo del cinema (ad esempio Roger Ebert) lo acclama come uno dei massimi capolavori degli anni ’90. Tu che diresti? A che livello siamo?

  20. Mario ha detto:

    “Tarantino è un po’ un Balotelli”

    Appunto, è questione di maturità…e di non capitare all’Inter!

  21. Edoardo ha detto:

    Io devo essere obiettivo…Tarantino è un genio,ama giocare con il suo pubblico,quello che si è abituato alla sua visione del cinema.
    Bastardi Senza Gloria è un capolavoro,un mix di situazioni e dialoghi geniali.
    I dialoghi lunghi 20 minuti a me non hanno annoiato e stranamente i sottotitoli non mi hanno disturbato affatto…bisogna analizzare tutte le sue scene con un certo occhio.
    Sono tutte geniali,tutte…la scena del cinema è straordinaria,la lunga sequenza dialogica all’interno della locanda che finisce in una sparatoria assurda ma che con dei tagli geniali dura nemmeno 10 secondi…il suo “divertirsi” non mi da fastidio,come potrebbe fare per molti che vedendo un suo film si perdono nella loro mediocrità…Tarantino è superiore ed è dovere accettarlo,i due KILL BILL sono stupendi,dei prodotti d’azione che Michael Bay si sogna…A Prova di Morte è un progetto geniale,anche se su questo non riuscirei bene a spiegarmi…per quanto riguarda ciò che ha detto Alberto Cassani vorrei dire che non è affatto vero che la prima parte del film è una palla,si rifà al cinema di Russ Meyer,con quei dialoghi lunghi tra adolescenti per poi arrivare al “sodo” cioè la straordinaria sequenza dell’incidente.
    Da sicuramente fastidio come finiscono molti dei suoi film,in maniera frettolosa o a volte assurda,questa cosa dava fastidio anche a me quando vidi “Le iene”,un film che sottovalutai. Una volta rivisto capii che le immagini che aveva partorito Tarantino erano geniali,la sceneggiatura era geniale…ma vi rendete conto? Un film su una rapina senza la rapina ! E solo lui è in grado di fare cose del genere senza deludere.
    Beh che dire in definitiva,qui a parer mio nessuno ha capito davvero chi è Tarantino,un cineasta che riesce a creare immagini di impatto mostruoso anche con un budget risicatissimo. Io amo tutti i suoi film,tranne Four Rooms,sono tutti ad un livello altissimo,di sceneggiatura e di regia.
    Rimarrà sicuramente nella storia del cinema…Quentin Tarantino,che al suo secondo film ha rivoluzionato il cinema…UN GENIO.

  22. Anonimo ha detto:

    Alla faccia dell’obiettività!

  23. Sebastiano ha detto:

    A me il cinema di Tarantino piace, non tutto ma quasi. Certamente mi preoccupa il fatto che le generazioni piu’ giovani (anche tra “addetti ai lavori”) pensano che il cinema l’abbia inventato lui.

  24. Edoardo ha detto:

    Se ti riferivi a me io non penso che il cinema l’abbia inventato lui,anche perchè sarebbe una teoria assurda dato che i suoi film sono pieni di citazioni…ma penso solo che abbia inventato uno stile che nessun altro aveva mai proposto prima e così facendo ha influenzato molti altri registi e di conseguenza ha rivoluzionato il cinema.

  25. Alberto Cassani ha detto:

    Mah… Questa cosa che Tarantino ha rivoluzionato il cinema e ha fatto la storia del cinema la si sente da quando è uscito Pulp Fiction… Che abbia influenzato il cinema soprattutto della seconda parte degi anni ’90 è vero, che l’abbia davvero rivoluzionato no. Nessun regista affermato è stato influenzato dal cinema di Tarantino, nessuno si è messo a realizzare film diversi rispetto a prima a causa dei film di Tarantino. Il successo di Pulp Fiction ha portato Hollywood a cercare di realizzarne dei cloni, e molti registi esordienti a scimmiottare Tarantino, ma ormai i produttori hanno capito che non ne valeva la pena e questi tanti registucoli sono finiti a fare un altro lavoro (quando gli va bene, sono da qualche parte in Tv).Senza contare, tra l’altro, che esattamente la stessa cosa era successa pochi anni prima quando era uscito sesso, bugie e videotape di Steven Soderbergh, che ha influenzato il cinema di Hollywood fino proprio all’uscita di Pulp Fiction.
    E’ una cosa ciclica, nel mondo del cinema: i produttori inseguono un successo per cercare di replicarlo, quando invece dovrebbe cercare di crearlo anticipando gli altri. Un po’ quello che sta succedendo dopo Il Signore degli Anelli: quanti film fantasy, magari a puntate, stiamo vedendo al cinema in questi anni? E’ tutto merito di Peter Jackson, ma da qui a dire che Jackson ha rivoluzionato il cinema ce ne corre…

