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"Transamerica" di Duncan Tucker

6 febbraio 2006 Recensioni 0 Commenti
Transamerica

DNC, 10 Febbraio 2006 – Agrodolce

Bree è un transessuale elegante, colto, alquanto tradizionalista e dotato di una forte autoironia che si si barcamena per mettere assieme i soldi per l’intervento chirurgico utile alla sua ridefinizione sessuale. Una telefonata le fa sapere che una relazione eterosessuale avuta da adolescente ha generato un figlio…


Felicity Huffman e Graham Greene– Che rapporto ha col suo pene?
– Mi disgusta.

E’ difficile la vita, quando si è una donna costretta a vivere nel corpo di un uomo. E per chi non ha questi problemi, è forse difficile capire come la chirurgia possa curare un disturbo mentale. Il processo di cambiamento chirurgico del sesso è una procedura lunga e complessa, e certo non indolore. A Stanley manca solo una settimana per entrare in sala operatoria e diventare definitivamente Sabrina, quando riceve una telefonata da New York. Hanno arrestato il figlio che neanche sapeva di avere, concepito nell’unico rapporto sessuale della sua vita, e la sua psicanalista la obbliga ad andare all’altro capo degli Stati Uniti per risolvere la questione. Tirato il ragazzo fuori di galera, i due intraprendono un coast-to-coast in auto con l’intenzione da parte di “Bree” di capire un po’ il figlio senza rivelargli la sua identità e, possibilmente, sbolognarlo a qualcuno il prima possibile…

Kevin Zegers e Felicity HuffmanScrittore, fotografo e pittore, Duncan Tucker esordisce nel lungometraggio dopo aver precedentemente diretto un solo corto (anch’esso a tematica gay). Lo fa con una pellicola a metà tra il dramma e la commedia, delicata e interessante, ben confezionata e molto ben preparata, che ha anche la fortuna di arrivare nell’anno cinematograficamente giusto per queste tematiche. Per quanto la storia personale del figlio di Bree possa sembrare forzata (e, in fondo, banale), la situazione permette al regista di stemperare i toni del dramma che la protagonista si trova a vivere, potendo così cambiare ritmo alla pellicola e rendendo più vivace un film che avrebbe altrimenti rischiato di diventare un melodramma (quasi) come tanti. In particolare, l’uso che Tucker fa dei personaggi secondari è magistrale, rendendoli quasi delle spalle comiche ma comunque “vive”. Le musiche, originali e di repertorio, fanno da splendido sottofondo al suo lavoro e il film riesce anche a commuovere senza mai essere banale.

Felicity HuffmanAl di là della bravura dell’esordiente regista, la riuscita del film è tutta sulle spalle della protagonista. Se l’interpretazione di Felicity Huffman fosse stata meno che perfetta, in un ruolo simile, la pellicola non sarebbe riuscita credibile e tutta la storia sarebbe scaduta nel ridicolo. Invece, la Huffman si muove in scena in un modo volutamente molto studiato e si esprime con espressioni ricercate – peraltro modulando la voce in maniera straordinaria – così da rendere alla perfezione il fatto che il suo personaggio si atteggi a qualcuno che ancora non è, e non si sia ancora lasciato alle spalle quel suo “io” cui pure si riferisce parlando in terza persona. Eccezionale.


La locandinaTitolo: Transamerica (Id.)
Regia: Duncan Tucker
Sceneggiatura: Duncan Tucker
Fotografia: Stephen Kazmierski
Interpreti: Felicity Huffman, Kevin Zegers, Fionnula Flanagan, Elizabeth Peña, Graham Greene, Burt Young, Carrie Preston, Venida Evans, Jon Budinoff, Raynor Scheine, Grant Monohon, Bianca Leigh, Danny Burstein, Andrea James, Maurice Orozco
Nazionalità: USA, 2005
Durata: 1h. 43′


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