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"Rogue - Il solitario" di Philip G. Atwell

17 luglio 2008 Recensioni 0 Commenti
Emanuele Rauco, 17 Luglio 2008: Confuso
01 Distribution, 18 Luglio 2008

Rogue è un killer che si barcamena tra mafia cinese e yakuza, sterminando tutti impunemente per causare una guerra tra clan. L’agente Crawford si occupa del caso, ma ha un conto in sospeso con Rogue, visto che gli ha ucciso l’amico e collega. Ma la caccia spietata rivelerà qualche sorpresa…


Qualche anno fa, quando il cinema di Hong Kong spopolava per raffinatezza e adrenalina, Hollywood tentò di importare alcuni di quei talenti – attori e registi – per crearne una succursale americana, con scarsi risultati. Allora si è pensato fosse più conveniente giocare la carta dell’interazione e dell’integrazione, facendo lavorare in coppia, o come avversari, divi d’Oriente e Occidente assieme, mescolando le culture. Non paghi dei mezzi fallimenti di Jackie Chan e altri, l’ultima vittima di questo imperialismo è Jet Li, straordinario maestro di arti marziali e di film d’azione che in America ha trovato la via della normalizzazione e dell’appiattimento, suggellato da questo bolso film in cui il clou dovrebbe essere il confronto con Jason Statham.

Scritto da Lee Anthony Smith e Gregory J. Bradley, un thriller d’azione come qualunque altro, con in più promesse d’azione vorticosa e violenza in quantità consistente, ma l’unica cosa a essere mantenuta è il basso livello di cura e competenza cinematografica.

Ambientato nelle intenzioni tra il Giappone e gli Stati Uniti, ma per ragioni di budget girato quasi tutto in interni, il film racconta di uomini soli contro tutti, con accumulo di sorprese e colpi di scena, in cui trame, sottotrame e ribaltamenti si perdono a vista d’occhio, cercando di guardare a Kurosawa o Leone, mettendo in conto anche un aleatorio tentativo di riflessione sulla vendetta, ma che si perde nella confusione e nel lassismo di un film che aspetta solo il momento di farsi apprezzare con l’azione. Che però, sfortunatamente, non arriva, perché Philip G. Atwell – il regista – mette da parte la fluidità, il senso plastico e la costruzione dello spazio filmico, occhieggia alle coreografie orientali ma pasticcia con gli stunt e soprattutto col montaggio, che peggiora la situazione sincopando ogni scena come fosse una clip musicale, impedendo partecipazione e comprensione. Il finale ci prova ad alzare posta e livello, ma ormai si è gettata la spugna.

In questo la sceneggiatura ci mette del suo, raffazzonando complotti, presentando personaggi che scompaiono, delineando storie che si perdono e non si capiscono, cercando di costruire un’atmosfera ma trovandosi in mano un po’ di combattimenti ai quali trovare spiegazione. Atwell si accontenta di qualche espediente pubblicitario, ma non è in grado di mettere in scena l’azione e la tensione, come dimostra l’incompetenza negli inseguimenti, specie quello sulla scala, tranciato da primi piani, fasulle inquadrature sbilenche, e stacchi assassini di montaggio.

Attori sotto il livello di guardia, e se per il granitico Statham non è una novità, dispiace per Li, che deve limitare al minimo le abilità atletiche e acrobatiche, e purtroppo anche le espressioni, essendo l’unico artista marziale a saper anche recitare. Ce ne faremo una ragione, anche perché non è neanche finita questa recensione che il ricordo del film sembra già così oscuro.


Titolo: Rogue – Il solitario (War)
Regia: Philip G. Atwell
Sceneggiatura: Lee Anthony Smith, Gregory J. Bradley
Fotografia: Pierre Morel
Interpreti: Jet Li, Jason Statham, John Lone, Devon Aoki, Luis Guzmán, Saul Rubinek, Ryo Ishibashi, Sung Kang, Mathew St. Patrick, Nadine Velazquez, Andrea Roth, Mark Cheng, Kane Kosugi, Kennedy Montano, Terry Chen, Steph Song, Luis Guzmán
Nazionalità: USA, 2007
Durata: 1h. 37′


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