    Io non metto in dubbio, e mi sembra di averlo anche scritto, che Tarantino sia un regista straordinario. Ma non è un genio. Il genio è qualcuno che inventa le cose, non uno che le rimastica. Albert Einstein era un genio, non Quentin Tarantino. Per me Pulp Fiction è un film divertente e ben girato (per rispondere anche a Fabrizio), ma non ci vedo alcuna genialità. E’ sicuramente uno dei film più importanti degli anni Novanta, ma non so se è anche uno dei più belli. Personalmente continuo a trovare quella de Le iene l’unica sceneggiatura di Tarantino davvero perfetta (o quasi), le altre sono tutte piene di cosette “carine” che però sono fini a se stesse. I dialoghi di A prova di morte, ad esempio: sono ispirati a Russ Meyer, e allora? Che motivo cinematografico hanno di essere così lunghi ed esagerati? Nessuno. E il fatto di essere ispirati a Russ Meyer dovrebbe rendermeli meno noiosi? No.
    Le sceneggiature di Tarantino sono tutte così: sono troppo divertite e poco divertenti, sono troppo mirate a “chi sta al gioco”. E per carità: se lui è contento così va bene, ma non si può poi pretendere che gli altri apprezzino. E soprattutto, non si può pensare snobisticamente che chi non sta o non vuole stare al gioco abbia torto. Nessuno ha torto e nessuno ha ragione, quando si parla di gusti cinematografici.

    Ad ogni modo, Edoardo, non insultare gli altri: se tu scrivi che “molti che vedendo un suo film si perdono nella loro mediocrità” stai dicendo che tutti quelli a cui Tarantino non piace sono dei mediocri. Che potrebbe anche farli arrabbiare… e nella migliore delle ipotesi potrebbero rigirare la frittata rispondendoti che i film di Tarantino sono talmente mediocri che solo i mediocri possono amarli…

  26. Edoardo ha detto:

    Scusa Alberto,non volevo offendere,mi spiego meglio.
    Io stesso mi perdo nella mia mediocrità quando vedo un suo film,poichè scrivo sceneggiature e per quanto possa sforzarmi non arriverò mai al suo livello.
    Mi è capitato che molte persone siano venute a dirmi che ero fissato con Quentin Tarantino e che quest’ultimo era un “coglione” e non un vero regista…per cui mi è venuto da pensare che invidiassero la sua intelligenza,tutto qui. Anche perchè leggendo tutti i commenti mi sembra di aver capito che qui Tarantino piace a tutti,che nessuno nega il suo talento registico,ma c’è solo qualcuno che critica alcuni suoi film che invece a me son piaciuti davvero molto.
    Chiedo ancora scusa,
    Edoardo.

  27. Alberto Cassani ha detto:

    Nessun problema.

    Che Tarantino abbia talento penso che sia indiscutibile, ma probabilmente il modo in cui confeziona i suoi film è indigesto a molti. A prescindere dal suo personaggio pubblico, che è veramente insopportabile…

  28. max ha detto:

    “I BRAVI COPIANO ,I GENI RUBANO” Pablo Picasso.
    L’attento Cassani a forza vuole creare un caso “Tarantino”,io sgonfierei un po’ i toni ,nel senso che ,se io dico che un film italiano che mi ha folgorato e’ “Le conseguenze dell’amore” cosa sto’ dicendo ?

    1-Era da troppo tempo che in italia non si vedeva un film di questo spessore
    2-Sorrentino ha mostrato di avere buone capacita’ sia come visione scenica che come intuizione temporale.

    Ora ,certo, Sorrentino non e’ un genio pero’ la pennellata sulla tela la distingui ,e questo credo che sia il punto , il cinema nazionale e non, ha bisogno dei vari Tarantino-Sorrentino-Garrone-etc ,cioe’ di tutti quei maestri che quanto si mettono dietro una telecamera creano un opera d’arte . Tutto il resto e’ semplicemente un balletto linguistico che serve poco o niente ai cineati .
    Infine credo che la genialita’ di Tarantino stia anche nel fatto che riesce a creare un film d’autore dietro un blockbuster, questo e’ il punto , la pennellata di Tarantino la riesci sempre a distinguere e questo gli fa onore dinanzi ai milioni di fans che lo supportano .

  29. Alberto Cassani ha detto:

    No, ma quale caso Tarantino? Io ho solo risposto ai commenti che mi tiravano in causa, dicendo la mia… Non mi sembra che i toni siano accesi, no?

