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"Splice" di Vincenzo Natali

13 agosto 2010 Recensioni 9 Commenti
Alberto Cassani, 20 Luglio 2010: Ridicolo
Videa-CDE, 13 Agosto 2010

Una coppia di scienziati riesce segretamente a mescolare DNA umano e animale. Il risultato è un ibrido umanoide di sesso femminile che si sviluppa molto in fretta fino all’età adulta e che allevano quasi come fosse una figlia. Ma capire quali caratteristiche animali e umane abbia, non è facile…


Aveva iniziato a lavorare a Splice più di diec’anni fa, Vincenzo Natali. Avrebbe dovuto essere il suo secondo lungometraggio dopo Cube – Il cubo, ma problemi di budget fecero naufragare il progetto. Anni dopo la sceneggiatura arrivò sulla scrivania di Guillermo del Toro, che decise di produrlo. Il tempo trascorso poteva persino sembrare un vantaggio, perché nel frattempo i concetti scientifici su cui si basa il film sono diventati meno fantascientifici e quindi più credibili per il pubblico, e soprattutto l’attuale tecnologia per gli effetti speciali permette di rendere più realistiche le modifiche al corpo dell’ibrido. Purtroppo, però, dieci anni non sono bastati al regista canadese per scrivere una sceneggiatura decente.

Non che manchino gli spunti meritevoli d’attenzione, comunque, perché il soggetto è senz’altro intrigante e per tutta la prima parte il film risulta brillante e particolarmente interessante. Purtroppo, dal momento in cui la creatura viene spostata dal laboratorio alla fattoria in campagna lo script inizia ad accumulare cattive idee una dopo l’altra, scadendo prima nell’ovvio e poi nel ridicolo, per culminare in una parte finale davvero terribile. Ed è un peccato, perché il progetto era pieno di potenzialità e Natali è un regista pieno di talento. Sfortunatamente per gli spettatori, però, il risultato è di gran lunga il suo film peggiore, un film che si vorrebbe dimenticare il prima possibile, totalmente incapace sia di sorprendere sia di far riflettere sul problema di fondo che presenta.


Titolo: Splice (Id.)
Regia: Vincenzo Natali
Sceneggiatura: Vincenzo Natali, Antoinette Terry Bryant, Doug Taylor
Fotografia: Tetsuo Nagata
Interpreti: Adrien Brody, Sarah Polley, Delphine Chaneac, David Hewlett, Brandon McGibbon, Simona Maicanescu, Abigail Chu

Nazionalità: Canada – Francia – USA, 2009
Durata: 1h. 44′


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Attualmente ci sono 9 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Oddio Albe e io che pensavo un’altro bel film dopo Cube…Appena lo guardo ti dirò le mie impressioni…

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Anch’io. E mi spiace moltissimo, perché di Natali ho adorato sia “Cube” che “Cypher”, però la seconda parte di questo è veramente orribile.

  3. Marco ha detto:

    D’accordo con te Albe, purtroppo il regista ha voluto puntare più sul melodrammatico invece che rimanere sul sci-fi e l’horror (brutalmente ricomparso nelle brutte scene finali).
    Sarebbe potuto anche essere interessante capire le psicologie dei protagonisti ma i tre scenggiatori a parer mio non lo hanno fatto nel modo migliore, anche perchè la trama via via diventa troppo ovvia e superficiale.
    Pure le prestazioni degli attori sembrano che siano calati vertiginosamente nella seconda parte del film, discorso a parte per la protagonista Dren, lo trovata molto ben calata nella parte quasi fosse un’attrice del cinema muto dato che non sbiascica una parola per tutto il film ma nonostante questo le sue espressioni riescono ad infondere allo spettatore i vari stati d’animo che prova.
    Molto buoni gli effetti speciali per il trucco della KNB, discreti quelli digitali.
    Interessante la fotografia di Nagata.
    La regia di Natali però, a parte la discesa vertiginosa di qualità dello script, mi è parsa abbastanza in parte, non annoia decisamente la visione.
    Purtroppo una grande occasione persa.
    Rimandi ovvi a Cronemberg.
    Curioso vedere che le varie recensioni del medesimo film sui siti di genere lo classificano come uno delle migliori uscite horror dell’anno appena passato insieme a “Pandorum” (altra occasione persa secondo me).

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Mah… La stampa di settore è abbastanza normale che esalti un prodotto come questo, perché valutando i film solo all’interno dei limiti del genere necessariamente i parametri cambiano. Poi non trovo sia giusto farlo, ma non mi stupisco che lo facciano e che finiscano per premiare pellicole come questa.

  5. Manuele ha detto:

    Il “capo” e il suo film.
    Ridicolo.

  6. Alberto Cassani ha detto:

    Non ho capito…

  7. Plissken ha detto:

    Condivido in toto la recensione, però credo che il film meriti (nonostante il rosso) una visione per i meriti inerenti la prima parte. L’ultima è effettivamente da “dimenticare il prima possibile”.

    Ah.. Dren se la cava nella recitazione assai meglio di Brody & Company, a mio avviso.

  8. Manuele ha detto:

    non hai capito xké hai memoria corta, dude….

  9. Alberto Cassani ha detto:

    Dipende da cosa devo ricordare…

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