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"Amatemi" di Renato De Maria

31 maggio 2005 Recensioni 0 Commenti
Luciana Morelli, 31 Maggio 2005: Positivo
Mikado, 3 Giugno 2005

Il matrimonio tra Nina e Claudio attraversa una fase di stanca. La loro vita scorre piatta e sempre uguale, ormai priva di passione e di emozioni, fino a quando Claudio non confessa di non amarla più e di voler interrompere la loro storia. Dopo un periodo di depressione, Nina reagisce e ricomincia ad assaporare la vita…


Renato De Maria torna sul grande schermo dopo il successo del 2001 di Paz! (il film sulla vita e i personaggi del fumettista Andrea Pazienza) e lo fa decidendo di (ri)buttare nella mischia quella Isabella Ferrari che all’inizio degli anni Ottanta fece innamorare schiere di ragazzi nel ruolo della biondissima Selvaggia in Sapore di mare e che è diventata sua moglie nel 2002. Documentarista e collaboratore per diverse trasmissioni di spettacolo e cultura per la Rai, De Maria arrivò a lavorare nel cinema nel 1996, quando scrisse e diresse Hotel Paura, un piccolo film interpretato da Sergio Castellitto e dalla stessa Isabella Ferrari, che però non ebbe proprio lo stesso successo della prima serie di Distretto di Polizia, che ancora una volta vedeva protagonisti i futuri coniugi De Maria nei ruoli di regista/protagonista. Coppa Volpi nel 1996 come migliore attrice non protagonista in Romanzo di un giovane povero di Ettore Scola, la Ferrari torna al suo vecchio amore – il cinema – dopo cinque anni di assenza, con un ruolo da protagonista assoluta che, oltre a valorizzare la sua innegabile bellezza e il suo talento di attrice drammatica, ci ha mostrato anche un lato brillante e leggero che raramente era riuscita a tirar fuori prima d’ora.

Non un film incentrato sull’abbandono o sul dolore ma una storia che racconta di una donna che si ritrova ad affrontare una crisi di identità sia fisica sia psicologica dopo che l’uomo della sua vita l’ha lasciata. Ritrova pian piano la voglia di vivere, di divertirsi, di uscire con le amiche e rendersi bella per se stessa prima che per gli altri, una donna che riscopre il linguaggio del corpo e impara a usarlo facendone la chiave fondamentale per un drastico rinnovamento sentimentale.
Può spaventare il fatto che, dopo i primi venti minuti, il tono della storia stenti ancora a prendere una direzione ben precisa e le immagini – come anche la colonna sonora elettronica di sottofondo (Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino insegna) – scorrano fredde e tristi intorno alla fragile figura di Nina. Ma ad un tratto ecco la sua riscossa, e finalmente l’allegria si disegna sul volto dell’attrice e tutta una serie di personaggi maschili e femminili entrano a far parte di quella sua nuova dimensione positivista. Uomini di età, gusti e fascino diversi entrano d’improvviso nella vita di Nina, interpretati da attori di talento come Valerio Mastandrea, Marco Giallini e Giampaolo Morelli, e riescono a dare un tono quasi esilarante a una storia che non può di certo vantare un soggetto originalissimo.

Forse la regia di De Maria si mostra pretenziosa nell’uso infelice della voce fuori campo, nell’uso costante di sottofondi musicali e nell’uso narcisistico della macchina da presa che indugia troppo sulle grazie della propria donna senza riuscire ad essere imparziale. Certo questo film non passerà alla storia come un capolavoro né sarà ricordato per grandi interpretazioni, ma per essere un film sulle donne fatto e realizzato interamente da uomini il risultato non è poi così malvagio. Un’ora e mezza di cinema fatto di uomini e donne di oggi, di personaggi e soprattutto di caricature dell’uomo medio, quello che pensa di avere tutto sotto controllo ma non si accorge che in realtà sono le donne che glielo lasciano credere.


Titolo: Amatemi
Regia: Renato De Maria
Sceneggiatura: Renato De Maria, Francesco Piccolo
Fotografia: Alessandro Feira Chios
Interpreti: Isabella Ferrari, Donatella Finocchiaro, Branko Djuric, Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Gianpaolo Morelli, Marco Giallini, Marco Cocci, Camilla Filippi, Max Mazzotta, Iaia Forte
Nazionalità: Italia – Svizzera, 2005
Durata: 1h. 35′


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