    Come ho scritto sopra, il talento di Tarantino è indusscutibile, semmai si può discutere del fatto che sia o meno un genio e che meriti/meriterà un posto nella storia del cinema. Che il cinema abbia bisogno di autori come Tarantino, Sorrentino, Garrone eccetera è verissimo, però non è detto che al cinema serva esattamente un Tarantino (o un Sorrentino, o un Garrone, eccetera). Cioè, serve gente che abbia talento e idee in qualche modo innovative, ma non è necessario che sia quella idea innovativa, capisci cosa intendo?

    Sul fatto che poi le nostre parole a Tarantino non servano a niente è verissimo nel caso specifico, ma non lo sarebbe nella funzione teorica della critica cinematografica. Nel senso che la critica dovrebbe sì servire a fare da tramite tra il film e il pubblico, ma anche – in alcuni casi – tra il pubblico e gli autori: una recensione fatta bene dovrebbe aiutare anche il regista a capire se le sue intenzioni sono andate a buon fine o meno, e se non l’hanno fatto perché e in che modo. Tutto in teoria, ovviamente.

  30. max ha detto:

    La domanda nasce spontanea,c’e’ un genere Kubrik? No,allora non era un genio ? Bhe devo dire che ripensando a come e’ riuscito negli anni a fronteggiare le varie trasformazioni sociali ,tanto di cappello!!!!!
    Di piu’ !!!!!! Un marziano!!!!!
    Forse in questo mi irrita Tarantino .Non riesce a far maturare la sua arte la rende eternamente giovane ,credo che questo sia un buon punto su cui riflettere. Ma puo’ darsi che sara’ il Kubrik dei nostri figli .

  31. Alberto Cassani ha detto:

    Uhm… Non credo che un genio cinematografico debba per forza creare un nuovo genere. Semmai deve saper innovare i generi portando idee nuove (appunto: non rimasticate) senza mai snaturare la propria idea di cinema. Anzi: dovrebbe, non necessariamente lavorando sui generi, portare nuove idee capaci di far fare un passo avanti al cinema, conservando la propria identità di autore e quindi non facendosi travolgere dalla sua stessa innovazione. Innovazioni che possono essere narrative (tipo Kubrick), registiche (Orson Welles) o anche tecniche (Pixar).

    La non maturità del cinema di Tarantino è effettivamente una cosa interessante, ma ho l’impressione che sia quasi una cosa voluta. O è meglio: una cosa ovvia visto il personaggio. Lui è un ragazzotto, e fa film da ragazzotto. Che possa essere l’equivalente di Kubrick per le prossime generazioni è possibile, quello che mi lascia perplesso è la certezza di molti in questo senso, fin dai tempi di Pulp Fiction. Ma immagino sia una cosa normale, per i fan…

  32. max ha detto:

    Oggi voglio sfidarti.
    Se parliamo di Arancia Meccanica ,io penso ad un capolavoro. Ma perche’?
    E’ un capolavoro anche BARRY LINDON-ODISSEA e via discorrendo , ma non stupiscono piu’ di tanto ,nella tua risposta cerco di capire il confine che passa tra la narrazione e il linguaggio del maestro ,e qui si immette quel bastardo del Tarantino il quale mi dice che il riflesso del linguaggio non e’ la narrazione bensi’ la visione . Ora il Bastardo non sa parlare, si fuma dieci canne al girno ma ha la visione del primo Kubrik ,e non cerca la narrazione perche’ e’ consapevole che una volta oltrepassato il confine non puo’ tornare indietro,e dovra’ maniacalmente centrare la narrazione ed al bastardo questo non va giu’ ,in quanto e’ un “mangia-cassette” senza la voglia di lavorare .

  33. Alberto Cassani ha detto:

    Secondo me Arancia meccanica è un capolavoro per gli stessi motivi per cui lo sono Barry Lindon e Odissea nello spazio: ha raccontato in maniera assolutamente innovativa – sia dal punto di vista narrativo sia da quello tecnico – una storia complessa e profonda, e l’ha fatto nella maniera migliore possibile. Anzi: l’ha fatto in quella che guardando il film viene da pensare fosse l’unica maniera possibile per riuscirci compiutamente. Negli Stati Uniti usano un’espressione, “State of the Art”, che penso renda bene l’idea: il massimo esempio di ciò che l’arte (in questo caso cinematografica) può fare su quel determinato soggetto.
    Poi Arancia meccanica è più sorprendente degli altri due Kubrick che citi perché ha una forza, un’energia, che gli altri due non hanno, e che non dovevano avere. Questo perché Arancia meccanica racconta un aspetto della natura umana diverso da quelli affrontati da Kubrick negli altri due film, e ad esempio 2001 deve avere tutti i simbolismi che ha per poter trattare adeguatamente il tema di fondo, ossia la natura stessa dell’uomo.

