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Ipotesi sopravvivenza di Mick Jackson

14 agosto 2012 Recensioni 86 Commenti
Ipotesi sopravvivenza - Threads

Film-tv – Opprimente

A seguito di un colpo di stato in Iran, l’Unione Sovietica invade il paese. Mentre gli abitanti di Sheffield, in Inghilterra, continuano tranquilli con la loro vita, gli Stati Uniti decidono di intervenire in Medio Oriente, facendo così scoppiare la Terza Guerra Mondiale…


Una scena di Ipotesi sopravvivenza - ThreadsRealizzato dalla BBC come il più classico dei documentari – con sovrimpressioni, voce fuori campo e filmati e fotografie di repertorio – Ipotesi sopravvivenza – Threads è probabilmente il più misconosciuto dei film apocalittici ma anche uno dei più efficaci. Tenendo fede al titolo, la sceneggiatura di Barry Hines sviluppa la tensione bellica attorno agli ignari protagonisti, intrappolandoli lentamente in una ragnatela da cui non c’è scampo, finché il disastro nucleare non diviene il centro delle loro vite. Pur rimanendo appunto sullo sfondo, la situazione politica ci viene spiegata molto chiaramente, in modo da farci capire prima quanto facilmente una situazione di crisi politica potrebbe diventare irreparabile e poi quanto disastroso sarebbe un conflitto atomico.

Una scena di Ipotesi sopravvivenza - ThreadsRispetto al quasi contemporaneo The Day After, Ipotesi sopravvivenza – Threads ha il pregio di non fermarsi allo scoppio della guerra e ai giorni immediatamente seguenti. Il Regno Unito viene attaccato dopo 50 minuti di film, subendo perdite calcolate tra i 17 e i 38 milioni di persone, e nella restante ora di proiezione ci si spinge fino a 13 anni dopo la guerra per raccontarci la nuova “evoluzione naturale” che si viene a creare, tra epidemie, legge marziale e cibo insufficiente per la sopravvivenza di tutti. Questo dà davvero l’idea di quale devastazione sarebbe un mondo postatomico e permette di arrivare a un finale che, pur conservando la giusta discrezione registica, è un vero e proprio pugno nello stomaco.

Una scena di Ipotesi sopravvivenza - ThreadsPurtroppo la veste tecnica agli occhi dello spettatore del 2012, sembra piuttosto mediocre e la regia di Mick Jackson (quello di Guardia del corpo) appare nella prima parte un po’ troppo didascalica. Forse i mezzi a disposizione non erano sufficienti per realizzare al meglio un progetto simile, ma la desolazione post-atomica che ci viene presentata riesce comunque a fare impressione. La protagonista Karen Meagher è molto brava e l’intreccio tra la storia d’amore del suo personaggio e il montare della crisi politica nella prima parte del film funziona così egregiamente anche grazie a lei. Ma in fondo è tutto il film, nonostante le interruzioni del narratore a volte impediscano lo sviluppo continuo della storia, a stringere lo stomaco degli spettatori. Davvero un peccato che al di fuori del Regno Unito non abbia avuto l’enfasi che avrebbe meritato.


La title card all'inizio di Ipotesi sopravvivenza - ThreadsTitolo: Ipotesi sopravvivenza (Threads)
Regia: Mick Jackson
Sceneggiatura: Barry Hines
Fotografia: Andrew Dunn, Paul Morris
Interpreti: Karen Meagher, Reece Dinsdale, David Brierley, Rita May, Nicholas Lane, Jane Hazlegrove, Henry Moxon, June Broughton, Sylvia Stroker, Harry Beety, Ruth Holden, Ashley Barker, Victoria O’Keefe, Lee Daley, Marcus Lund
Nazionalità: Regno Unito, 1984
Durata: 1h. 53′


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Attualmente ci sono 86 commenti a questo articolo:

  1. Plissken ha detto:

    “…per raccontarci la nuova “evoluzione naturale” che si viene a creare, tra epidemie, legge marziale e cibo insufficiente per la sopravvivenza di tutti.”…

    Mi viene in mente un’altra produzione anglosassone di ottimo livello, la serie TV trasmessa anche in Italia con il titolo “I sopravvissuti” in cui però il tutto derivava da un’epidemia di carattere mondiale.

    Come mai questo “Threads” pur essendo inedito da noi ha anche un titolo italiano? E’ forse uscito in DVD?

  2. Alberto Cassani ha detto:

    E’ un errore mio. Inizialmente avevo scritto che era inedito, poi avevo visto che invece è stato trasmesso una volta in tv e ho cambiato il titolo, ma mi sono dimenticato di togliere l’inedito.

  3. Plissken ha detto:

    Ah beh niente di grave… Purtroppo non solo non l’ho visto in TV, ma nemmeno l’avevo mai sentito prima. Ottima quindi l’idea di inserire una recensione, chissà che prima o poi mi capiti l’occasione di procurarmelo, anche se la vedo dura.

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Dubito fortemente che la Rai abbia intenzione di trasmetterlo di nuovo, o che qualcuno voglia pubblicarlo in DVD. Al contrario di quant’è successo con “I sopravvissuti”, che hanno invece avuto diverse edizioni in home-video anche in Italia.

