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“Final Destination 3″ di James Wong

27 marzo 2006 Recensioni 6 Commenti
Gianpaolo Saccomano, 27 Marzo 2006: Ripetitivo
Eagle Pictures, 24 Marzo 2006

Wendy si unisce ai suoi amici per festeggiare il diploma in un parco dei divertimenti in città. Si fa convincere a fare un giro sulle montagne russe, ma non appena l’imbracatura di sicurezza del vagone si abbassa su di lei, Wendy vive la sensazione premonitrice che un terribile incidente condurrà alla morte lei e i suoi amici…


Lasciata da parte originalità e colpi di scena (già dal secondo episodio della serie…), l’attenzione dello spettatore stavolta può essere catturata solo dalla spettacolarità delle scene di catastrofe e dalla meticolosità (artificiosa) nella ricostruzione degli incidenti. Che, almeno in partenza, i produttori hollywoodiani volevano presentare addirittura in versione tridimensionale. Proprio gli incidenti si fanno sempre più imprevedibili e violenti, strizzando spesso l’occhio alle modalità dello splatter e dell’effettistica iperrealista e tradendo un aggancio sempre più debole a paure e pericoli del vissuto quotidiano.
E se può essere interessante, di volta in volta, cogliere gli indizi che permetterebbero agli sventurati di turno di sfuggire ai giochetti letali della Nera Signora, di contro è evidente che il meccanismo di fondo di questo terzo capitolo comincia davvero a dare segni di stanchezza e ripetitività. Lo si nota soprattutto quando il catastrofismo e gli incidenti, come nel momento del malfunzionamento delle montagne russe, si sganciano del tutto dalla quotidianità e diventano – per quanto assai mozzafiato – spettacolo poco coinvolgente e troppo fantasioso.

Sorvolando sulle basse capacità interpretative dei giovani protagonisti (comunque funzionali ai loro ruoli), neanche il ritorno alla robusta regia e ai montaggi frenetici di James Wong – creatore della serie insieme al co-sceneggiatore Glen Morgan – non è sufficiente a togliere prevedibilità e paradossalità alle situazioni, che si ripropongono pedissequamente in questo terzo, superfluo, episodio. Eppure, negli Stati Uniti folle di teen-ager sembrano gradire serialità e ripetitività, visto anche che la pellicola ha avuto un notevole successo al botteghino fin dal suo esordio in sala. Questo fa purtroppo presagire la messa in produzione di un’ennesima – macchinosissima – partita a scacchi con la Morte. Partita cui, al contrario della noia per lo spettatore, sembra si possa sfuggire almeno temporaneamente.


Titolo: Final Destination 3 (Id.)
Regia: James Wong
Sceneggiatura: Glen Morgan, James Wong
Fotografia: Glen Morgan, James Wong
Interpreti: Mary Elizabeth Winstead, Ryan Merriman, Amanda Crew, Kris Lemche, Alexz Johnson, Texas Battle, Jesse Moss, Chelan Simmons, Sam Easton, Gina Holden, Crystal Lowe, Maggie Ma, Ecstasia Sanders, Agam Darshi, Jody Racicot
Nazionalità: USA, 2006
Durata: 1h. 33′


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Attualmente ci sono 6 commenti a questo articolo:

  1. […] e shakerato?» Ma De Carlo è anche quello che è arrivato all’anteprima stampa di “Final Destination 3” dicendo al pr della Eagle che lui la recensione l’aveva già scritta e che si prendeva […]

  2. Edoardo ha detto:

    Semplicemente pessimo,l’unico motivo per cui si lascia guardare è Mary Elizabeth Winstead.

  3. Anonimo ha detto:

    Hai detto Nicole Kidman…

  4. Marco ha detto:

    Mah io questo lo reputo migliore del precedente pessimo capitolo, almeno fino al minuto 47 ovvero fino alla morte del ragazzo col camion da li in poi regia, script, idee e messa in scena scadono vertiginosamente fino ad un finale abbastanza scontato e pressochè brutto.
    All’inizio la bella musica, le scenografie del Luna Park dell’orrore (che mi hanno sempre affascinato) fanno presagire un degno tenn-horror e per tutta la prima parte è così, l’incidente è abbastanza bello e montato discretamente (da notare la bravura di Wong al fatto di prepararci alla previsione della ragazza protagonista creando una notevole suspance e presentando tutti i personaggi) tutto ciò anche con le due successive morti (quello delle ragazze è orribile al punto giusto, forse il più splatteroso della serie), dall’incidente col camion in poi, come già detto, sembra che il film lo diriga qualcun altro: regia che scende di livello non creando extasi come all’inizio e idee brutte e morti frettolose con risvolti nella trama non molto intriganti.
    Comunque il duo Wong-Morgan è di sicuro migliore dei due precedenti sceneggiatori i9nsieme col regiata Ellis, non paragonabile però al duo, rimanendo sempre in tema di horror, Wan-Whannel.

    Alberto cosa ne pensi della saga? Il quarto non lo avete recensito perchè non avete avuto la possibiltà di vederlo?
    Di Morgan avete qualcosa?

  5. Alberto Cassani ha detto:

    Mah… A me questa serie non ha entusiasmato per nulla. L’idea di partenza è pure buona, interessante, ma personalmente non mi piacciono i film che si riducono ad una serie di morti sempre più elaborate senza nient’altro di interessante. E questo è proprio il caso dei vari “Final Destination” e “Saw”. Tra l’altro, nel caso di “Final Destination” devo sempre guardare le foto a corredo della recensione per ricordarmi di quale episodio stiamo parlando… Diciamo comunque che secondo me l’incidente d’in autostrada all’inizio del secondo episodio è la scena migliore dei primi tre film. Il quarto non l’ho visto, né mi risulta l’abbia visto nessun altro dei nostri.

    Glen Morgan ha diretto solo due film e il primo, “Willard”, è piuttosto bello. “Black Christmas” invece non l’ho visto, ma il film originale non m’era piaciuto per niente. Come sceneggiatore mi ricordo aveva scritto l’action-fantascientifico “The One” con Jet Li, sempre di Wong, che non ho visto ma che all’epoca mi pare avesse ottenuto recensioni piuttosto negative.

  6. Marco ha detto:

    Vero Albe, Willard è molto interessante, la regia soprattutto è veramente molto buona e insieme alla ottima prova di Glover fa perdonare alcune lacune di script. La resa scenica dei ratti è molto buona e la storia è piacevole.

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