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"Alligator" di Lewis Teague

16 marzo 2010 Recensioni 6 Commenti
Alligator

Ricci e Martelli Pic, Maggio 1981 – Povero

Una piccola cittadina del Minnesota viene sconvolta da una serie di violenti omicidi che un poliziotto attribuisce ad un alligatore gigante. Insieme con una scienziata il detective cerca di stanare il mostro dalle fogne, ma l’alligatore riesce a sfuggire alla trappola e seminare il terrore…


Robert Forster in AlligatorUna delle leggende metropolitane più famose degli Stati Uniti vuole che nelle fogne di New York viva un alligatore albino, comprato da una famiglia e poi gettato nel water quando comincia a diventare troppo ingombrante. John Sayles – che allora era solo lo sceneggiatore del Piranha di Joe Dante ma che in seguito diventerà l’ottimo regista di Otto uomini fuori e Stella solitaria – sposta la storia nel Minnesota e inserisce nell’equazione un laboratorio di ingegneria genetica che inquina le fogne. Stesso stratagemma, peraltro, all’origine del mostro del recente cult sudcoreano The Host.

Una scena di AlligatorAlligator si inserisce perfettamente nel filone delle pellicole di serie B dedicate agli animali assassini particolarmente in voga dalla metà degli anni 70 fino alla fine degli anni 80. Sayles riesce a caratterizzare bene i personaggi principali ma poi scrive alcuni dialoghi davvero terribili e propone due soluzioni tutt’altro che ispirate, ossia il fatto che l’alligatore sia lo stesso posseduto dalla protagonista quand’era bambina e la strage che la bestia compie nella villa del proprietario del laboratorio di ingegneria genetica.

Una scena di AlligatorTutto considerato, nonostante l’aria ruspante che la pellicola ha agli occhi degli smaliziati spettatori del XXI secolo, il film non riesce mai a spaventare né a creare veramente tensione. Probabilmente è anche colpa dei pochi soldi a disposizione, ma è soprattutto colpa del regista Lewis Teague, che in seguito dirigerà Cujo e Il gioiello del Nilo ma che qui dimostra di non saper proprio come usare al meglio il materiale a sua disposizione.


La locandina statunitense di AlligatorTitolo: Alligator (Id.)
Regia: Lewis Teague
Sceneggiatura: John Sayles
Fotografia: Joseph Mangine
Interpreti: Robert Forster, Robin Riker, Michael V. Gazzo, Dean Jagger, Sydney Lassick, Jack Carter, Perry Lang, Henry Silva, Bart Braverman, John Lisbon Wood, James Ingersoll, Robert Doyle, Patti Jerome, Angel Tompkins, Sue Lyon, Leslie Brown
Nazionalità: USA, 1980
Durata: 1h. 31′


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Attualmente ci sono 6 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Io invece reputo questo gioiellino uno dei massimi cult dell’inizio degli anni’80. Divertente, ben recitato e ben diretto. Quando perlustrano le fogne la tensione si sente, eccome!
    Peraltro sapendo che è un film low-budget, tipico dei film di serie B negli anni ’80, fa apprezzare ancora di più il lavoro svolto dal regista e sceneggiatore.
    Per chi poi è appassionato dei monster-movie non se lo può proprio perdere assolutamente.
    Consigliatissimo per un piacevole tuffo negli splendidi 80’s!

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Sì, fino a quando non fa vedere il coccodrillone il film funziona. Poi fa ridere.

  3. Mirko ha detto:

    Alberto, due cose.

    1) Ho letto che il regista è lo stesso di Cujo. Lo hai visto? Se sì, cosa ne pensi?

    2) Premetto che non c’entra nulla in questo post, ma non sapevo dove scriverlo. Cercavo l’articolo di Paolo Matera su Lamù e gli altri fumetti, ma non l’ho trovato sul sito. Così l’ho cercato su internet, ma nonstante mi desse l’indirizzo, dopo averlo scritto mi ha riportato soltanto all’homepage di Cinefile… peccato eprché era davvero un bell’articolo, molto interessante!

  4. Alberto Cassani ha detto:

    “Cujo” l’ho visto tantissimi anni fa e non m’aveva entusiasmato. Anche quello era chiaramente fatto con due lire, ma in più aveva un gruppo di attoracci.

    L’articolo di Paolo sui cartoni animati (non fumetti) è tra i tanti ancora in sospeso per la revisione e il passaggio al nuovo sito. Pazienza: prima o poi arriverà.

  5. christian mazzei ha detto:

    Ciao, mi chiamo Christian Mazzei,
    ho visto alligator per la prima volta nell’autunno del 1984, ed è stato amore a prima vista!
    Avevo 10 anni e nutrivo,come nutro ora, una grande passione per il cinema horror.
    Ho dovuto aspettare ben 26 anni per rivedere alligator! Ma avendo molta memoria è come se non fosse passato tutto questo tempo; tra maggio e giugno di quest’anno ho trovato il film su internet, e me lo sono guardato, e me lo guardo. Per me è un gran bel film,ed è anche divertente in alcuni passaggi, (il che lo rende accessibile ad un pubblico ampio). Ho letto nel web che la pellicola non crea grossa suspence, ma trovo che non sia corretto dire ciò. Crea la tensione giusta, certo non ti fa venire gli incubi notturni, questo è vero, però è un buon film, ottimamente interpretato da Robert Forster, e da un cast di rispetto.
    Molto holliwoodiana la scena in cui Ramon sfonda il marciapiede e viene allo scoperto! Bravo Michael Gazzo con il suo lavoro “morale” nei confronti di un impetuoso e romantico ispettore Madison, pregnante la partecipazione del nosto “italiano Henry Silva, simpatico e al tempo stesso arrogante; audace e sfrontato Bart Braverman nel ruolo del fotoreporter Kemp; cattivo e “neoliberista” Dean Jagger che interpreta Slade e la sua casa farmaceutica. Carina la Riker e sensibile come scienziata e come donna in cerca d’amore.
    Un ultima cosa:sembra tanto tremendo e spietato Ramon,l’alligatore, però per prima cosa ha fame, dunque mangia ciò che gli viene a tiro; poi,(e secondo me è un espediente subliminale voluto da Lewis Teague) Ramon è bene ricordare che è stato buttato nelle fogne da piccolo, è sopravvissuto(non si sà bene come) ed ha conseguentemente sviluppato una forte aggressività.
    Mi piacerebbe chiedere a Lewis Teague diversi particolarri tecnici e tematici del film.
    Ciao e grazie per la disponibilità.

  6. Alberto Cassani ha detto:

    Grazie del commento, Christian. A me pare che il film non riesca a farci mai temere per la vita dei protagonisti perché è tutto troppo prevedibile, e per via degli effetti speciali ridicoli le scene di massacro non funzionano un gran che. Però è sicuramente un film sopra la media del genere di quegli anni, anch’io l’avevo visto all’epoca e passavo cose senz’altro molto peggiori. Però è tutto troppo rozzo per promuoverlo completamente.

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