  5. Roy1 ha detto:

    Intenso e duro, tutt’altra cosa rispetto a The Day After, tutto sommato edulcorato; il crollo sociale è descritto con la necessaria intensità; il titolo italiano (“Ipotesi: sopravvivenza”, con i due punti) venne dato dalla Televisione della Svizzera Italiana, che lo trasmise subito dopo l’uscita (e con un doppiaggio realizzato non ricordo da chi)

  6. Alberto Cassani ha detto:

    Non so se è giusto dire che “The Day After” è un film edulcorato. E’ sicuramente meno pesante di questo, ma penso dipenda soprattutto dalla decisione di fermarsi, appunto, al “giorno dopo”, senza affrontare più di tanto la società che si verrebbe a creare nel dopobomba (facendolo maluccio, comunque). E’ chiaro che le conseguenze immediate sarebbero ben peggiori di quanto si vede in quel film, ma vale anche per questo… Semmai quello che contraddistingue il film di Meyer rispetto a questo è una vena quasi di ottimismo riguardo le possibilità di sopravvivenza della civiltà dopo la terza guerra mondiale. Sono d’accordo invece nel dire che l’escalation politica e poi il crollo sociale qui sono raccontate benissimo, e sono forse la cosa migliore del film dal punto della sceneggiatura.

    Del titolo italiano deciso dagli svizzeri non sapevo, e devo dire che non ne trovo traccia da nessuna parte, ma in effetti negli anni 80 la RTSI aveva una programmazione per molti versi eccezionale (e anche oggi per alcune cose è molto meglio di mamma Rai).

  7. Plissken ha detto:

    Anche io credo che “The day after” fosse piuttosto incisivo nel descrivere il dopo-olocausto nucleare, nonostante la scelta di mantenere una valenza positiva su di un’ipotetica sopravvivenza della razza umana. Certo, non avendo mai visto questo “Threads”, non sono in grado di attuare un paragone; spero appunto di riuscire prima o poi a procurarmene una copia.

    Riguardo la TV Svizzera concordo con il Cassani: all’epoca molte cose passavano prima lì che da noi. Tra queste ricordo ad esempio il telefilm “Le avventure dell’astronave Orion”, più che interessante esperimento di fantascienza teutonica, trasmesso dalla RAI in maniera incompleta e discontinua.

  8. Alberto Cassani ha detto:

    Io ricordo anche una serie di fine anni 80 su un gruppo di persone che tornava indietro nel tempo per impedire la morte in giovane età di un grande scienziato che decenni dopo avrebbe salvato il mondo. Si intitolava “Missione Abramo” o qualcosa del genere. E poi c’era anche Alberto Angela agli esordi, con una bella trasmissione scientifica.

  9. WarezSan ha detto:

    Vorrei tanto vederlo ma non so dove recuperarlo 🙁

  10. Alberto Cassani ha detto:

    Io l’avevo trovato piuttosto facilmente col mulo. Se vuoi c’è anche su YouTube a pezzi di dieci minuti alla volta, ma senza sottotitoli è difficile seguirlo perché l’accento di Sheffield dovrebbe essere vietato dalla legge.

  11. Plissken ha detto:

    Confermo, si trova sul web ma solo in lingua originale: di sottotitoli nemmeno l’ombra, un bel problema per chi come il sottoscritto non è in grado di seguire dialoghi in inglese, a prescindere dall’accento.

  12. Alberto Cassani ha detto:

    Io avevo trovato anche i sottotitoli in inglese, anche se avevo fatto più fatica a trovare questi piuttosto che il film.

  13. Roy1 ha detto:

    in effetti rivedere a pezzi senza doppiaggio Threads su YouTube è singolare: ma se ne può cogliere il vantaggio di dedicare più attenzione alla qualità – essenziale e perciò affascinante – delle immagini che ai dialoghi

  14. Alberto Cassani ha detto:

    Be, piuttosto che non vederlo proprio…

  15. a dire il vero il film passò una sola volta anche in rai durante la settimana che celebrava il quarantenario di hiroshima (durante la quale ogni sera sono stati trasmessi film o documentari sulla bomba atomica e sulla guerra nucleare, un paio, non meno impressionanti, presentati da Piero Angela e curati dallo staff di Quark). Ero preadolescente all’epoca e gli devo più di 20 anni di incubi.
    Personalmente lo ritengo IL film sulla guerra nucleare, per quanto il titolo italiano sia più da intendersi come una domanda retorica.

  16. Alberto Cassani ha detto:

    Sì, avevo letto anch’io della trasmissione Rai per Hiroshima. Però all’epoca non l’avevo visto, l’ho scoperto solo di recente quando mi sono occupato dell’argomento film post-apocalittici. Io, però, il film che lego maggiormente alla paura della guerra atomico è sicuramente “The Day After”, che vidi in Tv da bambino e mi impressionò tantissimo. Poi è chiaro che da adulto questo fa mette molta più inquietudine.

