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"L'altra verità" di Ken Loach

27 aprile 2011 Recensioni 0 Commenti
Enrico Sacchi, 23 aprile 2011: Nascosto
Bim, 22 Aprile 2011

Frankie e Fergus sono due moderni mercenari al soldo dei governi per fare i lavori sporchi in zona di guerra. Quando Frankie muore in Iraq Fergus vorrebbe indagare sull’accaduto ma non può lasciare l’Inghilterra, il che lo pone in svantaggio rispetto a chi tira i fili del suo stesso mondo…


La Route Irish del titolo originale è generalmente considerata dai militari la strada più pericolosa del mondo, perché collega l’Aeroporto Internazionale di Baghdad con la zona verde, sorvegliata dalle forze di coalizione statuniense ed europea. In quel breve tratto di strada si è registrato un numero tristemente elevato di attentati dinamitardi, imboscate, attacchi di kamikaze contro militari e civili in transito. Da questo infernale tratto di strada parte la storia de L’altra verità, ma per non tornarci mai più.

Il punto di vista scelto per parlare delle violenze e degli abusi dei militari nel conflitto iracheno è quello di un contractor, un moderno mercenario, che viene posto in una condizione di forzata impotenza. Bloccato in Inghilterra a causa di un problema di passaporto, il nostro si improvvisa detective per scoprire le ragioni della morte del suo migliore amico e soprattutto stanare chi vuole occultare tutta la faccenda. Questa frizione tra l’indole militare ormai interiorizzata dal protagonista e un contesto in cui tutti sembrano voler passare oltre, o risolvere la questione con metodi molto più sottili, rende l’idea della prospettiva straniante che pervade tutto il film. Tutti i personaggi sono in qualche modo fuori posto, in un luogo o in un ruolo sbagliati, e più di tutti lo è il protagonista, mercenario in un paese di pace, amante della donna del suo migliore amico, in un altro paese piuttosto che in Iraq dove sembrano accadere tutti gli eventi che contano davvero.

La tensione derivante da questa serie di elementi che non sono mai dove dovrebbero, tiene desta l’attenzione verso una pellicola che talvolta si serve di situazioni già abusate da altri film di spionaggio per mandare avanti la storia, come il posizionamento delle cimici o la scena della tortura. Un film colpevole anche di una definizione dei personaggi talvolta superficiale o rifatta a stereotipi di genere (uno su tutti, la protagonista femminile), che contribuisce a creare una distanza verso la storia principale dell’indagine di Fergus, ma che riesce comunque a trasmettere alla perfezione i messaggi di cui si fa carico. La guerra vista come un business, la capacità di infangare la verità tramite la violenza, l’alienazione che subisce un soldato se riesce a sopravvivere al campo di battaglia: tutto questo emerge perfettamente dalla storia di Fergus e Frankie, nonostante la temperatura emotiva non sia sempre misurata al meglio nel corso della pellicola, e questo basta per considerare L’altra verità come una riuscita testimonianza dell’occultato e dell’invisibile.


Titolo: L’altra verità (Route Irish)
Regia: Ken Loach
Sceneggiatura: Paul Laverty
Fotografia: Chris Menges
Interpreti: Mark Womack, Andrea Lowe, John Bishop, Trevor Williams, Talib Rasool, Stephen Lord, Craig Lundberg, Geoff Bell, Gary Cargill, Paul J. Dove, Talib Hamafraj
Nazionalità: Regno Unito – Francia – Italia – Belgio – Spagna, 2010
Durata: 1h. 49′


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