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"Nemmeno il destino" di Daniele Gaglianone

2 novembre 2004 Recensioni 0 Commenti
Sandro Paté, 2 Novembre 2004: Artefatto
Fandango, 5 Novembre 2004

Due inseparabili compagni di classe cercano di sopportare le umiliazioni della vita riserva. I problemi in famiglia sono sempre più difficili da sostenere e non sembrano concedere nessuna via d’uscita, costringendoli a crescere in fretta. L’unico modo per reagire è rimanere uniti e farsi coraggio a vicenda…


Daniele Gaglianone mette in scena una storia di degrado urbano, lascia da parte il moralismo ed evita di dare un senso di consolazione alla trama del film. Non c’è catarsi o maturazione per i giovani protagonisti. Solo la miseria delle loro piccole vite allo sbando. La fotografia di Gherardo Gossi rende la periferia di Torino una deriva spettrale zeppa di rifiuti e macerie. Per i due protagonisti solo cantieri abbandonati o strade buie e deserte. Insomma: la periferia, il posto peggiore che ci sia. Però, e qui veniamo ai problemi di questa storia, qualcosa non funziona fino in fondo.

Daniele Gaglianone, già regista de I nostri anni, opera prima apprezzata e pluripremiata in Italia, racconta adolescenze violate con una grande attenzione alla realtà di tutti i giorni. I giovani protagonisti di Nemmeno il destino, credibili e perfettamente calati in ruoli non certo facili di adolescenti ai margini, sono l’espressione di un disagio sociale vicino a tutti noi. Le tragedie che li toccano nella finzione del film ci toccano sul serio. Sono attuali. Reali.

Perché la regia di questo film va in direzione completamente opposta? Le soluzioni scelte sono artefatte, artificiali e innaturali. Lascia perplessi l’uso (e abuso) del flashback. Non convincono i continui sbalzi della trama e le numerose inquadrature “virate” o appesantite da effetti di ripresa. Tutto ciò grava sulla narrazione e finisce per mettere in discussione il rapporto tra la plausibilità del film e l’idea di reale decadenza che se ne fa chi lo vede. E’ come se l’uso della macchina da presa e del montaggio, non certo invisibile, abbia distolto dall’attenzione ai personaggi e al racconto delle loro vite senza riscatto. La grammatica di regia fatta di voice over, di spezzettamenti continui della diegesi e di una fotografia non realistica, mal si concilia con la storia estrema di Nemmeno il destino. Un film che avrebbe potuto colpire il vissuto dello spettatore come solo una denuncia. Peccato.


Titolo: Nemmeno il destino
Regia: Daniele Gaglianone
Sceneggiatura: Giaime Alonge, Daniele Gaglianone, Alessandro Scippa
Fotografia: Gherardo Gossi
Interpreti: Mauro Cordella, Fabrizio Nicastro, Giuseppe Sanna, Lalli, Palma Di Nummo, Gino Lana, Stefano Cassetti

Nazionalità: Italia, 2004
Durata: 1h. 50′


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