  17. The day after beneficia di quel sensazionalismo e di quella spettacolarizzazione che sono tipici del filone catastrofico, e forse perciò fa più presa sull’atavica paura della bomba. Solo che, al netto dell’impatto della messa in scena centrale The day after soffre di un prima soap-operistico e di un dopo davvero troppo ottimistico rispetto a quelle che sono le reali stime di una catastrofe nucleare (e volendogli fare le pulci, anche nel durante ci sono non pochi elementi scientificamente inattendibili); mentre Threads ha un piglio pedantemente e minuziosamente scientifico (ti rimando alla voce “produzione” su wikipedia), e stilisticamente vicino alla super-realtà di un mondo-movie dal futuro, girato nel dopo-bomba e consegnato ai posteri. Io li vidi entrambi all’epoca a breve distanza tra loro, e posso garantire che il film di Meyers mi parve uno zuccherino della Disney dopo aver esperito questo, per quanto riconosco che ancora oggi la scena dell’attacco e delle detonazioni riesce ancora a fare una certa presa. Ma non regge il minimo confronto con quella di Threadsi: quest’ultima è anti-spettacolare, molto più incuneante e fredda, fredda come quella morte di tutto che verrà tratteggiata lungo tutto il secondo tempo.

  18. Alberto Cassani ha detto:

    Non c’è dubbio che, pur essendo quasi contemporanei, sono due progetti totalmente diversi che riguardano lo stesso argomento. Forse si può anche tacciare The Day After di superficialità (e di soapoperismo, come dici giustamente), ma mi pare che le intenzioni fossero abbastanza diverse: se Thread voleva dare una fotografia il più attendibile possibile per probabilmente smuovere le coscienze, The Day After voleva “semplicemente” avvertire del pericolo per far capire che quello che era sempre stato raccontato era una balla. Se vogliamo, potremmo esagerare dicendo che TDA è Wargames e Threads è 2001: Odissea nello Spazio. Oppure, meglio, uno è Full Metal Jacket e l’altro è Vittime di guerra.
    Poi io questo l’ho visto solo da adulto – anzi: ne ho scoperto l’esistenza scrivendo la recensione di TDA – per cui mi viene difficile paragonare correttamente l’impatto psicologico dei due film, ma secondo me non è neanche tanto giusto farlo. Sono comunque due buoni film, con pregi e difetti diversi.

  19. Sono entrambi figli -ravvicinatissimi nella nascita- di una guerra fredda che stava iniziando a mostrare pericolosi cedimenti per fortuna mai propriamente avvenuti (motivo per cui è invece giustissimo raffrontare l’impatto psicologico delle opere, dato che riflette il terrore di un’epoca – invero mai sopito, basti pensare alle medesime escalation silenziose che abbiamo avuto di recente tra India e Pakistan, Iran e tensioni tra le due coree – senza contare che ai tempi della guerra in Kosovo l’adriatico pullulava di sottomarini sovietici con decine di testate puntate contro di noi). Secondo me la sola differenza sta nel tono sensazionalistico e iperbolico di Meyers, per cui rovescerei i termini: The day after venne appositamente pensato e realizzato come prodotto di largo consumo per dare uno scossone collettivo, Threads si pone scientemente inconsumabile per sbattere in faccia tutta la plausibilità e l’incontrovertibilità dell’orrore che ci spetterebbe se le superpotenze dovessero portare fino alle estreme conseguenze la propria sfida a Risiko. Trovo tra l’altro che un certo tono mediocre di Threads non sia dovuto a povertà di mezzi, ma a una precisa scelta stilistica diciamo così neo-neorealista; Jackson scelse apposta attori anonimi e poco capaci per far sì che la gente comune potesse riconoscervisi immediatamente senza filtri di sorta.

  20. Alberto Cassani ha detto:

    No, non sono d’accordo. Secondo me la differenza stilistica deriva non da una scelta propriamente voluta – o meglio: non da una scelta “politica”, di campo – quanto semplicemente dagli stilemi tipici dei diversi mondi cinematografici a cui questi due prodotti appartengono. TDA è un film tipicamente hollywoodiano, figlio più o meno legittimo della stagione del cinema catastrofico anni 70, mentre Threads risente dell’attenzione documentaristica che la Tv inglese ha sempre mostrato. In pratica, affrontano l’argomento con i mezzi a loro più congeniali, a loro e al loro pubblico. Poi è vero che se TDA vuole fare sensazione, Threads vuole invece colpire e turbare. Ed è chiaro anche che la scintilla alla base di entrambi sia comune, appunto l’ingigantisti della guerra fredda, ma a me pare che TDA si porti molto più dietro la propaganda precedente (il famigerato “stai basso e copriti”) rispetto alla rappresentazione tutto sommato disinteressata dell’Inghilterra pre-esplosione che fa Threads.

    Sono invece d’accordo sul fatto che sia giusto paragonare l’impatto emotivo dei due film, il mio discorso era riferito al non volerne paragonare la qualità cinematografica (televisiva, in realtà). Ma come ho detto, avendoli visti per la prima volta a distanza di trent’anni l’uno dall’altro, non è un tipo di lavoro critico che posso essere in grado di fare.

