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"Ho cercato il tuo nome" di Scott Hicks

25 aprile 2012 Recensioni 0 Commenti
Federica Belletti, 17 Aprile 2012: Coerente
Warner, 25 Aprile 2012

Il marine Logan Thibault torna a casa dall’Iraq portandosi dietro l’unica cosa che è convinto gli abbia salvato la vita: la foto di una donna sconosciuta, trovata per caso nel deserto. Decide allora di cercare quella donna misteriosa, che diventerà per lui molto più che un portafortuna…


Il dramma romantico Ho cercato il tuo nome, tratto dall’omonimo bestseller di Nicholas Sparks e diretto da Scott Hicks, intreccia i temi dell’amore e del fato a partire da uno spunto interessante e ineluttabile, che però inciampa in una linearità scontata e poco sorprendente. Il ritrovamento di una fotografia in mezzo al nulla, in Iraq, all’indomani di un raid notturno dei marine salva e cambia la vita di un uomo, di un soldato, e di quelli con cui entra in contatto, diventando il “McGuffin” che lo porta a un viaggio di scoperta e di guarigione.

Il protagonista è un irriconoscibile Zac Efron. In senso positivo, perché riesce a rappresentare l’indecifrabilità e quel senso di mistero e inquietudine che il suo personaggio porta scolpiti nelle esperienze, nel fisico e nello sguardo. Lutto, dolore e vulnerabilità sono invece i tratti distintivi della donna ritratta nella foto – Taylor Shilling – che lui cerca, trova e affascina. Accanto a loro due figure opposte, e scritte molto bene, che danno spigliatezza, simpatia e un tocco di humour a diverse scene: il piccolo Ryley Stewart e la nonnina anticonformista Blythe Danner, che resta con discrezione sullo sfondo di molte situazioni ma illumina tutte le scene in cui appare solo con uno sguardo o una semplice battuta.

E’ il quarto romanzo di Sparks che la produttrice Denise Di Novi porta sul grande schermo, stavolta affidandosi aScott Hicks, il quale dirige coerentemente con i suoi contenuti, scegliendo di avvalersi, più che di uno stile di un bagaglio di “convenzioni” che il “caso-Sparks” richiede (se si pensa alla popolarità che le sue storie hanno raggiunto, da Le pagine della nostra vita a I passi dell’amore o The Last Song per citarne qualcuno).

Questa scelta neutra si carica però positivamente di due meriti: il fatto che il film inizi dalla fine, e che questo inizio sia in realtà un inizio “improprio” e ben studiato. Apre la storia un lento zoom all’indietro, sulla barca in mezzo ai sentieri acquosi della Louisiana, che non coincide banalmente con la fine ma è già la fine, perché quel movimento allontana dallo schermo, fa uscire dalla storia prima ancora di entrarvi, mentre le parole del protagonista esaltano l’importanza dei dettagli nella vita.
Il suono innalza il piccolo, la visione invece il totale, il grande. Un contrasto fra codici sensoriali che si affianca alla scelta di collocare i titoli di testa quando il protagonista decide di mettersi in viaggio, sul sentiero che il destino sembra avergli indicato. E’ lì che comincia “davvero” il film, nel momento in cui Logan sceglie la sua strada e finalmente lo spettatore, sulla scia dei movimenti di macchina, è portato a mettersi in marcia con lui. Questa è stata sicuramente un’operazione interessante e acuta, che purtroppo risente dei riflessi patinati delle luci edeniche e di un setting da cartolina, inevitabili per il tipo di soggetto trattato.

Il film di Hicks, fatto di strade, di sentieri di ogni genere, di scelte, di amore, di ricordi e destino, è un film dolce, tenero, leggero, fatidico, che ha molto più del rosa che del dramma, ed è coerente con se stesso; peccato che il destino sorprenda solo Logan, e lasci agli spettatori solo la prevedibilità del determinismo..


Titolo: Ho cercato il tuo nome (The Lucky One)
Regia: Scott Hicks
Sceneggiatura: Will Fetters
Fotografia: Alan Kivilo
Interpreti: Zac Efron, Taylor Schilling, Blythe Danner, Riley Thomas Stewart, Jay R. Ferguson, Adam LeFevre, Robert Hayes, Joe Chrest, Russell Comegys, Sharon Morris, Ann McKenzie, Kendal Tuttle, Cameron Banfield, Ritchie Montgomery
Nazionalità: USA, 2012
Durata: 1h. 41′


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