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L'occhio che uccide di Michael Powell

21 febbraio 2004 Recensioni 0 Commenti
L'occhio che uccide

Novembre 1960 – Straordinario

Mark Lewis è un cameraman che per arrotondare scatta fotografie erotiche. Innamorato della sua vicina di casa, Mark è in realtà ossessionato dalla macchina da presa, grazie alla quale prosegue l’esperimento che il suo defunto padre faceva su di lui: studia – e riprende – la paura, «la cosa più spaventosa che c’è al mondo»…


Una scena di L'occhio che uccideScritto con leggerezza e ironia da Leo Marks, L’occhio che uccide (in originale Peeping Tom, “il guardone”) si avvale di un buon lavoro di montaggio e di ottime musiche, ma è realizzato con una regia didascalica e priva di inventiva. L’insistenza di Michael Powell (che appare in un breve cameo nel ruolo del padre di Mark) nel voler sempre spiegare a chiare lettere tutto ciò che succede risulta a tratti persino fastidiosa, eppure il film è quantomai affascinante, e riesce a disegnare uno dei folli più sconvolgenti della storia del cinema.

Una scena di L'occhio che uccidePassando attraverso una serie di fantastiche scene ambientate sul set in cui Mark lavora, e arrivando ad un finale eccessivamente melodrammatico ma di grande intensità, L’occhio che uccide riesce ad essere un perfetto saggio sul cinema in quanto attività voyeuristica, sulla psicologia del far cinema e del guardarlo, e sulle patologie più nere insite nella natura della settima arte. Il contrasto tra la leggerezza delle scene “normali” e l’oppressione che si prova nelle sequenze violente l’ha reso indigesto al pubblico (e ai critici) dell’epoca, tanto che la carriera del regista (Il ladro di Bagdad, Scarpette rosse) è praticamente finita qui.

Karlheinz Böhm in L'occhio che uccideIl teutonico Carl Boehm sembra essere più giusto che bravo nel ruolo del protagonista: ha il fisico ed il volto da perfetto bravo ragazzo, e al cinema non c’è vicino di casa più pericoloso di colui che a guardarlo ispira fiducia. Purtroppo le voci italiane sono troppo caricate – ma era praticamente un’abitudine, all’epoca – e la sua recitazione non ne trae giovamento. Ma non sono gli attori a rendere sconvolgente questa pellicola: è l’universo apparentemente normale in cui si muovono i personaggi che ci mette addosso un’ansia mai provata prima. Un universo felice fino a quando la macchina da presa non inizia a riprendere. Ma la cosa che più ci disturba è il pensiero che in fondo anche noi siamo dei sadici guardoni, pronti a pagare il biglietto pur di vedere delle donne venir uccise.


La locandina di L'occhio che uccideTitolo: L’occhio che uccide (Peeping Tom)
Regia: Michael Powell
Sceneggiatura: Leo Marks
Fotografia: Otto Heller
Interpreti: Karlheinz Böhm, Anna Massey, Moira Shearer, Maxine Audley, Brenda Bruce, Miles Malleson, Esmond Knight, Martin Miller, Bartlett Mullins, Michael Goodliffe, Jack Watson, Nigel Davenport, Shirley Ann Field, Pamela Green
Nazionalità: Regno Unito, 1960
Durata: 1h. 41′


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