  21. >>>TDA è un film tipicamente hollywoodiano, figlio più o meno legittimo della stagione del cinema catastrofico anni 70

    è appunto quanto vado dicendo da due post, a me pare che stiamo dicendo la stessa cosa.

    in finale la differenza che rimarcherei quanto a impatto è la seguente: rivisto col senno di ora, the day after è depotenziato, storicizzabile come deriva ultima di un filone, e lascia incerti tra lo sbadiglio e il bonario sorriso. threads continua tuttoggi a essere inconsumabile in quanto “prodotto”, e a restare un’esperienza terrifica che non si ha molta voglia di ripetere, e che nessuna emittente si sognerebbe mai di ritrasmettere in prima serata.

  22. Alberto Cassani ha detto:

    Senza dubbio cadrebbero molte teste, se qualcuno si sognasse di ritrasmettere Threads, soprattutto in Italia. Però non mi pare che si possa tacciate TDA di essere noioso o involontariamente ridicolo, anche se ovviamente oggi la sua potenza è molto calata agli occhi degli spettatori (credo di averlo scritto, nella recensione). Il mio punto, comunque, è che la “forma” cinematografica di TDA non è tanto una scelta voluta e pensata quanto inconscia.

  23. >>> non mi pare che si possa tacciate TDA di essere noioso o involontariamente ridicolo

    Ridicolo no, però a tratti fa abbastanza sorridere sia per realizzazione (il riciclo di non poche sequenze di Meteor per l’attacco, per dirne solo una) sia per inattendibilità scientifica e tecnica (così tanta vita umana dopo ben 300 missili da chissà quanti megatoni l’uno su un solo stato; Robards che si ritrova gli abiti immacolati e intonsi dopo l’esplosione; i madornali errori di montaggio e continuità che spiccano nella prima esplosione con la gente in coda che sparisce di colpo attorno a Robards) che per frivolezza politica (nello scenario della quale c’è anche molto propaganda – i russi cattivoni che sferrano il first strike). noioso sì, riesce a esserlo. troppo rose e fiori il prima, troppo poco incuneante il dopo.

    Va certamente detto, a suo favore, che andrebbe vista la versione primigenia di 4 ore, che solo gli americani videro.oltretutto io non distinguerei il primo come cinematografico e il secondo televisivo, dato che anche TDA venne commissionato per la tv via cavo (e lo si vede) – e solo successivamente esportato al cinema…

  24. Alberto Cassani ha detto:

    Non ho detto che TDA è un film per il cinema. ho detto che si rifà a un certo tipo di prodotto cinematografico, tipico di Hollywood. Allo stesso modo, Threads si rifà a un certo tipo di documentario tipico della televisione britannica. Comunque che The Day After sia ingenuo per tante cose non c’è dubbio, ma francamente la prima ora non la trovo per nulla noiosa. Trovo anzi più noioso l’inizio di Threads.

  25. Gcn ha detto:

    lo trovate qua, sottotitolato!
    https://www.youtube.com/watch?v=3everO4iTJA

    oppure diviso in undici parti qua
    https://www.youtube.com/playlist?list=PLFyvynft_AoqDmTXp0JrsJCry07xiY6ar&feature=c4-feed-u

    come dice il ghezzi, buona visione 🙂

  26. a dire il vero la versione di yt sub ita non ha sottotitoli. quelli italiani li curai antanni fa io, ma non li ho mai divulgati…

  27. Alberto Cassani ha detto:

    Ce li ha sì, i sottotitoli. Bisogna attivarli dal comando di YouTube, non sono sovrimpressi al film.

  28. Sam ha detto:

    La versione integrale deve avere i sottotitoli attivati, mentre quello diviso in 11 ce li ha sovrimpressi. In ogni caso, ciascuna versione ha un autore diverso, con leggere differenze.

  29. David Pellegrini ha detto:

    Io ce l’ho questo film, in italiano (l’unica volta che lo hanno trasmesso) e corredato di un documentario di quark che lo precede…fa stare male veramente!

  30. David potresti cortesemente farmene avere copia? Cerco la versione italiana con documentario e dibattito da millenni!! Fammi sapere presto, questa è la mia mail: cupiodissolvi@hotmail.com

  31. claudio copetti ha detto:

    david sono molto (forse troppo) interessato a quel film. l’ho visto nell’ 85 quando fu trasmesso e poi l’ho trovato in dvd ma in lingua solo inglese. è da quando esiste internet che lo cerco. se hai pazienza ti prego contattami. mail “claudio.700@libero.it” , e ci mettiamo d’accordo.

  32. David Pellegrini ha detto:

    Claudio, se guardi nella tua email trovi il link che ti ho mandato attraverso il quale puoi scaricare il film!
    Il file non rimane in modo permanente in rete per cui prima lo scarichi e meglio è…è disponibile fino al 29 ottobre.
    Ciao!

  33. Sam ha detto:

    David, essendo io un fanatico della versione originale inglese, mi incuriosisce come fu doppiato. Potresti per favore mandarmi il link a sb374@kent.ac.uk? Grazie infinite!

