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"Paradies: Glaube" di Ulrich Seidl

7 settembre 2012 Recensioni 0 Commenti
Festival di Venezia 2012

Inedito in Italia – Fondamentalista

Una donna dedica la sua vita alla religione: è innamorata di Cristo, porta il cilicio, dice rosari e promette a Dio di far tornare l’Austria un paese cattolico. Quando il marito musulmano torna a casa la sua vita viene sconvolta…


Maria Hofstätter in Paradies: GlaubeAll’inizio del film la protagonista arriva a casa, apre l’abito che porta, si libera del reggiseno e si fustiga davanti al Crocifisso. In una scena successiva indossa invece il cilicio e dice un rosario camminando per casa sulle ginocchia. Annamaria è innamorata di Cristo: in senso sia spirituale che fisico, tanto che arriva a masturbarsi con un Crocifisso. La prima parte della pellicola illustra la vita della protagonista che si dedica all’apostolato portando di casa in casa una grande statua della Madonna e cercando di convincere le persone e le famiglie che incontra a vivere secondo la legge di Cristo. Nella seconda parte, però, irrompe sulla scena il marito della donna. Un musulmano egiziano paralizzato dalla vita in giù che sconvolgerà la vita della protagonista costringendola a occuparsi di lui e cominciando una escalation di situazioni che porterà a litigi e a dispetti sempre più grandi tra i due.

Maria Hofstätter in una scena di Paradies: GlaubeSecondo film della trilogia Paradies del regista austriaco Ulrich Seidl, questo Glaube (Fede) è un film complesso e purtroppo riuscito solo a metà. Il regista riesce infatti a descrivere con estrema efficacia la protagonista e il suo amore per Cristo e, più in generale, per la religione cattolica, senza mai cadere nel grottesco o nel denigratorio. Purtroppo, però, il materiale che Seidl mette insieme è ripetitivo, facendo così perdere tensione al percorso narrativo.

Una scena di Paradies: GlaubeQuello che conta davvero è quello che il regista vuole rappresentare: Annamaria appare come una suora laica dedicata all’espiazione e all’apostolato e si trasforma lentamente in una aguzzina incapace di perdonare e di sopportare. Il dolore fisico dato dal cilicio è facilmente sostenibile, le piaghe derivate dal camminare in ginocchio si possono facilmente curare, ma alla distruzione dei simboli sacri non riesce a resistere e punisce il marito, colpevole dell’atto. Cristo, amore della sua vita, la vuole sottoporre a una prova con il ritorno del marito, una prova che lei non riesce a sostenere. In realtà per Annamaria Cristo e la religione sono dei rifugi, da una vita che non riesce a vivere pienamente. I suoi rapporti interpersonali sono superficiali e il sesso con una persona reale completamente bandito (quando assiste a un’orgia in un giardino pubblico scappa inorridita). La religione, l’idealizzazione di Cristo, la dedizione alla Madonna portano Annamaria ad estraniarsi dal mondo reale, a non accettare un marito disabile e musulmano; insomma, ad allontanarsi dall’insegnamento stesso di cui lei si dice innamorata.


La locandina di Paradies: GlaubeTitolo: Paradise: Glaube
Regia: Ulrich Seidl
Sceneggiatura: Ulrich Seidl, Veronika Franz
Fotografia: Wolfgang Thaler, Ed Lachman
Interpreti: Maria Hofstätter, Nabil Saleh, Natalija Baranova, René Rupnik, Dieter Masur, Trude Masur
Nazionalità: Austria – Germania – Francia, 2012
Durata: 1h. 53′


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