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"Killer senza scampo" di Vladan Nikolic

1 settembre 2005 Recensioni 0 Commenti
Tommaso Tocci, 1 Settembre 2005: Pacato
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Una coincidenza lega le vite di un killer jugoslavo, della sua ex-moglie e del nuovo compagno di lei. Il nome in codice del killer è “Zio Vanja”, è cresciuto in Bosnia ed è diventato un sicario contro la propria volontà. Ora vorrebbe smettere di uccidere, ma niente gira per il verso giusto…


Quando un killer di professione è costretto ad accettare un “ultimo lavoro” prima di chiudere per sempre con l’attività, l’operazione non potrà che rivelarsi un vero disastro. Almeno al cinema, dal momento che di situazioni del genere ne abbiamo viste tante. Non fa eccezione la storia di “Zio Vanja”, sicario tormentato e dal curioso soprannome letterario. In fuga dal suo passato, il killer dovrà fare i conti con il suo boss, con un lavoro andato male e con la ragazza che amava, disposta dalla sorte sulla sua strada insieme col suo nuovo fidanzato, poliziotto di New York. Contrariamente alle consuetudini, però, Vanja non è il motore della storia. Il regista Vladan Nikolic, sconosciuto ai più ma con una solida e variegata esperienza tra Belgrado e New York, costruisce una griglia molto resistente di personaggi autonomi attorno ad una storia piccola, in cui tutti sono immigrati di paesi lontani e nessuno è in grado di affrancarsi dal suo mondo e dalle sue ossessioni. La minuziosa voce off che si sofferma su ogni carattere è il sintomo più evidente di un andamento riflessivo e descrittivo che diventa presto la cifra del film, in contrasto con il canovaccio thriller sullo sfondo.

Nel giochino delle parentele, il pensiero correrebbe alle vicende di un altro killer, quello di Jarmush in Ghost Dog, che all’opposto di queste si consumavano verso l’interno dei personaggi, simmetricamente al fulcro Forest Whitaker. Nikolic invece allinea i tanti personaggi e le tante storie allo stesso livello. Per farne decantare il distillato rallenta il ritmo e lo rende ciclico, ci porta avanti per un po’ e poi ricomincia, senza strappi, Come se dovesse dipingere una parete.
C’è quindi il tempo di abituarsi alla vicenda mentre la vediamo dagli occhi di tutti i personaggi, ma anche di comprendere come si vada verso l’inevitabile, perché nessuno di loro può veramente esercitare una scelta. L’unico che potrebbe farlo, il poliziotto malinconico, è comunque straniero a se stesso e non coglie il frutto dei suoi sforzi fino alla conclusione della storia. Il suo sogno di diventare scrittore sarà l’ultimo ingranaggio ciclico, e ci riporterà all’inizio e all’empatia della voce off, che perlopiù accompagna soggettive di automobili che vagano per una New York collaterale, quasi assente nel film come rappresentazione di sé, ma ingombrante come entità che tiene ai margini questo mondo di outcast.

La solitudine del killer jugoslavo (il mare magnum della sua indefinita provenienza è il tratto più importante della sua personalità) è destinata a riunirsi con la disperazione sopita di Anna, medico che ha amato Vanja durante la guerra e che lui ha seguito in America. Non meno importanti sono le storie degli altri personaggi; l’autista libanese e il suo amore impossibile, lo scagnozzo italiano con moglie morente e giubbotto da football più grande di tre taglie (discreta ed efficacissima metafora costumistica), l’anziano intermediario che gioca con nazionalità e sessualità ed è l’unico che ha accettato il suo destino, tanto da credere fino in fondo al suo stesso inganno.

Presentato alla 62a Mostra del Cinema di Venezia nell’ambito delle “Giornate degli Autori”, e acquistato dalla Mikado, Love potrebbe aprirsi uno spiraglio nelle sale e far quindi emergere un lavoro interessante, frutto di soli 21 giorni di riprese digitali e del lavoro di un cineasta a tutto tondo (montatore, regista, sceneggiatore) come se ne stanno riscoprendo nell’era, guarda un po’, del digitale.


Titolo: Killer senza scampo (Love)
Regia: Vladan Nikolic
Sceneggiatura: Vladan Nikolic
Fotografia: Vladimir Subotic
Interpreti: Sergej Trifunovic, Geno Lechner, Peter Gevisser, Didier Flamand, Liat Glick, Mario Padula, Al Nazemian, Eric Frandsen, Kerry Rossi, Vija Vetra, Mariano Mederos, Mark Perez, Howell Seth Mayer, Renata Darlen, Eugenio Arias
Nazionalità: USA – Serbia, 2005
Durata: 1h. 34′


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