  34. Fabio ha detto:

    Ciao David,
    è possibile inviare anche a me il link anche a dragone@gmail.com?

    Grazie per la tua gentilezza!

  35. Max ha detto:

    Ciao David, per caso sono capitato in questa pagina… La versione in italiano la cerco da anni!
    Anzi proprio quello che hai tu, lo registrarono i miei su VHS… Ma si perse negli anni, ahimé. Ricordo che anche il documentario faceva accapponare la pelle, ed ero appena un bimbo!
    Se tu potessi gentilmente inviarmela sarebbe fantastico!
    maxfruzza@gmail.com
    Grazie anticipatamente!! 🙂

  36. David Pellegrini ha detto:

    Sto ricaricando il film + documentario in rete indirizzato a Fabio (in ritardo di un annetto) e Max (se l’è cavata bene, solo 10 giorni! 😀 ) buona visione a tutti!

  37. Max ha detto:

    Grazie di cuore, David! 😀

  38. Fabio ha detto:

    Grazie David! Gentilissimo anche dopo 1 anno 🙂

  39. Umberto ha detto:

    Ciao David anche io sono decenni che cerco questo film, puoi gentilmente lasciarmi il link alla mia e-mail ? cinema68@hotmail.com grazie in anticipo !!!
    Umberto

  40. Alberto Cassani ha detto:

    Dallo scorso mese di aprile lo si può trovare sottotitolato su YouTube: https://youtu.be/uK8zNw6ONuk

  41. David Pellegrini ha detto:

    Sto caricando il film per Umberto, dovrebbe arrivarti il link fra qualche ora…ci vorrà un pò perché lo sto ricaricando daccapo dato che il link precedente era scaduto da un pezzo!

  42. Stefano ha detto:

    Ciao David, ho appena letto i messaggi della discussione e, se possibile, sarei anche io interessato a rivedere la versione italiana con documentario e dibattito, che vidi all’epoca sulla Rai e mi segnò profondamente: potresti segnalarmi il link alla mia mail?
    ilconformista74@yahoo.it
    Grazie sin d’ora e un saluto,
    Stefano 🙂

  43. Luca ha detto:

    Ciaooo mi aggiungo anch’io a chi ha richiesto il link, se gentilmente potresti inviarlo anche a me, sono anni e anni che cerco il film in italiano!

    leadvocals@email.it

    Grazie mille!!!

    L

  44. Carmen ha detto:

    Con gran ritardo, anch’io sto cercando da tempo questo film, sarei grata d8 riceverlo alla mail carluccicar13@gmail.com. Grazie

  45. Lorenzo ha detto:

    In ritardissimo…quanto vorrei vedere qursto film!!!
    lorenzopagliarella@libero.it
    Grazie di cuore

  46. Daniele ha detto:

    anche io sarei interessato alla versione in italiano se fosse ancora recuperabile dopo tutto questo tempo
    daniele.rossano87@gmail.com

  47. Corpi Mobili Vitreali ha detto:

    Un appunto doveroso su L’inverno nucleare, l’agghiacciante documentario giapponese (diretto a quattro mani da Yutaka Aida e Goro Koide) che anticipò il film nell’unica trasmissione mai avuta dall’emittenza italiana. La versione trasmessa da mamma rai è tronca. Dura appena 55′ laddove quella originale ne dura 100. Ovviamente se qualcuno di voi dovesse riuscire a individuare in rete o reperire altrimenti quest’ultima, è vivamente pregato di fare un fischio.

    A tal proposito ricordo anche che non fu la prima volta che Angela si interessò all’olocausto nucleare. Attorno all’aprile del 1983 (vado a braccio mnemonico, sulla stima del fatto che venne trasmesso durante le reprise in terza visione di The day after), per Il mondo di Quark mandò in onda un puntiglioso e dettagliato speciale sugli effetti immediati e collaterali a breve, medio e lungo raggio temporale che un’esplosione nucleare avrebbe sul corpo umano. Come è facilmente immaginabile, le immagini accarezzavano un tessuto visivo da shockumentary, e vedere allora una cosa simile dopopranzo lasciava di sasso. Come sopra, se qualcuno dovesse averlo accalappiato per caso o scelto su nastro magnetico zufoli.

    Tornando invece al film de quo, sono abbastanza pronto a scommettere che Jackson abbia steso la sceneggiatura sul saggio Il destino della terra, di Jonathan Schell. Segue passo passo e senza fare sconti andamenti, tesi e ipotesi del film. Anzi, rispetto al film specifica anche come e perché una bomba da un megatone non lascerebbe in vita praticamente alcun superstite se lanciata contro una metropoli, e come il punto di vista di un dopo sia quello del cadavere. Se ne deduce quindi che Threads resta anch’essa, per quanto raggelante e tra le più scientificamente attendibili e autorevoli in materia, una pellicola sostanzialmente ottimista considerando la totalità dello scambio di megatoni che ci viene indicata durante l’attacco, che su un piano pratico-effettivo non lascerebbe in vita nessuno se non per brevissimo tempo (ore, massimo qualche giorno, e non certo in condizioni di deambulare o parlare). Anche se un paio di teorie patiscono un po’ la prova del tempo (sorpasso di cui il saggio era già consapevole allora), ne raccomando a tutti gli interessati la lettura. Un’immersione poco accomodante nell’inimmaginabile, che fa impallidire lo stesso Threads. Andrebbero reperite tante copie quanti sono i capi di stato e loro recapitate.

