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"Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera" di Kim Ki-duk

28 luglio 2004 Recensioni 1 Commento
Paola Cavallini, 28 Luglio 2004: Poetico
Mikado, 11 Giugno 2004

Primavera: un monaco bambino iscaglia pietre contro una rana. Estate: da adolescente si innamora e lascia il tempio. Autunno: divenuto uomo, torna al tempio per chiedere perdono. Inverno: nella piena maturità, entra in ritiro spirituale su una montagna. Ancora primavera, e il vecchio alleva  un bambino nella pace del tempio…


Su di una piccola isola, al centro di un laghetto sperduto tra le vallate della Corea, si trova un minuscolo eremo; qui vivono un monaco maestro, adulto, ed un bambino, che è il suo discepolo. Il piccolo è lì per apprendere a vivere nello spirito e nello stile di vita dei monaci. La sua educazione procede, seguendo l’impietoso ed inevitabile scorrere del tempo, identificato dalle stagioni che si susseguono, così simili anno dopo anno, ma allo stesso tempo così sottilmente diverse. E così, tra i colori del cielo e della natura che cambiano giorno dopo giorno, il piccolo si forgia, imparando sia il bene che il male che contraddistingue la vita di ogni uomo: impara a fare del male, e a subirne. Un giorno giunge nell’eremo una giovane che ha bisogno di farsi curare ed egli, ormai ragazzo, cadrà vittima della seduzione sia della donna che del mondo esterno al suo eremo, fino ad allora unico confine della sua esperienza di vita. Si lascerà trascinare, se ne andrà con lei, conoscerà i lati peggiori del mondo che tanto aveva desiderato vivere, ed alla fine tornerà al suo eremo, ormai adulto, e qui sarà lui, ormai maestro a sua volta, ad assumersi il compito di educare un bambino alla vita che ha davvero scelto.

Nella sua più recente opera Kim Ki-duk, regista coreano noto agli appassionati di cinema per le scene estreme che hanno caratterizzato i suoi precedenti L’Isola e Indirizzo sconosciuto, presentati ed apprezzati (a volte anche odiati) in numerosi festival, calca un po’ meno la mano sulla violenza e carica le immagini di minor crudeltà di quanto non avesse fatto in precedenza, ma il film non è per questo di minor impatto emotivo. La ciclicità della natura e degli uomini, inevitabile ma non per questo monotona o scontata, viene affrontata con una pienezza ed una naturalezza che probabilmente solo un autore orientale avrebbe potuto esprimere. Tutto questo non provoca assolutamente una flessione nell’emozione che il regista riesce a trasmettere, al contrario: Kim Ki-duk, che è anche interprete di una parte nel suo film, riesce a comunicare allo spettatore che, anche all’interno di un meccanismo sul quale non possiamo avere alcuna influenza, come quello temporale, è possibile per noi uomini trovare ragione di vita, di crescita e di maturazione. Il bambino, poi giovane, poi uomo adulto, che passa attraverso la disciplina, il dolore, l’estasi dei sensi, l’illegalità, la tragedia ed alla fine sceglie la sua strada per sempre, è quanto di più umano possiamo immaginare, e proprio per questo quindi, quanto di più simile alla natura possa esistere. L’accostamento del mondo vegetale, di quello animale, con i suoi cinque protagonisti, e di quello umano creano un’immagine di insieme che dà valore al sacrificio, alla rassegnazione, alle decisioni più dolorose che un uomo possa prendere.

Anche le scelte di cast servono per dar forza a questo messaggio: l’attore che interpreta il protagonista principale cambia con il cambiare delle sue esperienze (l’episodio invernale è interpretato da Kim Ki-duk), e tutti riescono a reggere perfettamente i ruoli interpretati. La parte del leone viene poi giocata dalla natura, che in questo caso non è solo motivo di fascino e di stupore, come accade spesso quando noi occidentali ci troviamo di fronte a paesaggi alieni dal nostro, ma è vera e propria protagonista del dramma, in qualche, assurdo, modo, a lieto fine, che si va a rappresentare.

Un film da non perdere, anche per chi non ha finora praticato i sentieri della predestinazione tipici del cinema di Kim Ki-duk.


Titolo: Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera (Bom yeoreum gaeul gyeoul geurigo bom)
Regia: Kim Ki-duk
Sceneggiatura: Kim Ki-duk
Fotografia: Baek Dong-hyon
Interpreti: Oh Yeong-su, Kim Ki-duk, Kim Young-min, Seo Jae-kyeong, Ha Yeo-jin, Kim Jong-ho, Kim Jung-young, Ji Dae-han, Choi Min, Park Ji-a, Song Min-young
Nazionalità: Corea del Sud – Germania, 2003
Durata: 1h. 43′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Anonimo ha detto:

    Un sentiero da percorrere per la …vita!

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