    Penso che un vero capolavoro del cinema non possa prescindere da narrazione e tecnica, che le due cose debbano andare a braccetto. Di più: un capolavoro vero e proprio penso debba raccontare qualcosa di profondo, debba trattare temi di vitale importanza – che trascendono dal genere, e dal cinema stesso. Altrimenti può essere sì un capolavoro, ma “solo” un capolavoro di genere. E’ questa, ad esempio, la differenza tra 2001 e Guerre stellari. 2001 ha mostrato a chi fa cinema cosa il cinema può fare, permettendo così al cinema stesso di evolversi come Arte; Guerre stellari ha fatto vedere come si può realizzare un bel film di fantascienza avventurosa. E’ una cosa ben diversa…

    In Tarantino il linguaggio/la tecnica è di una perfezione clamorosa (quando ha voglia), ma non sempre questa perfezione si riflette positivamente su ciò che sta effettivamente raccontando. A Tarantino non interessa la narrazione vera e propria, quanto proprio il “gesto” del raccontare; che poi le sue storie abbiano un senso che noi troviamo compiuto o meno a lui non interessa, quello che conta è che lo si stia ad ascoltare.

  34. Elisa ha detto:

    Alberto la penso come te.

  35. Fabrizio ha detto:

    Se posso dire la mia, riagganciandomi a ciò che ha detto Alberto e alle sue argomentazioni, il da te citato “Arancia Meccanica” è un film che, a differenza delle opere di Tarantino, ha sì rivoluzionato un certo tipo di cinema, ha aperto delle porte, ha precorso i tempi, ed è ancora oggi scioccante. E’ un’opera che unisce lo stile e una “visione” registica personalissima, alla salda volontà di raccontare qualcosa e all’attenzione per la narrazione. Il tutto all’ennesima potenza. Ecco perchè è un capolavoro. Ecco perchè per Kubrick si possono anche spendere parole come “genio” senza rischiare di incorrere in gaffe.

  36. Fabrizio ha detto:

    Opps, sono arrivato tardi.

  37. Sebastiano ha detto:

    No, non mi riferivo a te , Edoardo, ci mancherebbe.
    Facevo proprio un discorso in generale, che ben ha espresso Alberto.
    Certo e’ che Tarantino fa discutere, e questo si’ che e’ un bene, sul cinema.
    La prova e’ questa serie di commenti!

  38. volevo sapere io com’è four rooms film diretto da tarantino assieme a robert rodriguez?
    non lo visto e poi non ne ho mai sentito parlare di questo film…

  39. Edoardo ha detto:

    Si è diretto da Quentin Tarantino,Robert Rodriguez ed altri due registi… ma non è un granchè.

  40. Alberto Cassani ha detto:

    Tarantino, Rodriguez, Alexandre Rockwell e Allison Anders. Gli ultimi due una simile pubblicità non l’hanno mai avuta nella loro carriera, né prima né dopo.

    Ricordo che quando uscì i miei amici “tarantinati” volevano assolutamente andarlo a vedere, io mi sono rifiutato e sono andato da solo a vedere Via da Las Vegas, poi ci siamo trovati all’uscita e li ho insultati tutto il resto della serata perché hanno ammesso che il loro film era bruttissimo.

  41. Marco ha detto:

    Ulteriore passo avanti di Tarantino.
    Bella trama e dialoghi che, sinceramente, non mi sono sembrati tanto lunghi e pesanti.
    Ottime le scenografie e adattissime, come in ogni suo film, le musiche.
    La durata non si percepisce e il film fila via liscio liscio.
    Da manuale del cinema, come molti recenseri affermano, lo stupendo inizio e la magnifica fine.
    Grandissimo Brad Pitt, maturato molto con questo film.
    Meritatissima la Palma d’oro a Christoph Waltz, ottima prestazione.
    Tutte comunque le recitazioni molto buone.
    Unico difetto, se lo si vuole considerare cosi, le lungaggini del parlato tedesco.

  42. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Gli ebrei che ammazzano i nazisti. Il bello di Quentin è che trova idee addirittura al di fuori dell’immaginazione collettiva.

  43. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Da Quentin certo ci si poteva aspettare un film violento, ma che riscrivesse completamente i 5 anni del secondo conflitto mondiale è veramente inaspettato, anzi insolito per un regista come lui. Ne ha fantasia da vendere, però. è un buon regista e anche le sceneggiature non sono male.

