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"La sorgente dell'amore" di Radu Mihaileanu

10 marzo 2012 Recensioni 0 Commenti
La sorgente dell'amore

Bim, 9 Marzo 2012 – Documentaristico

Sin dalla notte dei tempi, in un villaggio africano le donne vanno a prendere l’acqua alla sorgente in cima alla montagna. Di fronte al peso insostenibile di questo lavoro, Leila propone lo sciopero dell’amore: niente più sesso finché quando non saranno gli uomini a portare l’acqua al villaggio…


Leila Bekhti in una scena di La sorgente dell'amoreGuardare La sorgente dell’amore non è semplice. Nonostante l’impostazione lineare della regia, che cerca di raccontare una storia sospesa fra favola e verità, occorre prendere atto che ci si sta muovendo in un territorio che ad un “occidentale” appare tortuoso, difficile e forse anche inconcepibile, tradizionalmente diverso: la soggettiva quasi fastidiosa che apre la storia lo mette bene in chiaro. Bisogna assestare il pensiero su un’altra lunghezza d’onda. Le donne del film – malgrado siano il prodotto di una civiltà molto sensuale, a partire dalla musica, dalla danza, dalla cucina speziata – ignorano il significato del concetto di piacere, facendosi possedere in maniera irrispettosa e quasi animale dall’autorità patriarcale per quel che concerne sia l’intimità sia il lavoro. Il libro de Le mille e una notte spiega, infatti, ericorda, come la cultura Orientale sia ricca di sensualità, contrariamente ai luoghi comuni attuali che confondono Islam e islamismo. Dalla consapevolezza di Leila che l’unico potere che le donne hanno sugli uomini è l’amore, nasce l’idea dello sciopero, che è un grido alla dignità.

Una scena di La sorgente dell'amoreQuesto è un film sull’amore prosciugato, sulla siccità del paesaggio che contagia quella dei cuori, sull’acqua che dà e toglie la vita, come la sequenza alternata iniziale mostra duramente. Una scena densa di dolore e di sentimento, dove il silenzio della consapevolezza di una madre che perde una vita in grembo stordisce più del grido di un neonato. «Che cos’è una donna? Cosa vuol dire?» grida la protagonista femminile per poi rispondersi «Vuol dire che io esisto!».

Leila Bekhti e Hafsia Herzi in La sorgente dell'amoreQuesto è un racconto orientale contemporaneo sull’immensa forza sprigionata dalle donne, che passa per l’ironia, per la danza, per i canti che stigmatizzano in modo metaforico tutti i difetti degli uomini. Se Leila è la scintilla della rivoluzione, la “vecchia lupa” ne è il motore. Un personaggio straordinario che trova nella causa di Leila il riscatto di una vita martoriata dagli aborti, dalla fatica e dalla “schiavitù”. Con lei in campo il film oscilla fra tragedia e commedia, è impossibile non sorridere. Soprattutto quando la modernità invade la scena, con un cellulare appeso, usato sopra un asino, piuttosto che con le telenovela messicane. Di comune alla nostra civiltà torna anche l’”epico” rapporto col la suocera e la dimensione elettiva dell’istruzione: «Io leggo, io scrivo, io penso!» grida ancora Leila. «L’essere umano deve elevarsi attraverso il sapere» dice il Corano, esortando alla cultura come fattore di emancipazione.

Una scena di La sorgente dell'amoreAccanto a una fotografia dalle tonalità forti, intense e aride, che riscopre la bellezza delle rughe e del corpo, domina dunque la storia in sé, la sceneggiatura, che guarda al passato echeggiando la Lisistrata di Aristofane, ma anche al futuro perché ricca di problematiche attuali, che vanno affrontante, discusse, vinte. Non in nome dell’uomo o della donna, della cultura o della tradizione, ma dell’acqua, della vita, che prescinde da tutto e ha il diritto di sognare la giustizia, il rispetto e la dignità.


La locandina di La sorgente dell'amoreTitolo: La sorgente dell’amore (La source des femmes)
Regia: Radu Mihaileanu
Sceneggiatura: Radu Mihaileanu, Alain-Michel Blanc
Fotografia: Glynn Speeckaert
Interpreti: Leila Bekhti, Hafsia Herzi, Biyouna, Sabrina Ouazani, Saleh Bakri, Hiam Abbass, Mohamed Majd, Amal Atrach, Malek Akhmiss, Karim Leklou, Zinedine Soualem, Saad Tsouli
Nazionalità: Belgio – Italia – Francia, 2011
Durata: 2h. 05′


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