Terra Madre di Ermanno Olmi

Bim, 8 Maggio 2009 – Umanista
Sullo sfondo dei convegni del programma “Terra Madre” svoltisi nel 2006 e nel 2008, Ermanno Olmi raccoglie alcune storie e testimonianze di vita agreste e di rapporto tra natura e civiltà, con il racconto dell’anno di un contadino alle prese con i frutti e il lavoro della terra…
Dopo il clamoroso fallimento di Centochiodi – opera di preoccupante cadenza senile – e l’imbarazzante pochezza del suo corto nel progetto PerFiducia, non sono in molti quelli che avrebbero scommesso qualcosa sulla riuscita del nuovo progetto di Ermanno Olmi, primo di una serie di documentari dopo il suo abbandono del cinema a soggetto. Invece questo Terra Madre (dal nome di un grande convegno e progetto a sostegno degli agricoltori di tutto il mondo) oltre a essere interessante e di forte impatto “politico”, ovviamente a suo modo, recupera quell’ispirazione seminale che ha reso grande e importante il talento del regista di Bergamo.
Sullo sfondo dei convegni omonimi tenutisi a Torino nel 2006 e 2008, Olmi racconta alcune storie e testimonianze di vita agreste e di rapporto tra natura e civiltà, arrivando a documentare un anno di un contadino alle prese coi frutti e il lavoro della terra. Senza tesi né andamento narrativo, ma composto dal puzzle dei personaggi e delle loro vite, Olmi – con la collaborazione di Franco Piavoli e Maurizio Zaccaro – compone un progetto che per poco più di metà è un preciso viaggio informativo e conoscitivo e per il resto è un volo poetico e sorprendete nella bellezza della natura.
Fedele all’ideale che da sempre, specie negli ultimi anni, lo segue, e cioè del ritorno dell’uomo alla semplicità delle civiltà primordiali (controversamente, perché in tutto questo, il cinema dove sta?), Olmi racconta modi di vita alternativi e coraggiosi, persino irresponsabili ma a loro modo significativi, ruotando il suo discorso attorno al cibo come mezzo di controllo politico ed economico e facendo dell’eremita di Roncade il simbolo del film e del progetto Terra Madre. Il film, però, prende il volo nell’ultima mezz’ora, dove Franco Piavoli (straordinario documentarista) riprende un contadino della Valle d’Adige senza parole e senza musica, lasciando la poesia e la forza alle immagini incredibilmente materiche, al sonoro avvolgente, al linguaggio cinematografico, condensando un anno – e quindi una vita – in mezz’ora.
Un progetto libero e fluido, raccontato con attenzione alle persone e alla “narrazione” pur senza soverchie strutture e sorretto da una regia di grande attenzione e precisione ai dettagli, ai volti, alle idee (fotografia di Fabio Olmi, montaggio di Paolo Cottignola). Un film di nuovo e pienamente umanista, senza la retorica letteraria di alcuni suoi progetti e di nuovo libero e appassionante, anche di descrivere piccoli brandelli di vuoto e attesa, che nelle mani di Olmi sembrano davvero il tutto.
Titolo: Terra Madre
Regia: Ermanno Olmi (con la collaborazione di Franco Piavoli e Maurizio Zaccaro)
Sceneggiatura: —
Fotografia: Fabio Olmi
Interpreti: Omero Antonutti, Vandana Shiva, Ampelio Bucci, Marco Rizzone, Pier Paolo Poggio, Aldo Schiavone, Carlo Petrini, Maurizio Gelati, Angelo Vescovi, Primo Gaburri
Nazionalità: Italia, 2009
Durata: 1h. 28′
E’ da tanto tempo che penso di scrivere qualcosa che racconta in parte la mia biografia ma sopratutto parla di una realta’ che ha sconvolto la mia vita dopo per motivi di lavoro ho potuto “scoprire una realta talmente vergognosa ”
che mi ha allontanato da DIO per sempre malgrado abbia fatto di tutto per ritrovare quella strada che per anni avevo percorso convinto di certezze che mi hanno insegnato fin dall’eta’ dei miei 6 anni in Sicilia in un paese stupendo come quello di Milazzo che molti conoscono quella Milazzo che durante la guerra nel 1943 ho dovuto vivere con le bombe USA che ci piovevano in testa assieme a mitragliamenti notturni chenon ci facevano dormure fino alla decisione di dover abbandonare il paese per salvare la pelle assieme a mia madre e una mia sorella senza alcuna altra porotezione ma soli con tanta e tanta fame !
Dall’Africa sono passato all’IRAN negli anni 1972-78 fino a quando arriva un altro capostipite di una ennesima
religione parlo di Komeini che alla fine mi ha costretto a lasciare quel paese che mi aveva accolto sempre per motivi di lavoro con molto affetto.
Ritorno in italia a Roma ma dopo circa 10 anni inseguo la strada dell’amore che mi ha portato negli USA .
E proprio negli USA ove vivo con moglie e figlia che mi sono deciso di voler esprimere quello che ho vissuto
ma dopo ci ho ripensato non perche avevo ritrovato quel DIO che non ho MAI ritrovato e che adesso non cerco piu’.
Poche giorni fa’ nel canale Italiano di Rai international ho potuto seguire con molto interesse il film CENTOCHIODI
che immediatamente mi ha portato alla riflessione di ” dover tornare a riprendere la penna ” per riportare le parole che del “Gesu” odierno di cui ho accettato il grande significato.
Grazie di questa opportunita’ e spero un giorno di poter contattatare il grande Ermanno Olmi.
Tony Codraro