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Exiled di Johnnie To

5 settembre 2006 Recensioni 0 Commenti
Exiled

Inedito in Italia – Solido

Macao, 1998. Tutti cercano di fare soldi in fretta, prima che la colonia portoghese torni sotto il dominio cinese. In questa situazione, arrivano due killer di Hong Kong con il compito di rintracciare un loro ex collega che vuole provare a farsi una nuova vita…


Una scena di ExiledJohnnie To, al giorno d’oggi il nome di riferimento per quanto riguarda l’action made in Honk Kong, sbarca al Lido portando con sé questo Exiled che, come ben immagineranno gli appassionati, non deroga dalle coordinate del genere cui appartiene. Anzi, To realizza un “quasi seguito” (se preferite, riprende il discorso) di The Mission del 1999. Wo, gangster del crimine organizzato, cercava di assassinare il suo capo ma falliva. Ora, nella prima scena di Exiled qualcuno è venuto a saldare il conto bussando alla sua porta. Sono però i suoi stessi ex-compagni (capeggiati dall’ormai grande decano Anthony Wong) ad essere incaricati di trovarlo ed ucciderlo. Verranno meno al loro dovere o metteranno da parte l’amicizia?

Una scena di ExiledL’ambientazione della colonia di Macao del 1998, proprio nel momento in cui stava per passare dal Portogallo alla Cina, favorisce il senso di disperazione geografico-spaziale che sarà parte integrante del dilemma affrontato dal gruppetto di protagonisti. Come succedeva in Infernal Affairs II, in cui l’attesa per il passaggio di Hong-Kong alla Cina pesava sui personaggi fino a costituire il sapore dell’intera vicenda, qui i protagonisti vivono già in un mondo alla deriva e devono decidere se esasperare questa condizione o aggrapparsi all’ordine costituito. La decisione che prendono non appartiene alla sfera razionale, è una spinta cui non possono ribellarsi; incapaci di esplicitare il proprio destino, si affideranno all’unità di gruppo e all’epos dell’amicizia, non avendo pressoché null’altro (neanche decidersi sulla pianificazione, o scegliere una strada ad un bivio, sarà possibile per loro: si affideranno invece sempre al lancio di una moneta). Fedeli alla storia del genere (mutuata dal melodramma e dai suoi personaggi), si comportano come eroi-bambini, privi di facoltà razionali ma pronti a rispondere all’intrepida emotività che li possiede.

Una scena di ExiledLo stesso To ci tiene a spiegare come abbia voluto evidenziare la condizione di esiliati dei protagonisti attraverso il susseguirsi di scelte che devono affrontare. Missione decisamente compiuta, dal momento che palpabile è il disincanto rassegnato eppure orgoglioso e sereno tipico di altri capisaldi del genere (e tramite di essi si rimanda anche a modelli immortali, da The Killer alle atmosfere de Il Mucchio Selvaggio). La lezione di John Woo continua dunque a non passare inosservata, e tanto vale anche per le scene d’azione, of course. Nel ricordo dei classici, Johnnie To è comunque padrone del mezzo e possiede un suo stile personale, da maestro quale è diventato anche lui. La scena d’azione iniziale è la migliore e lancia subito forte il film, che procede spedito verso il gunfight finale lasciando in bocca il buon sapore affidabile del confortante film di genere ben fatto.


La locandina originale di ExiledTitolo: Exiled (Fong juk)
Regia: Johnnie To
Sceneggiatura: Szeto Kam Yeun, Yau Nai Hoi, Yip Tin Shing
Fotografia: Cheng Siu Keung
Interpreti: Anthony Wong, Francis Ng, Simon Yam, Nick Cheung, Josie Ho, Richie Ren, Roy Cheung, Suet Lam, Ka Tung Lam, Siu-Fai Cheung, Ellen Chan, Bing-Man Tam, Shiu Hung Hui, Ronald Yan, Wah Wo Wong, Chi Wai Wong, Libby Brien
Nazionalità: Hong Kong, 2006
Durata: 1h. 40′


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