  44. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Mi è piaciuto poi il modo con cui ha affrontato un tema cupo e complicato come la seconda guerra mondiale.

  45. Edoardo ha detto:

    Scherzi Riccardo? Le sue sceneggiature (almeno la maggior parte) son più che buone…i dialoghi son quasi sempre ottimi.

  46. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Non ho detto che scrive cattive sceneggiature. Nella gran parte dei suoi film come Le Iene, Kill bill, a prova di morte e questo sono capaci di avvincere.

  47. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Sabato ho preso in dvd il film di Tarantino e ora posso finalmente confermare ciò che dicono le recensioni:
    Un autentico kolossal d’autore.
    Tarantino ha deformato certo la storia, ma lo ha fatto anche in maniera piacevole e sanguinaria.
    ( Ma visto che oggi l’ho visto anche in versione inglese mi chiedo una cosa: Ma la voce del soldato alla radio non è quella del grande Harvey Keitel?)

  48. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Secondo me, è il bastardo di Tarantino che dovrebbe vincere l’oscar.
    Avatar non è stato esaltante come questo

  49. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Leggendo la recensione volevo segnalare una cosa: il film dura ben 15 minuti in meno di quanto è scritto, quindi 145 min non 160.

  50. Alberto Cassani ha detto:

    In realtà la durata ufficiale è 152 minuti, ma ovviamente in DVD il film dura meno. Grazie comunque della segnalazione, visto che la durata era sbagliata comunque. La cosa grave, però, è che era sbagliato anche il titolo originale, sia nei crediti che nella recensione: c’era scritto “Inglorious” invece di “Inglourious”.

  51. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Di niente.

  52. Fabrizio ha detto:

    E alla fine dico anch’io la mia: il film non mi ha convinto. Onestamente non mi trovo neppure d’accordo nel dire che questo sia una Tarantino diverso dal solito. In fondo è sempre lui. Voglio dire: al di là dell’ambientazione, questo film è poi così tanto diverso da “Pulp Fiction”? Fra l’altro, stavolta trovo completamente inutile la suddivisione in capitoli.

    Certo, ci sono delle belle cose, ad esempio il primo capitolo è davvero bello. Notevole poi la scena dell’ebrea e del tedesco in cabina di proiezione, verso la fine. Bella anche l’idea di fondere cinema e Storia a livello narrativo. Ma nell’insieme non siamo di fronte a niente di eccezionale e mi aspettavo di più nell’ultimo atto.

  53. Edoardo ha detto:

    Mah,a me ha fatto impazzire,il miglior Tarantino da Jackie Brown secondo me.

  54. Fabrizio ha detto:

    Ah beh, sì: questo è il migliore da “Jackie Brown” in avanti, ma anche qui Tarantino, pur mettendo insieme cose buone, in fondo ripete se stesso e non sempre convince.

  55. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    No fabrizio non sono d’accordo.
    Tarantino qui non si è ripetuto, anzi secondo me ha dato la prova di creare film da grande cinema non semplici blockbuster pulp.
    questo è un capolavoro e secondo me tarantino meritava l’oscar ancora di più di cameron e della sua ex moglie.

  56. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Inoltre, penso che l’oscar alla sceneggiatura lo meritasse questo più che per pulp fiction che diciamocelo è un miscuglio di tutti gli ingredienti del classico film d’azione.

  57. Edoardo ha detto:

    Si,”Bastardi Senza Gloria” è un capolavoro,”The Hurt Locker” no. Non capisco come abbiano fatto a decidere di premiare quel film indipendente (La Bigelow poi ha fatto in passato film molto più belli) contro un film come questo. La sceneggiatura si,meritava più di tutte le altre,e se la vittoria per il miglior film di “THL” già stupiva,quella della sceneggiatura lo fa ancora di più. Lì veramente non c’è un minimo di paragone con Tarantino…

  58. Fabrizio ha detto:

    Non è affatto vero.

    1) Intanto c’è sempre l’imprescindibile tendenza di Tarantino a citare tutto il citabile, fin dalla prima sequenza in cui cita apertamente (anche se a sto punto, forse, sarebbe meglio dire scopiazza con la scusa di voler omaggiare) “C’era una volta il West”.
    Ora: citazioni e richiami vanno bene, ma quando lo fai sempre e in maniera massiccia, alla fine diventi solo ripetitivo e non impressioni più. E’ anche vero che alcune citazioni, comunque, le capiranno in pochi, tipo quelle sul cinema.

