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"Infernal Affairs" di Andrew Lau & Alan Mak

21 gennaio 2007 Recensioni 4 Commenti
Infernal Affairs

Distribuito in home-video – Pretenzioso

L’agente Yan è infiltrato da 9 anni nella banda di uno dei più importanti trafficanti di droga di Hong Kong. Il suo lavoro si complica quando scopre che nella polizia c’è una talpa. L’agente Lau, infatti, è un protetto del boss che si è fatto strada fino ai vertici della squadra speciale preposta proprio alla cattura di chi lo protegge…


Tony Leung in Infernal AffairsNon c’è dubbio che l’idea di partenza di questo apprezzatissimo gangster-movie orientale sia davvero ottima, ciò che manca è però una regia che sappia sfruttare al meglio una sceneggiatura valida ma comunque non perfetta. In effetti, quando la storia si allontana dalla trama gialla principale il film si riempie di dialoghi risibili e la narrazione si fa fiacca. Ma non è poi colpa della sceneggiatura se qui Andy Lau appare del tutto privo di carisma ed Eric Tsang nel ruolo del grosso spacciatore non è per nulla convincente.

Andy Lau in Infernal AffairsSe la splendida sequenza dello scambio di droga con la banda thailandese mette in mostra le capacità dei due registi come dei due montatori, nel resto del film non sempre la regia dà la sensazione di voler essere funzionale, quanto di voler impressionare lo spettatore con movimenti arzigogolati e soluzioni esagerate. I flashback usati per sottolineare la morte di alcuni personaggi, ad esempio, sono irritanti nella loro inutilità, mentre l’insistenza nell’uso dei ralenti e l’invadenza delle musiche sono insopportabili, e difficilmente il finale avrebbe potuto essere raccontato peggio. Buon per Lau e Mak che i loro eccessi siano comunque sostenuti dalla bella fotografia, perché non c’è dubbio che tecnicamente il film sia ben curato. Quello che manca è il polso registico, la capacità di raccontare in maniera efficace, perché questo Infernal Affairs è un film che vuol volare alto ma che non decolla mai.


La locandina cinese di Infernal AffairsTitolo: Infernal Affiars (Wu jian dao)
Regia: Andrew Lau, Alan Mak
Sceneggiatura: Alan Mak, Felix Chong
Fotografia: Andrew Lau, Lai Yiu Fai Lai
Interpreti: Tony Leung Chiu Wai, Andy Lau, Anthony Wong, Eric Tsang, Kelly Chen, Sammi Cheng, Edison Chen, Shawn Yue, Elva Hsiao, Chapman To, Lam Ka Tung, Ng Ting Yip, Dion Lam, Wan Chi Keung, Hui Kam Fung, Toni Ho, Courtney Wu, Au Hin Wai
Nazionalità: Hong Kong, 2002
Durata: 1h. 41′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Riccardo ha detto:

    Salve a tutti.. sarei tentato di guardarmi qualche action-poliziesco coreano/orientale. Esclusi quelli di John Woo, quali sono i più significativi o comunque i più belli ed emozionanti?

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Sicuramente “Memories of Murder” e “The Mother” di Boong Joon-ho, poi “JSA” di Park Chan-wook. Scavando nella memoria direi anche “Koroshi” di Masahiro Kobayashi del 2000. Poi è interessante guardare l’ottimo “Anatomia di un rapimento” di Akira Kurosawa, tratto da un romanzo di Ed McBain.

  3. Riccardo ha detto:

    il film di Kurosawa lo conoscevo grazie anche alla vostra recensione 😀 comunque grazie mille per i titoli, visto che sono un estimatore di Chan-wook Park (di cui ho visto solo Old Boy e tanto mi basta per elogiarlo) e Joon-ho (The Host)

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Direi che The Host non ha molto a che fare con gli altri film di Boong… I due che ti ho consigliato sono due polizieschi, molto particolari ma pur sempre polizieschi. JSA invece è un giallo di ambiente militare, mentre il sottotitolo di Koroshi è “film noir”…

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