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"I fiumi di porpora 2" di Olivier Dahan

2 aprile 2004 Recensioni 0 Commenti
Tommaso Tocci, 2 Aprile 2004: Approssimativo
FilmAuro, 26 Marzo 2004

Dopo aver rinvenuto un cadavere fra le mura di un monastero, il commissario Niemans si ritrova con un suo vecchio collega per indagare sul caso. Le indagini dei due uomini, uniti ad una detective esperta di religioni, portano a sospettare di un gruppo di fanatici religiosi che si fanno chiamare “gli angeli dell’Apocalisse”…


Ormai Luc Besson si può considerare uno scrittore-produttore con un bel passato da regista: un’occhiata ai suoi impegni chiarirà subito lo squilibrio tra le decine di film che sta producendo o scrivendo e quel vuoto alla regia dopo il discutibile Giovanna d’Arco. Il vero problema è però un altro. L’uomo d’oro del cinema francese sembra ormai interessato solo a progettare ed orchestrare film di tale bassissimo livello da essere quasi delle perle. Oltretutto questo super-lavoro, unito al suo strapotere economico, rende molto difficile la creazione di un film in cui non appaia il nome di Besson da qualche parte nei titoli.

Il seguito de I fiumi di porpora, thriller con venature horror del 2000, non fa eccezione. Il vuoto lasciato dal regista, Mathieu Kassovitz, dal co-protagonista, Vincent Cassel, ma soprattutto dallo sceneggiatore e autore del libro alla base del film, Jean-Christope Grangé, è parecchio evidente. In pratica l’unico elemento di contatto è Jean Reno con il suo commissario Niemans. Luc Besson deve quindi essersi immedesimato in Victor, “l’uomo delle pulizie” nel suo Nikita (guarda caso interpretato da Reno). Ha messo le mani sul progetto, ha trovato un nuovo regista, una nuova spalla per il commissario e ha sfornato una sceneggiatura ad hoc. Nessuno di questi interventi è stato migliorativo rispetto al primo episodio. Ma andiamo con ordine.

Il regista Olivier Dahan fa di tutto per colpire, per costruire un quadro dinamico e mutevole. Arditi movimenti di macchina, violenti sfasamenti, pesanti variazioni cromatiche, ma alla fine la sensazione è di eccessiva confusione; manca completamente la coesione. Già Kassovitz nel 2000 era stato molto criticato per alcune scelte (l’inserto videoludico alla Tekken, il finale sconnesso e sbrigativo) che però costituivano delle sbandate su un impianto in grado di reggersi in piedi da sé. Dahan, viceversa, non sembra in grado di controllare e coordinare le diverse fasi dello script, che è l’altro grande punto debole del film.
Inseguendo le atmosfere gotico-mistiche del libro e del primo film, Besson mette in fila senza troppa cura topoi degni del peggior romanziere manierista di fine Settecento. Dal cadavere di un uomo trovato murato in una cella di un monastero si giunge ad una serie di omicidi che corre su due linee, quella apostolica (uno strano legame tra le vittime, che incarnano i presenti all’Ultima Cena, compreso Gesù) e quella Maginot, tra sotterranei e libri magici. Il tutto inseguendo gli Angeli dell’Apocalisse, misteriosi frati senza volto e dalle insospettabili capacità atletiche che mirano a completare la sanguinolenta impresa prima che Niemans e compagno scoprano la verità.

Se la prima parte del film è semplicemente una brutta copia del suo predecessore (ricalcato fin nella struttura, con tanto di déjà-vu della presentazione alternata dei due poliziotti), la seconda accelera rapidamente verso la noia e l’assurdo, rinunciando a qualunque coerenza in un finale che sembra una parodia di Indiana Jones (o della Mummia, che è molto peggio). A nulla servono le numerose sequenze d’azione, così come il pur bravo Jean Reno (ormai però schiavo del personaggio) ed il cameo di Christopher Lee non bastano a risollevare le sorti del film.

Una menzione per l’ultima delle variazioni rispetto al film di Kassovitz, l’unica di cui non si è ancora parlato: Benoît Magimel, che raccoglie l’eredità di Cassel, è assolutamente inadeguato. Un personaggio piattissimo e scontato, figlio di milioni di altri uguali. Ironia sempre fuori luogo e soprattutto una recitazione a metà tra il suddetto Cassel e Brad Pitt in Seven, comprese le varie smorfie e mossettine con la pistola.


Titolo: I fiumi di porpora 2 – Gli angeli dell’apocalisse (Les rivières pourpres 2 – Les anges de l’apocalypse)
Regia: Olivier Dahan
Sceneggiatura: Luc Besson
Fotografia: Alex Lamarque
Interpreti: Jean Reno, Benoît Magimel, Christopher Lee, Camille Natta, Gabrielle Lazure, Johnny Hallyday, Serge Riaboukine, André Pervern, Francis Renaud, David Saracino, Jo Prestia
Nazionalità: Francia, 2004
Durata: 1h. 37′


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