    2) Ancora una volta c’è la suddivisione in capitoli – completamente inutile – e l’uso marcato di soprannomi per i personaggi (come in tutti i film di Tarantino).

    3) La scena dell’osteria con il gruppo di complottisti sotto copertura e i soldati tedeschi, nella sua dinamica e prevedibile conclusione, ricalca chiaramente momenti de “Le Iene”, “Pulp Fiction” e altro ancora.

    4) I dialoghi sono sempre infiniti, compiaciuti, arzigogolati e, purtroppo, non sempre brillanti (ma qualcuno è davvero bello).

    5) I personaggi sono ancora fatti con lo stampino. Cambia la loro veste scenica, ma non c’è niente in Brad Pitt, Eli Roth e altri che non si sia già visto prima. E l’ufficiale tedesco dipinto dal bravissimo Cristoph Waltz viaggia sulla falsariga del Tim Roth tarantiniano. Sono sempre i soliti personaggi di Tarantino, salvo qualche leggera modifica ed eccezione qua e là.

    E poi altre cazzatine care a Tarantino, come la mezza sequenza dedicata al piede di Diane Kruger. Ma si potrebbe continuare…

    Ad ogni modo questo è sì il miglior Tarantino dai tempi di “Jackie Brown”, ma per cortesia non parliamo di capolavori. Non ci si avvicina nemmeno, al capolavoro. E’ un film che colpisce per via dell’idea di riscrivere la guerra in chiave negli eventi, in chiave grottesca e ironica, che ha qualche bel momento e un’ottima sequenza iniziale ma anche un ultimo atto e un finale che perdono presto di tensione. Anche perchè per tutto il film i tedeschi appaiono come dei completi e sprovveduti idioti, Hitler compreso, mai in grado di tener testa realmente ad un manipolo di uomini. E con questa premessa è difficile crearne, di tensione. Diciamo anche che questo è un film che senza l’allargamento a dieci del numero delle candidature, forse non sarebbe neanche entrato in cinquina.

  59. Edoardo ha detto:

    Senti,non è vero che i personaggi sono i soliti tarantiniani e che la scena della locanda ricalca momenti di “Le Iene” e “Pulp Fiction”,eppoi la prima scena è un tributo ad “Il buono,il brutto,il cattivo”,cioè alla prima sequenza in cui appare il cattivo,non a “C’era una volta il west”. Ma non è che sia un tributo esagerato,e la scena è molto ben scritta e girata e nonostante i venti minuti di durata non annoia mai! Io ho trovato la suddivisione in capitoli nient’affatto fastidiosa,non vedo quale sia il problema. Che non si avvicini neanche lontanamente al capolavoro,Fabrizio,ho i miei seri dubbi. E’ un film bellissimo,e tra tutti gli altri in gara quest’anno era forse il più meritevole di vincere l’Oscar. Ma che male c’è a mostrare il piede di Diane Krueger? I tedeschi sono mostrati come completi idioti,Hitler in particolare,proprio perchè Tarantino con questo film voleva far “godere” gli spettatori,evidenziando la stupidità dei tedeschi e le loro idee aberranti,idiote,insensate. IL personaggio di Brad Pitt è francamente irresistibile,e regala scene davvero divertenti,mentre scene come quella introduttiva per l’orso ebreo ed il finale sono da antologia. La cosa che nessuno capisce è che Tarantino fa film di Tarantino,ha uno stile tutto suo dal quale non si può discostare più di tanto perchè sennò viene criticato ed i suoi film fanno flop (il caso di “Jackie Brown”,ottimo film ma ha fatto flop perchè non era abbastanza tarantiniano),e non è che mi dispiaccia questo suo stile…poi ognuno ha i suoi gusti,ma bisogna essere obiettivi,ad esempio: cosa avrebbe in comune Hans Landa con i personaggi che Tim Roth interpreta nei film di Tarantino? Francamente non riesco a trovare nessuna similitudine,ed ho visto “Pulp Fiction” e “Le iene” un sacco di volte.

  60. Fabrizio ha detto:

    Allora:

    diciamo che alcune citazioni fanno riferimento al cinema di Leone: ci può essere qualcosa del “buono, il brutto, il cattivo” come di “C’era un volta il west”, così come ce ne sono altre ancora. Poi che la prima scena sia bella l’ho detto anch’io, anzi forse è la prima cosa che ho detto, peccato solo che sia il momento più alto del film ed è all’inizio.

    La scena della locanda, concettualmente, ricorda eccome il sottofinale delle “Iene” e cose di “Pulp Fiction” (la pistola puntata sotto il tavolo, o ancora le due pistole puntate a vicenda, ti dicono nulla?). Inoltre, proprio perchè conosciamo Tarantino, siamo in grado di prevedere quel che succederà – ovviamente dopo qualche chiletto di dialoghi – e come andrà a finire.

