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"Le valigie di Tulse Luper: La storia di Moab" di Peter Greenaway

14 giugno 2003 Recensioni 0 Commenti
Le valigie di Tulse Luper: La storia di Moab

Istituto Luce, 23 Gennaio 2004 – Complesso

«Se volessimo considerare la storia di Tulse Luper come se fosse inventata, potremmo dire che è il racconto di un uomo e delle sue prigioni. La storia ha inizio nel 1921, quando Luper aveva 10 anni. Ci risulta che Luper sia stato visto per l’ultima volta nel 1989, e se fosse vivo oggi avrebbe 92 anni…»


Caroline Dhavernas in una scena di Le valigie di Tulse Luper: La storia di MoabArtista a tutto tondo, Peter Greenaway torna al cinema quattro anni dopo 8 donne e 1/2, e lo fa andando in concorso al Festival di Cannes con la prima parte filmica di un progetto multimediale che prevede tre lungometraggi, una serie Tv, un CD-rom e più d’un sito Internet. Tulse Luper è una sua personalissima storia dell’Uranio (numero atomico: 92) attraverso il peregrinare del protagonista nelle prigioni (16) di mezzo mondo, nel tentativo di riuscire a fare ciò che nella vita vuole di più: cercare le cose perse, siano esse città, oggetti o persone. Sempre in compagnia delle sue valigie (92), contenenti gli oggetti più strani, da una collezione di rane a carta da parati sporca di sangue, da fori di proiettile a boccette di profumo.

JJ Feild in Le valigie di Tulse Luper: La storia di MoabSfruttando al massimo le possibilità del mezzo filmico – e soprattutto delle tecnologie digitali – Greenaway confeziona un film ricco ma non confuso, dalla visione ostica ma non impossibile, dal ritmo incostante ma non insostenibile. Tanti sono gli elementi che compongono il film da necessitare (almeno) una seconda visione per poterli afferrare (e apprezzare) appieno.
Gli split-screen ricorrenti e insistiti, le sovrimpressioni con parti della sceneggiatura o con le biografie dei personaggi, le citazioni e le auto-citazioni, le indicazioni da catalogo tipiche del cinema di Greenaway. Tutto questo rende la pellicola non più un ‘semplice’ testo raccontato per immagini, ma una vera e propria narrazione multimediale. Certo non adatta a tutti – anzi: adatta a pochi – ma certamente un’opera di buon valore e grande interesse. Forse non il massimo esempio possibile di “vero cinema” agognato da Greenaway, ma senza dubbio un universo separato da qualunque altra cosa vista sul grande schermo. Almeno tra quelle non firmate Peter Greenaway.


Titolo: Le valigie di Tulse Luper: La storia di Moab (The Tulse Luper Suitcases: The Moab Story)
Regia: Peter Greenaway
Sceneggiatura: Peter Greenaway
Fotografia: Reinier Van Brummelen
Interpreti: JJ Feild, Caroline Dhavernas, Drew Mulligan, Nigel Terry, Deborah Harry, Valentina Cervi, Jordi Mollà
Nazionalità: Regno Unito – Spagna – Italia – Lussemburgo – Olanda – Russia – Ungheria, 2003
Durata: 2h. 07′


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