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"21 grammi" di Alejandro González Iñárritu

19 gennaio 2004 Recensioni 11 Commenti
21 grammi

Bim, 16 Febbraio 2004 – Intenso

Paul è un professore di matematica affetto da gravi problemi cardiaci. Jack è un ex galeotto cheritrova la via in virtù di un inatteso infervoramento religioso. Cristina è una giovane moglie, madre di due bambine, che grazie al matrimonio e alla famiglia è riuscita a scrollarsi di dosso un passato da tossicomane…


Sean Penn e Naomi Watts in 21 grammiE’ stata da alcuni definita «un capolavoro» (termine ormai pericolosamente inflazionato), quest’opera seconda dell’acclamato regista di Amores Perros, Alejandro González Iñárritu. A mio modo di vedere non lo è: il giudizio globale andrebbe prudentemente ridimensionato su di un livello più basso. Lo status supremo di capolavoro non viene toccato, ma al termine della visione si ha la netta impressione che i presupposti per arrivare a tanto ci fossero. Se solo la sceneggiatura avesse pescato un po’ meno nel repertorio del “già visto”, forse avremmo potuto davvero assistere ad una vera gemma d’autore; e per nulla influisce in questa considerazione il fatto che l’esposizione dei fatti, delle tre storie di fondo, avvenga in maniera frammentaria, con la totale violazione dell’ordine cronologico delle singole scene, sezionate e poi sparpagliate qua e là per tutta la durata del film in una composizione dove comunque non vige, ovviamente, la casualità. Qualunque sia l’ordine con cui decidiamo di guardare ai fatti narrati, anche qualora la nostra naturale predisposizione ci porti a farlo privilegiando il criterio più agevolante: quello cronologico, permane comunque un difetto non trascurabile di originalità che non consente a questa pellicola di levarsi realmente in alto. Tuttavia, l’efficacia comunicativa della stessa rispetto al dramma che ci viene posto dinanzi agli occhi è indiscutibile, persino rara di questi tempi.

Benicio Del Toro in 21 grammiAl di là delle osservazioni appena fatte, però, va detto che 21 grammi è davvero un film di straordinaria intensità, che inizialmente disorienta lo spettatore per via dei suoi tanti balzi temporali, per poi lasciarlo spesso esterrefatto dinanzi a cotanto impatto drammaturgico.

Naomi Watts in 21 grammiE’ un film che narra di vita, di morte e di redenzione, e di come le tre cose si leghino, si confondano, sino a perdersi l’una nell’altra. E’ profonda la riflessione sull’oscuro significato della vita e della morte, su come l’una possa sotto certi punti di vista non escludere l’altra, in quella che è una ricerca, un’indagine interiore che sarà sempre, da qui all’eternità, parte integrante dell’esistenza di ogni singolo uomo. Iñárritu fornisce il suo personale spunto riflessivo a contributo di questa sorta di enigma irrisolvibile intrecciando e fondendo fra di loro tre storie, tre vicende di persone comuni in un’ambientazione volutamente incerta geograficamente, così concepita per dare allo spettatore quell’idea di “persona qualunque in un luogo qualunque”. Efficace a questo proposito la fotografia di Rodrigo Prieto, molto curata e realistica nella sua ricercata “povertà”, che da nitida diventa granulosa assecondando gli umori, i diversi stati d’animo dei personaggi all’alternarsi degli eventi.

Sean Penn in 21 grammiEccellente la recitazione dei tre attori co-protagonisti, talmente buona da indurre a chiedersi se l’impatto emozionale di cui si parlava precedentemente sarebbe stato il medesimo qualora gli interpreti fossero stati altri. Forse no, ma questo tipo di analisi sarebbe allora da estendere ad una moltitudine di altre opere cinematografiche. Sean Penn ci consegna un’altra sentitissima prova d’attore, che fa il paio con quella offerta in Mystic River (quest’ultima potrebbe fruttargli l’Oscar; la nomination pare ormai scontata). Il bel film di Eastwood ha oltretutto in comune con questo 21 grammi la profonda indagine esistenziale, che evidenzia una certa comunanza di intenti e di approccio tematico fra le due pellicole, a prescindere dai diversi contesti che le caratterizzano.