    Tolgo il disturbo con quest’interessante intervista recentemente rilasciata da Jackson a proposito del film ristampato in una versione restaurata in BR:

    https://motherboard.vice.com/it/article/d3wkpj/il-regista-del-film-piu-spaventoso-di-sempre-ha-ancora-paura-nucleare-threads-mick-jackson-intervista

  48. Alberto Cassani ha detto:

    Guarda, io di questo documentario giapponese non ho assolutamente memoria. Però vedo che ha vinto il Prix Italia della Rai nel 1984. Fossi in te proverei a vedere se ti concedono accesso ai loro archivi (pubblici, anche se regolamentati) adducendo motivi di ricerca. https://www.rai.it/dl/siti/html/LArchivio-del-Prix-Italia-13e84d40-57db-4db6-a046-c9de55d80268.html

    Poi magari hanno in archivio solo la versione italiana tagliata, ma val la pena provare. L’alternativa è contattare la Biblioteca Universitaria dell’Essex, che ha in catalogo la versione inglese.

  49. Corpi Mobili Vitreali ha detto:

    Fino a qualche tempo fa si trovava su emule in combo con Threads, con tanto di annuncio credo della Orsomando e presentazione di Angela.. Lo possiede, se può interessarti, David Pellegrini, che me lo passò gentilmente qualche anno fa. Di questo e della puntata di Quark del 1983 mi sono purtroppo lasciato stupidamente sfuggire l’occasione di chiederne lumi allo sesso Angela lo scorso agosto.Grazie mille per il link, magari ce l’hanno. Il più è verificare se al Grand Prix è stata presentata la medesima versione sfoltita poi andata ufficialmente in onda o quella intonsa da 100′. Ti farò sapere.

  50. Alberto Cassani ha detto:

    Ma la puntata di Quark col documentario si trova anche su YouTube: https://youtu.be/jBP6X9ruU_o
    Il difficile è trovare la versione integrale…

  51. Corpi Mobili Vitreali ha detto:

    ho provato a scrivere loro. come immaginavo, alcuna risposta… l’unica è scandagliare stalle e torrenti…

  52. David Pellegrini ha detto:

    Salve gente, proverò a rimetterlo in circolazione tramite we transfer, non abitando più dove avevo una valida connessione in rete sfrutterò abusivamente quella al lavoro 😁

  53. Frattanto, mi permetto un breve semi off-topic per domandare (temo ahimé retoricamente) se qualcuno all’ascolto ha mai avuto modo di vedere la versione da 4 ore di The day after, molto più lunga spietata e grafica nella parte centrale dell’attacco, Ho provato a scrivere in privato allo stesso Meyer su fb, ma non credo abbia mai letto il messaggio. Grazie.

  54. Alberto Cassani ha detto:

    Ho scoperto che qui https://youtu.be/ahd5mqlz884 c’è un primo montaggio da quasi tre ore, di qualità infima perché è il riversamento di una videocassetta a uso privato, ma di una versione da quattro ore non ho mai sentito.

  55. David Pellegrini ha detto:

    Ciao a tutti! Avete mai visto questo film??
    https://www.imdb.com/title/tt0091759/

  56. al link che hai miracolosamente trovato mi si è affiancato come suggerimento sempre lo stesso workprint caricato da un altro utente, di qualità meno scialba (tale è non essendo ancora stato postprodotto: nel disclaimer iniziale viene anche annotata l’assenza di molti effetti speciali; scorrendo velocemente il troncone centrale mancano sicuramente gli incenerimenti al fulmicotone dei corpi e l’effetto radiografia dell’irradiazione gamma che lascia intravedere le strutture scheletriche). eccolo qua:

    https://www.youtube.com/watch?v=MobwUGgdI3A

    nessuno dei due ha purtroppo l’opzionabile attivazione dei sottotitoli inglesi.anche se questa versione dura “solo” 43′ in più rispetto a quella poi approdata in tv e nelle sale europee, la vedrò senz’altro con molta attenzione. grazie mille.

    circa la vs da 4, se ne parla nei trivia di imdb. se non hai voglia di spizzarteli in lingua, li trovi in gran parte tradotti qui: https://www.davinotti.com/index.php?forum=40002080

    @David Pellegrini: sì, lo vidi all’epoca in sala e più di recente l’ho ripercorso in originale sottotitolato. meraviglioso e raccomandato. come del pari l’intera filmografia del regista.

