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"RocknRolla" di Guy Ritchie

5 novembre 2008 Recensioni 3 Commenti
Tommaso Tocci, 5 Novembre 2008: Conservativo
Warner, 24 Aprile 2009

Nella Londra di oggi il mercato immobiliare è diventato il business più importante, anche più di quello della droga, e i criminali ne sono gli imprenditori i più entusiasti. Ma chiunque vuole entrare in questo mercato deve fare i conti con un solo uomo…


Guy Ritchie ha raggiunto il successo con la stessa velocità con cui se ne è allontanato negli ultimi anni. Dopo aver inventato una specie di sottogenere tutto suo, mescolando la lezione tarantiniana a un frenetico humour britannico con Lock & Stock e Snatch, il ragazzo della provincia inglese si è ridimensionato in maniera spettacolare con Swept Away e Revolver, che pure era un tentativo di fare qualcosa di diverso conservando la stessa ispirazione. Non è scandaloso dunque che questo RocknRolla gridi restaurazione ad ogni inquadratura. Ritornano i gangster di mezza tacca, i boss cialtroni, lo slang tirato, il melting pot. Torna pure il consueto stile di regia allegrotto, anche se la messa in scena esagitata di fine anni Novanta sembra essersi affinata.

Stavolta c’è un interessante accenno tematico al conflitto tra vecchio e nuovo sul fulcro della “nuova Londra” di inizio millennio, quella della crescita indiscriminata pre-crisi. È incarnato dai personaggi di Lenny, vecchio malavitoso affarista, e Uri, russo facoltoso col maglioncino sulle spalle (Londra ne è piena, ma il riferimento è ovvio, con tanto di squadra di calcio). È ironico che il teatro dello scontro – fatto di speculazioni edilizie e costruzioni selvagge – sia già cambiato rispetto a come viene dipinto dal montaggio iniziale: il film arriva un secondo troppo tardi, e questo lo rende ancora più curioso. Altra novità, appropriata e velleitaria al tempo stesso, è nell’introduzione del rocknrolla del titolo, un personaggio che prova a tingersi di un lirismo da strada inedito per Ritchie, e funge da perno collegando i microcosmi schizzati tipici del regista.

Alla fine, comunque, gli ingredienti puntano a un palato affezionato che rivuole Lock & Stock. Situazioni già viste e senso di déjà-vu la fanno da padrone; perfino la sequenza più divertente – insistita oltre ogni limite – rispolvera l’umorismo di matrice russa che già dava i suoi frutti in Snatch. Rimane però gustosissima, e il faccione di Idris Elba nel casco con le orecchie leopardate racconta RocknRolla forse meglio del rumoroso impianto fumettistico di facciata.

Il cast è come sempre un ricco ensemble di caratteristi che fanno a gara di gigioneria, mentre Ritchie può fermarsi a respirare in una tappa confortevole, forse per ripartire (sta girando il suo Sherlock Holmes…) o forse per condannarsi alla ripetizione definitiva (RocknRolla che promette/minaccia di darsi dei seguiti).


La locandinaTitolo: RocknRolla (Id.)
Regia: Guy Ritchie
Sceneggiatura: Guy Ritchie
Fotografia: David Higgs
Interpreti: Gerard Butler, Tom Wilkinson, Thandie Newton, Mark Strong, Idris Elba, Tom Hardy, Toby Kebbell, Jeremy Piven, Ludacris, Toby Kebbell, Nonso Anozie, Charlotte Armer, Gemma Arterton, David Bark-Jones, Geoff Bell, Jimi Mistry
Nazionalità: Regno Unito, 2008
Durata: 1h. 54′


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Attualmente ci sono 3 commenti a questo articolo:

  1. Marci ha detto:

    Vorrei il parere di Cassani su questo film. Quando lo vidi all’epoca mi piacque molto, un film un po’ diverso dal solito film d’azione, a tratti tarantiniano, ma comunque personale.
    Ieri ho visto che lo davano in tv ma non l’ho guardato, comunque volevo leggere qualche parere ma pare che nessuno abbia commentato 😀

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Credo che l’abbiano visto in pochi, in Italia, nonostante la presentazione al Festival di Roma. Io non sono tra quelli che l’ha visto, per cui non posso esserti utile.

  3. Plissken ha detto:

    “Alla fine, comunque, gli ingredienti puntano a un palato affezionato che rivuole Lock & Stock”.

    Per quel che può valere una personale opinione, credo che il Sig. Tocci abbia sintetizzato egregiamente la questione. Non aggiunge nulla al (buon) Lock & Stock anzi ritengo sia decisamente peggiorativo rispetto al suo “archetipo”.

    Credo però possa essere gradevole per chi non ha avuto modo di visionare L&S 🙂

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