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"Mr. Brooks" di Bruce A. Evans

1 ottobre 2007 Recensioni 0 Commenti
Emanuele Rauco, 1 Ottobre 2007: Labile
Walt Disney, 5 Ottobre 2007

Il signor Brooks, proprietario delle celeberrime fabbriche di scatole, è l’uomo dell’anno e una persona esemplare, nel cui Io abita però un personaggio malefico che lo spinge, per un piacere drogato, ad uccidere persone a caso. Ma un giorno viene visto durante un omicidio e lì comincerà il suo calvario…


È prassi comune nella parte media di Hollywood, quella ormai lontana dagli incassi miliardari, che gli attori dal grande passato e dall’incerto presente si dedichino alla produzione e alla genitura di film minori, a volte indipendenti, ma tutti fortemente voluti. Se nelle sale è da poco uscito Il buio nell’anima, prodotto e interpretato da Jodie Foster, tocca ora a Kevin Costner mettere su una sorta d’impresa di recupero divi che fa tornare Bruce A. Evans alla regia dopo il vecchio Poliziotto in blue jeans.

Scritto dal regista con il sodale Raynold Gideon, è un thriller psicoanalitico abbastanza violento e morboso (relativamente a un prodotto mainstream), in cui gli echi di Henry: pioggia di sangue e del Mister Ripley di Patricia Highsmith si stemperano in un didascalico confronto tra il Bene e il Male all’interno di ogni persona, confronto palesemente visualizzato da Marshall, il personaggio immaginario con cui Brooks dialoga.

Ambientato quasi esclusivamente in notturna, il film racconta la paradossale situazione di un maniaco per cui uccidere non è più un piacere ma un bisogno e un’assuefazione, costretto a uccidere per la morbosità curiosa di un testimone che vuole provare anche lui il brivido dell’assassinio, e in parallelo la vicenda di una poliziotta testarda che quel bisogno di morte deve non solo debellarlo ma evitarlo, dato che un condannato in libertà cerca ripetutamente di ucciderla.

Il vero problema del film è che è infarcito di sottotesti e trame laterali che, oltre ad appesantire lo sviluppo principale, non si concretizzano mai in discorsi o veri nodi del racconto e restano come fili penzolanti a riempire una trama che ben presto langue. Così facendo, Evans perde l’occasione di valorizzare molti spunti intriganti – come la religione, il gusto della violenza, il parallelo tra poliziotto e criminale, il matrimonio – scegliendo quello meno interessante, il boia, e lasciando gli altri alla deriva. Il vero difetto, quindi, è nel manico, cioè nella sceneggiatura, zeppa di buchi, coincidenze e forzature, che va a inficiare un discreto lavoro di regia, con una certa suspense – specie all’inizio – e interessanti tocchi d’atmosfera, tanto che in un certo modo subdolo, si tifa quasi per il signor Brooks.

Il ricco cast (da Costner a Demi Moore fino a William Hurt) non fa molto per sollevare il film dalla mediocrità e il protagonista, per quanto volenteroso, finisce per sembrare goffo e a disagio in un ruolo lontano dalle sue corde. Esattamente come il film, che vorrebbe essere un trampolino di (ri)lancio mentre finisce cercando di rimescolare, ad uso e consumo dello spettatore, i suoi confusi rimandi.


Titolo: Mr. Brooks (Id.)
Regia: Bruce A. Evans
Sceneggiatura: Bruce A. Evans, Raynold Gideon
Fotografia: John Lindley
Interpreti: Kevin Costner, Demi Moore, Dane Cook, William Hurt, Marg Helgenberger, Ruben Santiago-Hudson, Aisha Hinds, Reiko Aylesworth, Danielle Panabaker, Lindsay Crouse, Jason Lewis, Matt Schulze, Yasmine Delawari, Michael Cole, Jim Farnum
Nazionalità: USA, 2007
Durata: 2h.


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