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"Dupa-amiaza unui tortionar" di Lucian Pintilie

17 ottobre 2001 Recensioni 0 Commenti
CineFile

Inedito in Italia – Particolare

Frant Tandara, ex torturatore delle carceri rumene vive libero nel paesino di Giurgiu. Qui si recano ad intervistarlo due giornalisti: una giovane donna e un professore (a suo tempo vittima delle persecuzioni del regime di Ceausescu). Egli accoglie i due alla stazione, con gentilezza e disponibilità…


Il ritratto che inizialmente Pintilie ci dipinge del terribile torturatore ce lo fa apparire molto umano, quasi sottomesso e remissivo, tanto da chiedersi se davvero l’uomo sia il mostro che sappiamo. Nel corso della pellicola però gradualmente appare il vero volto dell’uomo: è dispotico al limite della crudeltà con la moglie, codardo e sottomesso con il figlio che gli rinfaccia gli omicidi che ha commesso, ma è soprattutto ancora orgoglioso della sua passata “professionalità”. Durante tutta l’intervista, che incontra molte difficoltà, tecniche e non, per essere realizzata, Tandara continua a sottolineare il fatto di essere stato molto “bravo” nel suo mestiere, uno dei più richiesti, proprio per la sua assoluta disumanità nel trattare i prigionieri.

Pintilie riesce a realizzare un’opera davvero atipica, se si pensa all’argomento di cui si parla: nulla delle torture che Tandara ha coscienziosamente inferto alle sue vittime ci viene mostrato; per tutta la pellicola infatti non assistiamo ad alcun episodio di violenza: l’unico modo in cui veniamo a conoscenza di tutta la vicenda sono le parole di Tandara, lente, pacate, fredde, indifferenti a tutta la sofferenza che hanno causato. Tandara è un mostro, un aguzzino che giocava a calcio coi cadaveri delle sue vittime, ma che ancora non si rende conto del fatto che il male non sia giustificabile solo per essere stato commesso per ordine dello Stato; non cerca infatti nemmeno di trincerarsi dietro questa miserabile giustificazione, che tanti kapò nazisti hanno usato, è convinto di avere fatto nulla più del suo lavoro. Oggi si vede nè più nè meno come un vecchio idraulico in pensione.

Agghiacciante è poi l’assoluta mancanza di reticenza dell’uomo nel raccontare il suo terribile passato; Tandara illustra con totale schiettezza ed oggettività quello che chiunque vorrebbe celare, correda il racconto dei suoi anni di torturatore di dettagli atroci ed allo stesso tempo superficiali, inquietanti ma quasi ingenui nella loro freddezza. La figura della giovane giornalista, unita all’assurda compagnia di amici del figlio di Tandara (che smettono di scagliarsi contro l’aguzzino perchè stanno facendo tardi alla partita), ci apre gli occhi sulla realtà di certa gioventù rumena, che non ha idea di che cosa sia successo prima di loro, e del fatto che certe esperienze possono far parte anche del futuro, e non solo del passato.

Dal punto di vista tecnico segnaliamo le positive prestazioni di Gheorgie Dinica nella parte di Tandara. Anche Radu Beligan, che interpreta la parte dell’anziano professore, è davvero bravo nell’esprimere tutto il dolore di chi si trova davanti ai fantasmi del proprio passato; significative le scene nelle quali egli fugge verso il bagno, ogni volta che Tandara si gloria delle proprie “imprese”.

In sintesi, un film che, nonostante il pubblico italiano potrà apprezzare solo in alcune rassegne o a Fuori orario, varrebbe davvero la pena di vedere, sia per scoprire come si può parlare di orrore, e suscitarlo, senza utilizzare per forza gli effetti speciali, sia per conoscere una nazione ed una cinematografia che raramente si affacciano al nostro panorama.


La locandina franceseTitolo: Dupa-amiaza unui tortionar
Regia: Lucian Pintilie
Sceneggiatura: Lucian Pintilie
Fotografia: Calin Ghibu
Interpreti: Gheorghe Dinica, Radu Beligan, Ionana Macaria, Coca Bloos, Dorina Chriac, Cristina Agachi, Serban Pavlu, Marius Radu, Florin Roata, Loredana Stefan
Nazionalità: Romania – Francia, 2000
Durata: 1h. 28′


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