  57. Alberto Cassani ha detto:

    Ah, ma se ti riferisci alla frase “Several visual effects scenes that were planned in the original script were scrapped when the production was cut from four hours to two and a half hours”, non vuol dire che una versione da quattro ore sia esistita davvero.
    Il primo montaggio di un film è sempre più lungo del definitivo (con l’esclusione probabilmente di pellicole come Avatar, che senza effetti speciali praticamente non esistono), ma non è detto che quel montaggio esista per più di qualche ora prima che vengano prese decisioni drastiche sia riguardo la narrazione (eliminare degli eventi) sia riguardo il montaggio vero e proprio delle scene. La storia del cinema è piena di film dalla durata spropositata, all’inizio del lavoro di montaggio.
    Commercialmente parlando, è sempre esistita solo la versione che conosciamo (eventuali censure a parte); la prima versione da quattro ore probabilmente non è mai uscita dalla sala montaggio.

  58. nono,mi riferisco a tutta una serie di sequenze molto più grafiche, dettagliate e di impatto non solo pianificate nello script e negli storyboard ma effettivamente girate e presenti nel cut da 4 ore (concepito per essere idealmente trasmesso in due serate), che ebbe alcuni screening-test e venne visto sicuramente da Reagan, che tra le altre cose fece da “consulente creativo”non ufficiale a Meyer indicandogli per iscritto cosa rimuovere da quella versione e come rimontarla. tra le scene mancanti c’è anche quella, fantomatica, del boeing 747 che esplode colpito dall’esplosione.

    intanto dal workprint segnalatomi ho per ora ripercorso la scena dell’attacco, mancano alcuni secondi di scene di panico urbano ed ha un montaggio cronologicamente differente, ma l’assenza di score lo rende più spettrale e meno spettacolare (così come i funghi quasi solarizzati sono davvero da incubo), ma così prolungata e pasticciata ne risente tantissimo il ritmo, molto meno serrato e scorrevole. la mancanza di post-produzione definitiva ovviamente la rende meno terrifica. per quanto, la scena (che manca dalla vs ufficiale ed è ridotta a un mezzo secondo) della donna che cerca di scappare dai rifugi e prende fuoco a partire dai piedi per poi scappare inutilmente sempre più ridotta a torcia umana è notevole e non avrebbe guastato tenerla nell’economia del montato finale.

    parlando di versioni rimontate ad arte, un utente di yt si è bontà sua preso la briga di ripulire il workprint, ricolorando i reel sbiaditi e insertando le deleted scenes nel cut commerciale rispettandone il più possibile l’assetto narrativo. il risultato però dura curiosamente 150 anziché 171′:
    altra cosa che mi ha lasciato interdetto è la traduzione arbitraria di alcuni dialoghi, un po’ snaturati (quando non stravolti) nella/dalla nostra edizione.

    conto di rivedermelo intero domani. grazie davvero per la segnalazione. nella sua imperfezione resta comunque un reperto prezioso e di indubbio interesse.

  59. David Pellegrini ha detto:

    Salve a tutti!
    E’ con tantissimo-issimo ritardo che volevo avvertire, in ordine di richiesta : Stefano, Luca, Carmen, Lorenzo e Daniele che vi ho inviato il link col film + documentario condiviso…spero non sia finito nello spam perciò controllate la vostra casella di posta!

    Ciao!

  60. Daniele Piredda ha detto:

    Ciao David Pellegrini, sono stra interessato anche io a Ipotesi Sopravvivenza in Ita, potresti gentilmente inviarmelo? Ti ringrazio davvero tanto!

    pireddadaniele@ymail.com

  61. David Pellegrini ha detto:

    Fatto, Daniele.
    Controlla pure la tua casella email 😉

  62. Daniele T. ha detto:

    Ciao David Pellegrini,
    Scusami se ti disturbo.
    Pure io sono mega interessato alla versione italiana (ho il dvd inglese e da sempre sono intrippato per questo genere di film)…potresti gentilmente inviarmela?

    La mia mail è Daniele.tonelli84@gmail.com.

    Grazie mille e buone feste 🙂

  63. David Pellegrini ha detto:

    Ciao Daniele!
    Nessun disturbo… Ti ho appena inviato il file, lo sta ancora caricando wetransfer perciò fra un po’ ti arriverà.
    Fammi sapere se è tutto ok, magari finisce nello spam, non lo so 😉

    Ciao e buone feste anche a te! 😃

  64. Daniele T. ha detto:

    Ciao David,
    grazie mille!

    Purtroppo il file non è arrivato, nemmeno nello spam O_O
    Mmh, puoi per favore rinviarmelo?

    Scusami il disturbo 🙁

  65. Andy ha detto:

    Ciao David, scusa la richiesta che ti hanno fatto altri mille, potresti inviare anche a me quella versione? E’ un po di tempo che cerco di reperirla. Grazie mille e scusa il disturbo. La mail è niente333@live.com

  66. David Pellegrini ha detto:

    Ciao Andy,
    ti sto inviando proprio adesso tramite wetransfer…controlla fra un po’ la tua posta, soprattutto se magari il mio allegato non sia finito fra gli spam!

    Ciao e buona visione!

