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"E' stato il figlio" di Daniele Ciprì

1 settembre 2012 Recensioni 1 Commento
Festival di Venezia 2012

Fandango, 14 Settembre 2012 – Risaputo

La famiglia Ciraulo si trova sull’orlo della povertà, fino a che la piccola Serenella rimane uccisa per sbaglio della mafia. Per i familiari è in arrivo un grosso risarcimento statale, ma quei soldi non miglioreranno affatto le cose, anzi…


Fabrizio Falco e Toni Servillo in E' stato il figlioIl programma di Venezia 2012 presenta il primo film italiano dei tre in concorso, l’esordio solista di quel Daniele Ciprì che in coppia con Franco Maresco aveva già realizzato, tra gli altri, il brillante Il ritorno di Cagliostro. L’autore dirige, scrive e fotografa una storia di stampo tradizionale, rifacendosi per buona parte della pellicola a tutto ciò che il cinema italiano ha sedimentato per anni e periodicamente rispolvera per farlo apparire genuino. Questa impostazione rétro trasuda non solo dall’idea di partenza ma anche dai successivi sviluppi e dalle psicologie dei personaggi, tanto che è lecito chiedersi se quello cui si assiste non sia un film da considerarsi “vecchio” già in partenza.

Alfredo Castro in E' stato il figlioIn realtà si tratta di una scelta precisa: se la famiglia protagonista è tutto sommato identica a tante altre viste in decenni di commedie e melodrammi all’italiana, è evidente da molti dialoghi che l’intento del regista è anche quello di parlare di oggi. La povertà dei Ciraulo è la stessa di cui soffrono nel 2012 tante altre famiglie italiane, sebbene lo facciano con meno ingenuità. Accettando questa chiave di lettura, dispiace però che non sia stato fatto uno sforzo decisamente maggiore per caratterizzare i personaggi al di là delle figurine più canoniche. L’immaginario collettivo non ha forse superato gli anni sessanta? È ancora necessario mostrare con questa faciloneria italiani che sembrano usciti da un romanzo verista, tanto da richiedere a tratti di leggere i sottotitoli per capire cosa dicano?

Fabrizio Falco, Giselda Volodi e Aurora Quattrocchi in E' stato il figlioLa prova offerta da Toni Servillo non mancherà di deliziare buona parte della critica, ed è indubbio che l’attore dimostri una volta di più inventiva ed energia, ma una performance così massiccia spesso si mangia il resto del film, proprio come succedeva nelle commedie degli anni 50 e 60 guidate da un unico mattatore. Autentica chicca è il magnetico one-woman-show finale di Aurora Quattrocchi, che sostiene da sola una svolta narrativa importante, di quelle potenzialmente compromettenti per un’intera pellicola.

Toni Servillo in E' stato il figlioÈ stato il figlio si rivela in sostanza uno spettacolo gradevole, che punta alla soddisfazione delle ovvie premesse e dello spettatore stesso per quasi tutta la sua durata, nonostante i sopracitati eccessi e una cornice narrativa contemporanea in realtà piuttosto inutile, segno più evidente di una volontà di strafare dietro la macchina da presa. Di certo, non c’era quella stessa volontà al tavolo di scrittura.


La locandina di E' stato il figlioTitolo: E’ stato il figlio
Regia: Daniele Ciprì
Sceneggiatura: Massimo Gaudioso, Daniele Ciprì
Fotografia: Daniele Ciprì
Interpreti: Toni Servillo, Giselda Volodi, Alfredo Castro, Fabrizio Falco, Aurora Quattrocchi, Benedetto Raneli, Piero Misuraca, Giacomo Civiletti, Alessia Zammitti, Pier Giorgio Bellocchio
Nazionalità: Italia, 2012
Durata: 1h. 30′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. lauretti ha detto:

    finalmente dopo anni un magnifico film italiano da esportazione Venezia manca le vere occasioni Grande regia grandi attori Poesia
    grazie (anche a Maresco )

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