    La suddivisione in capitoli non è fastidiosa, è semplicemente inutile in questo caso. Ed è il segno che Tarantino non vuole prescindere da certi suoi marchi di fabbrica (come i soprannomi ai personaggi e altro) e, dunque, da un certo tipo di caratterizzazione dell’opera, perchè forse teme che, altrimenti, i suoi fan lo apprezzerebbero di meno. Vuole essere sempre distintivo e distinguibile, ed è per questo che anche se dirigesse un film sentimentale lo strutturerebbe sempre allo stesso modo, sempre con situazioni e personaggi grotteschi e tutte le altre cosine che gli piacciono. E questo non è un pregio, è un sintomo di debolezza da parte di un autore che non può, per un motivo o per l’altro, prescindere da un certo tipo di impostazione, anche perchè gli piace.

    Che male c’è a riprendere il piede della Kruger? Nessuno. Anzi io ho apprezzato. E’ solo che, appunto, certe cose Tarantino ce le deve mettere per forza. Ed è chiaro che tutto il discorso della scarpa (non le situazioni in sè ma lo snodo legato alla scarpa) è stato pensato per poter soffermarsi sul piede dell’attrice.

    Sì, Tarantino vuol far “godere” lo spettatore (e non è una novità), ma non è dipingendo i tedeschi come dei completi idioti e Hitler (che nella realtà è sopravvissuto a molti attentati), così come tutto l’alto comando, come degli sprovveduti facili da adescare e prendere a mazzate, che si riesce creare la giusta tensione filmica. Perchè se uno dei due le prende sempre e sai già che le prenderà sempre, non c’è gioco. Ne viene fuori, appunto, un film godereccio ma assai poco ficcante dal punto di vista della tensione narrativa.

    Tu dici: “La cosa che nessuno capisce è che Tarantino fa film di Tarantino,ha uno stile tutto suo dal quale non si può discostare più di tanto perchè sennò viene criticato ed i suoi film fanno flop (il caso di “Jackie Brown”,ottimo film ma ha fatto flop perchè non era abbastanza tarantiniano)”.
    A parte che “Jackie Brown” ha incassato più di “Grindhouse” ed è costato molto meno, se uno non cambia mai perchè gli torna comodo e non vuole rischiare, non è un grande autore. Ti pare che Scorsese abbia mai avuto paura di spaziare fra i generi proponendo film diametralmente opposti e personaggi completamente diversi? Ti pare abbia mai posto al di sopra dell’opera l’esigenza personale di distinguersi ad ogni costo?
    Il registro dei film dei Tarantino, c’è poco da fare, è sempre lo stesso. Sì, in questo caso si è visto qualcosa di diverso, ma sotto sotto è sempre lo stesso tipo di prodotto: un film giocherellone. Ed è un film valido, solo che a sentir parlare di capolavori mi si accappona la pelle.

    Se vuoi vedere come è fatto un capolavoro, guarda “Il Profeta”.

  61. Edoardo ha detto:

    Tarantino è un grande autore,e soprattutto un grande regista. Ecco,ad esempio per la miglior regia non potevano non premiarlo,perchè in questo film ha diretto con una perfezione quasi esagerata. Ma non è questo il punto,ovviamente. E’ vero che forse dovrebbe tentare di discostarsi dal suo stile e provare a fare qualcosa di nuovo,anche perchè un regista fenomenale come lui tirerebbe fuori con estrema facilità dei film molto validi,qualsiasi genere gli venga affidato. Questo “Bastardi Senza Gloria”,resta sempre a parer mio un capolavoro,un film dai dialoghi e dalle situazioni molto spesso geniali,e non posso darti ragione quando dici che il punto più alto del film è all’inizio,perchè il film è pieno di scene davvero belle. Forse è il finale dentro il cinema il punto più alto del film.

    Scusami,credi che io non lo sappia che Hitler nella realtà sia sopravvissuto a degli attentati? O che non sia morto come Tarantino mostra nel film? O che non siano mai esistiti i bastardi? Il fatto è che Tarantino riscrive la storia in maniera grottesca…ma va bene! Poi devi fare anche attenzione ai particolari,perchè Tarantino è molto attento nel ricostruire quel periodo storico,sicuramente conoscerà la seconda guerra mondiale alla perfezione. Forse è vero che non c’è gioco,perchè Hitler è raffigurato come un autentico idiota (non è che nella realtà fosse stato tanto diverso),che fa uccidere gli ebrei senza alcun motivo (come mostra la sequenza iniziale),ed i suoi soldati come delle facili prede da catturare. Ma a me questa cosa del film è piaciuta.
    Lo trovo poi un tentativo di fare qualcosa di diverso in confronto ai classici film sulla seconda guerra mondiale,ed è questo che ho trovato molto apprezzabile nel film. Ma è inutile continuare a discuterne,il mondo è bello perchè vario. Comunque non mi hai ancora risposto sulle similitudini tra il personaggio di Cristoph Waltz e quelli che Tim Roth interpreta nei film di Tarantino.
    Comunque tranquillo,che lo so come sono i capolavori,ed “Il profeta” comunque lo vedrò appena potrò.

