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"Mi piace lavorare (Mobbing)" di Francesca Comencini

3 febbraio 2004 Recensioni 1 Commento
Mi piace lavorare (Mobbing)

Bim, 13 Febbraio 2004 – Inefficace

Una impiegata di un’azienda che è stata appena assorbita da una grande multinazionale ha un difficile rapporto con i nuovi dirigenti. Già la sua vita da madre divorziata non è semplice, ma quando i capi le assegnano un nuovo, “delicatissimo”, incarico, le cose vanno a rotoli…


Nicoletta Braschi in Mi piace lavorare (Mobbing)L’errore della regista Francesca Comencini (Carlo Giuliani, ragazzo) è stato quello di mettere al centro della storia di questo suo Mi piace lavorare (Mobbing) un personaggio debole, una donna che è già in ginocchio prima ancora che il film inizi. Questo vuol dire che lo spettatore – inconsciamente – rifiuterà di riconoscersi in lei, rifiuterà di considerarsi ad un livello così basso, osservando quindi la vicenda in maniera distaccata e continuando a pensare «a me questo non succederebbe mai». Che poi nella realtà nulla si possa contro una situazione come quella che ci viene presentata non ha importanza: si è inconsciamente portati a prenderne le distanze.

Camille Dugay Comencini in Mi piace lavorare (Mobbing)Per tutta l’ora e quaranta di proiezione vediamo la protagonista subire tutto quanto le capita senza mai avere uno scatto, una reazione. Non dare uno sfogo al protagonista, e quindi al pubblico, è quanto di più frustrante un regista possa fare, e in questa situazione anche il finale consolatorio appare del tutto inadeguato.

Nicoletta Braschi in una scena di Mi piace lavorare (Mobbing)E’ vero che in questo modo si trasmette parte della sensazione di impotenza che prova un lavoratore vittima di mobbing, ma non sempre l’approccio della docu-fiction è quello più efficace: in questo caso rendere la vicenda più cinematografica, a scapito del realismo, avrebbe giovato molto.

Neanche l’interpretazione più che discreta – anzi, forse ottima – di Nicoletta Braschi e la buona prova dei non-professionisti che la circondano riescono a farci appassionare a una vicenda che aveva invece tutte le premesse per diventare un film davvero emozionante.


La locandina di Mi piace lavorare (Mobbing)Titolo: Mi piace lavorare (Mobbing)
Regia: Francesca Comencini
Sceneggiatura: Francesca Comencini, Assunta Cestaro, Daniele Ranieri
Fotografia: Luca Bigazzi
Interpreti: Nicoletta Braschi, Camille Dugay Comencini, Marina Boncristiani, Roberta Celea, Assunta Cestaro, Claudia Coli, Stefano Colace, Marcello Miglio, Moses Chika Obijiaku
Nazionalità: Italia, 2003
Durata: 1h. 39′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Carmelo Balistreri ha detto:

    Un film moto bello, drammatico che affronta il problema del mobbing , come nasce come si sviluppa , le conseguenze che provoca. Una critica importante , il film tratta solo marginalmente la sofferenza della persona colpita dal mobbing, la solitudine , la solidarieta’ delle persone vicine che si allontana sempre di piu’,gestire da solo tutti i problemi, trovarsi da solo nella notte,notte dopo notte , anni dopo anni , a svegliarsi nel cuore della notte e a pensare e ripensare e non trovare soluzioni a niente di niente.Nessun risarcimento ti potra’ restituire quello che hai perso , la tua integrita’ fisica e mentale e’ per sempre compromessa , le ferite che non si vedono sono quelle che difficilmente guariscono,le piaghe delle tue ferite rimarranno sempre aperte,e’ come se gli interruttori o le luci di un grande edificio si spengono, si bruciano ad una ad una. Non cambiremo il mondo ma dobbiamo provarci, lo dobbiamo fare per noi stessi e per i nostri figli.Dobbiamo impedire a questi animali di uccidere ancora con l’odio, dobbiamo restituire alle persone colpite il senso di Dignita’ e Rispetto che altri hanno calpestato con il loro agire da Criminali.Il potere e le sue ramificazioni incutono terrore e spesso le armi di chi si ribella non sono altrettanto possenti per contrastare , per difendersi dalle prevaricazioni che diventano sempre piu’ marcate e insostenibili.L’umana sofferenza e l’umano dolore meritano tutela e rispetto . La felicita’ e’ scritta nella Cosituzione degli Stati Uniti D’America. Carmelo Balistreri una persona per bene.

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