Se Penn convince appieno, Benicio Del Toro (ve lo ricordate nel capolavoro I Soliti Sospetti?) si conferma come uno degli attori più intensi, più consistenti attualmente in circolazione, che assieme con una struggente Naomi Watts completa un trittico di interpretazioni fra le migliori in assoluto di questa stagione cinematografica.

Il regista di 21 grammi Alejandro González IñárrituForse non era necessario scombinare la cronologia degli eventi, probabilmente questa pellicola non avrebbe perso un briciolo di efficacia qualora fosse stato rispettato l’ordine cronologico. Direi che le velleità autoriali del regista hanno forse preso il sopravvento nelle scelte narrative da lui adottate. Ma il risultato resta comunque ammirevole. Un film sentito e accorato, visivamente efficace e splendidamente interpretato. Prestategli la vostra attenzione.


La locandina di 21 grammiTitolo: 21 grammi – Il peso dell’anima (21 Grams)
Regia: Alejandro González Iñárritu
Sceneggiatura: Alejandro González Iñárritu, Guillermo Arriaga
Fotografia: Rodrigo Prieto
Interpreti: Sean Penn, Naomi Watts, Benicio Del Toro, Charlotte Gainsbourg, Melissa Leo, Clea DuVall, Danny Huston, Carly Nahon, Claire Pakis, Nick Nichols, John Rubinstein, Eddie Marsan, Lloyd Keith Salter
Nazionalità: USA, 2003
Durata: 2h. 05′


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Attualmente ci sono 11 commenti a questo articolo:

  1. max ha detto:

    Per capire fino in fondo questo capolavoro bisogna vedere Amores perritos .La trilogia della morte iniziata con “Amores perritos” continuata con “21 grammi” e finita con ” Babel” e’ pura visione senza compromessi spettacolo crudo senza trucchi .Questo e’ il vero cinema .

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Effettivamente noi non abbiamo avuto occasione di recensire “Amores perros”. Ad ogni modo, penso che pur essendo diretto da un altro faccia a tutti gli effetti parte della riflessione sulla morte anche “Le tre sepolture”, scritto come questi di Inarritu da Guillermo Arriaga.

  3. max ha detto:

    Il film “amores perritos” e’ diretto come “21 grammi ” e ” babel” da Inarritu

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Si intitola “Amores Perros”. Ma come ho detto, il discorso sulla morte che lo sceneggiatore fa in questi film, lo porta avanti anche con “Le tre sepolture”. Trovo sia giusto accorpare quel film a questi per avere un’idea completa della riflessione di Arriaga sull’argomento, visto che è a tutti gli effetti coautore di tutti e quattro i film.

  5. max ha detto:

    Condivido pienamente .

  6. max ha detto:

    Alberto sono sicuro che mi puoi aiutare ,ho dimenticato l’ultimo film di Alejandro González Iñárritu ,ti ricordi il titolo ?Grazie per la risposta

  7. Alberto Cassani ha detto:

    Era “Babel”, non mi pare abbia fatto più niente, dopo.

  8. Francesco Manca ha detto:

    Per Max:

    il suo ultimissimo film non ancora uscito nelle sale è “Biutiful”, presentato all’ultima edizione del Festival di Cannes e grazie al quale il protagonista Javier Bardem si è aggiudicato, ex-aequo con il nostro Elio Germano, il premio come miglior attore.

    Ad ogni modo, la prima volta che vidi “Babel” lo considerai quasi un capolavoro. L’ho rivisto qualche mese fa e l’impressione, ahimè, non è stata la stessa.

  9. max ha detto:

    Grandissimo,e’ proprio biutiful,aspetto con ansia di vederlo.GRAZIEEEE.

  10. Alberto Cassani ha detto:

    Tra l’altro ne è appena stata fissata l’uscita italiana per il 4 febbraio 2011.

  11. Guido ha detto:

    Ottimi attori, ma la struttura sconnessa fa perdere molta tensione ed intensità alla storia.

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