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"Fratelli d'Italia" di Claudio Giovannesi

4 maggio 2010 Recensioni 0 Commenti
Alessandro Barbero, 20 Aprile 2010: Pedagogico
Cinecittà Luce, 7 Maggio 2010

Tre adolescenti in una scuola di Ostia, luogo di incontro di culture differenti. Un ragazzo rumeno che si sente escluso; una ragazza bielorussa adottata da una famiglia italiana, che desidera conoscere le sue radici; un ragazzo egiziano che rifiuta la sua cultura di provenienza…


Affrontare il tema dell’immigrazione e dell’integrazione culturale non è mai semplice. Si rischia di sottolineare un aspetto e tralasciarne mille altri, oppure di cadere nella banalità. Il documentario è la forma filmica che sicuramente permette di avvicinarsi con più facilità alla corretta rappresentazione della realtà. Naturalmente occorre anche una buona capacità di cogliere le sfumature, di andare dritti al cuore del problema. Il regista Claudio Giovannesi ha tutte questa capacità, e le sfrutta nel modo migliore presso l’I.T.C. “Paolo Toscanelli” di Ostia, dove è alta la presenza di ragazzi di origine straniera. Italiani di seconda generazione  – nati in Italia da genitori immigrati – oppure adottati, oppure nati nel loro paese d’origine e trasferitisi da piccoli. Ognuno con la sua storia e le sue difficoltà di inserimento in una società, quella italiana, che non vede di buon occhio l’immigrato, semplificando una situazione che semplice non è.

Il regista ha proprio questa capacità, di raccontare tre storie e con queste rappresentare tre situazioni diverse con chiarezza e acume. Il primo caso, quello di Alin Delbaci, è la storia di un ragazzo rumeno che vive in Italia da solo 4 anni. Non si sente accettato e per questo tende a isolarsi e spesso adotta un comportamento rigido e chiuso nei confronti degli altri. Tuttavia, ha un forte desiderio di fare amicizia ma ha sostanzialmente paura del rifiuto. E’ la storia di un bravo ragazzo che desidera, come tutti i ragazzi, l’amicizia degli altri. Il secondo caso è quello di Masha Carbonetti, ragazza di origini bielorusse adottata da una famiglia italiana. Masha vuole bene alla sua famiglia ma scopre di avere un fratello nella sua patria di origine e desidera incontrarlo, sente forte il richiamo delle sue radici. Nel suo caso si sente tutta la malinconia di coloro che, sradicati dalla loro terra d’origine, fanno fatica a vivere lontani dalla loro terra.
L’ultimo caso, il più problematico, è quello di Nader Sarhan, nato a Roma da genitori egiziani, un tipico immigrato di seconda generazione. Nader desidera vivere come un italiano. E’ fidanzato con una ragazza italiana. L’Islam, la religione dei suoi genitori, non gli interessa, soprattutto non vuole seguire le regole che l’Islam impone. Desidera quella che lui vede come una vita più libera e “divertente” e così facendo rifiuta in blocco la sua cultura di provenienza. Insieme a quella rifiuta anche ogni forma di autorità, anche quella scolastica che infatti cerca di aiutarlo ma senza risultati. Anche suo padre capisce i suoi desideri ma non è in grado di affrontarlo in modo efficace. La madre, al contrario, è rigida nelle sue posizioni e con lei il dialogo è impossibile. Una situazione complessa in cui trovare soluzioni efficaci è difficile.

Fratelli d’Italia è un documentario molto ben fatto, completo e profondo, che affronta con attenzione le tematiche legate all’immigrazione e che potrebbe essere proiettato nelle scuole per il suo valore pedagogico, per la sua capacità di far comprendere meglio la realtà e di abbattere dei muri, costruiti dal pregiudizio, senza i quali si vivrebbe molto meglio.


Titolo: Fratelli d’Italia
Regia: Claudio Giovannesi

Sceneggiatura:

Fotografia: Ferran Paredes Rubio, Andrea Spalletti Panzieri

Interpreti: Alin Delbaci, Masha Carbonetti, Nader Sarhan

Nazionalità: Italia, 2009
Durata: 1h. 30′


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