  67. David Pellegrini ha detto:

    Andy volevo avvertirti che sta scadendo il tempo per scaricare da wetransfer, perciò affrettati

    Saluti

  68. Luke ha detto:

    Ciao David, saresti così gentile a mandare anche a me la versione italiana del film?
    La cerco da anni e anni!!

    Ti ringrazio davvero!!!

    mp3ita@gmail.com

  69. Daniele R. ha detto:

    Potresti rimandare il link anche a me? mi era finita nello spam la mail e l’ho trovata troppo tardi 🙁

    daniele.rossano87@gmail.com

  70. Roxy ha detto:

    Ciao David,
    Scusa se ti disturbo ma non anche io non riesco a reperire da nessuna parte il film Ipotesi sopravvivenza in versione italiana inoltre sono interessato anche al documentario, potresti gentilmente mandare anche a me il link per scaricare il tutto?

    Ti ringrazio tantissimo e ti auguro una buona giornata

    roxymail15@gmail.com

  71. pato62 ha detto:

    Buonasera a tutti,

    dopo tanto tempo noto che qualcuno ha il film in italiano “Ipotesi sopravvivenza” di Mick Jackson. Posso avere qualche info sul come poterlo acquistare? Il mio indirizzo, nel caso, è robicarrara62@gmail.com.

    Grazie a tutti

  72. Michele ha detto:

    David, ti scongiuro,
    cerco la versione con audio italiano da circa due anni e scopro ora che ne possiedi una copia,,,
    Saresti così gentile da inviarmi il link? garetto.michele@gmail,com
    Grazie mille

  73. David Pellegrini ha detto:

    Luke, Daniele R., Roxy, pato62 e Michele : vi sto inviando tramite wetransfer, controllate che non finisca nello spam.

    Saluti e buona visione

    Chiedo scusa a coloro a cui ho risposto in estremo ritardo!

  74. Nico Manzi ha detto:

    Salve, anche io lo sto cercando da tempo, vi chiedo se gentilmente qualcuno può mandarlo qua:

    nico.manzi01@gmail.com

    Grazie mille!

  75. David Pellegrini ha detto:

    Ciao Nico,
    Te lo sto inviando con wetransfer.

    Ci vorrà ancora qualche minuto…se non dovessi trovarlo nella tua casella di posta controlla lo spam, forse è finito lí.

    Ciao e buona visione!

    David

  76. Dani ha detto:

    Ciao David,
    come i tantissimi che mi hanno preceduto, anche io sono interessato alla versione in italiano del film.
    Se possibile, potresti gentilmente mandarmela assieme al documentario?

    La mia mail: danignn@libero.it

    Grazie mille!

  77. Red ha detto:

    Ciao David, puoi mandarlo anche a me tramite wetransfer alla mail bioware@gmail.com? Grazie!

  78. Mauro ha detto:

    Ciao, se potessi mandarmi un link wetransfer con il film a mario.ninja@libero.it, te ne sarei grato.
    Grazie

  79. Andrea ha detto:

    Sono anche io alla disperata ricerca della versione italiana di Threads….Ho cercato ovunque il DVD ma non esiste. Qualcuno riesce a girarmela? La mia mail è angior975[at]gmail.com…

  80. David Pellegrini ha detto:

    Ciao a tutti! Per Red, Mauro e Andrea:
    Penso che domani quando ho un attimo mando un wetransfer indirizzato a tutti e tre 🙂 gentilmente fatemi sapere quando lo avete ricevuto.
    Ricordate che il link sarà disponibile per una settimana

    Saluti, gente

  81. David Pellegrini ha detto:

    Ai sopra citati: sto inviando proprio in questo momento. Tempo una mezz’oretta forse anche meno, controllate le vostre caselle di posta dove troverete il link wetransfer…

    E buona visione! 😉 😉

  82. Joe ha detto:

    Ciao a tutti volevo chiedere a David se era possibile avere il link per scaricare il film.Grazie Mille
    frizzjoe@inwind.it

  83. David Pellegrini ha detto:

    Mah. Dell’ultima decina o forse più di persone che me lo ha chiesto solo una l’ha scaricato, mi ha riscritto e sono stato contento di averla “conosciuta”. Onestamente di perderci tempo a rimetterlo in rete inutilmente per l’ennesima volta non ne ho più voglia. Perciò chi è VERAMENTE INTERESSATO mi scriva in privato (davidpellegrini13@gmail.com) . E poi guardatela la casella di posta perché vi arriva il link di wetransfer CHE DURA 7 GIORNI come la cassetta di The Ring 😄

  84. Giuseppe ha detto:

    Buonasera David,

    Le ho appena inviato una mail alla casella da lei indicata nel suo ultimo messaggio, in modo da avere anch’io la possibilità di scaricare la versione italiana di Threads (e se fosse possibile anche il documentario che lo precedette la sera del suo unico passaggio televisivo in Italia). Grazie!

  85. David Pellegrini ha detto:

    Salve a tutti gente!
    Ho un link permanente al film (più documentario di quark dell’epoca) sul mio dropbox.
    Chi è interessato mi scriva in privato (davidpellegrini13@gmail.com) e avrà il suo bel link (quasi) immediatamente 😃

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