  62. Fabrizio ha detto:

    No, io penso tu lo sappia benissimo che la Guerra è andata diversamente e che Hitler è sopravvissuto a molti attentati, ma nel momento in cui mi dici che Tarantino vuol farci godere mostrandoci quanto fossero stupidi i tedeschi, ti rispondo che secondo me li ha resi un pò troppo stupidi e raggirabili (anche in relazione alla realtà), sbilanciando così il racconto. Avrebbe potuto gestire il film allo stesso modo e con gli stessi toni anche senza trasformare i tedeschi in macchiette. Anzi, pensa quanto migliore e più intenso avrebbe potuto essere il film…
    Questa comunque non è una considerazione solo mia eh, ho notato che è piuttosto diffusa all’interno della critica. Per cui mi è parso valesse la pena sottolinearla.

    Resto dell’idea che il miglior momento del film sia la sequenza di apertura, per distacco. E casualmente (ma anche no), quello è anche il momento più “serio” di tutto il film. Lo è dall’inizio alla fine. Niente cazzate e si fa davvero sul serio per un quarto d’ora filato. Ecco, mi piacerebbe davvero che Tarantino realizzasse un film intero su quel tono. Allora sì che potrebbe saltar fuori davvero una gran cosa.
    La scena del cinema alla fine, secondo me, perde troppo presto di tensione, anche perchè si commette l’errore di liquidare le uccisioni “importanti” in modo sbrigativo, senza appunto creare pathos intorno ad esse. Al contrario invece, molto bella la scena precedente, quella con l’ebrea e il soldato tedesco: la seconda miglior cosa del film.

    Christhoph Waltz ricorda l’evoluzione del personaggio di Tim Roth, pur con le differenze dovute all’ambientazione e ai tempi scenici, anche perchè Tarantino tira fuori da lui lo stesso tipo di interpretazione. E’ il personaggio cattivo e lucidamente schizzato che parte forte, fa lo sbruffone, ride come un idota e infine soccombe come l’ultimo dei fessi.

    Comunque sono d’accordo con te che l’idea di realizzare di realizzare una Seconda Guerra Mondiale alternativa sia apprezzabile. Anche io ho apprezzato l’idea e in parte il modo in cui è stata sviluppata. Ma secondo me Tarantino avrebbe potuto fare di meglio, se solo avesse deciso per una volta di divertirsi di meno.

  63. Riccardo ha detto:

    Domani penso che lo rivedrò.
    i veri capolavori si riguardano più e più volte.

  64. Riccardo ha detto:

    Un kolossal, il miglior film di tarantino in assoluto. un vero capolavoro, protesto apertamente per la mancanza della stellina.
    alla notte degli oscar sarebbe dovuto arrivare per primo, altro che the hurt loker.
    Pitt cazzuto e simpatico, un magistrale Waltz e una sempre stupenda Kruger.
    Che dire dell’erede di Sergio Leone?

  65. Alberto Cassani ha detto:

    Le stelline le decido io su proposta del recensore. In questo caso il recensore non le ha proposte e io non ho visto il film, per cui non potevo metterle.

  66. Riccardo ha detto:

    Non so se apprezzi il cinema tarantiniano comunque dovresti vederlo per rendertene conto della bravura di questo regista che sta seguendo le orme di leone alla perfezione.

  67. Edoardo ha detto:

    Riccardo,siamo in due,perchè sinceramente neanch’io mi spiego la vittoria di “The Hurt Locker”.
    Io sia per miglior film,che miglior sceneggiatura,che miglior regia,avrei premiato “BSG”,secondo me un capolavoro.

  68. Riccardo ha detto:

    Ieri sera hanno fatto la premiazione dei nastri d’argento e una buona volta BSG vince il nastro per il MIGLIOR FILM EXTRAEUROPEO.
    Yuuuhhh! 😀
    Non è come l’oscar ma mi pare già buona cosa, non pensate?

  69. Edoardo ha detto:

    Ma si,dai… 🙂

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