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"Sanguepazzo" di Marco Tullio Giordana

21 maggio 2008 Recensioni 0 Commenti
Lorenzo Piciarelli, 21 Maggio 2008: Doloroso
01 Dicembre 2008, 23 Maggio 2008

Cinque giorni dopo la Liberazione furono trovati a Milano i cadaveri di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, giustiziati poche ore prima dai partigiani. Coppia celebre nella vita oltre che sullo schermo, erano stati due divi di quel cinema dei “telefoni bianchi” che il fascismo aveva incoraggiato…


Marco Tullio Giordana torna a parlare del periodo più buio della storia italiana, e lo fa con una pellicola che lo conferma come uno dei migliori registi nostrani degli ultimi tempi. Il fatto che i film sul fascismo siano ormai inflazionati quanto le T-shirt “I love New York” e che la tematica “gli orrori della Seconda Guerra Mondiale” sia stata cucinata in ogni salsa negli ultimi decenni, rende ancora più apprezzabile il fatto che il nono lungometraggio del regista de La meglio gioventù non scivoli mai nel déjà-vu cinematografico, riuscendo ad analizzare un tema vecchio da una prospettiva relativamente nuova, a volte eccessivamente prolissa ma mai retorica.

La storia è quella di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, celebri attori di quel cinema dei “telefoni bianchi” incoraggiato dal regime, i cui corpi giustiziati furono trovati cinque giorni dopo la fine della guerra nella periferia di Milano; due personaggi scomodi che incarnarono l’antieroe per antonomasia tanto sullo schermo quanto nella vita privata. Se sul set, infatti, il loro ruolo era quasi esclusivamente quello degli antagonisti, la loro vita privata non era da meno: entrambi cocainomani e sessualmente promiscui, vissero una vita dissoluta caratterizzata dal disordine più totale fino a quando, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, i due risalirono a nord, aderirono alla repubblica di Salò e aggiunsero al loro già macabro curriculum di vita l’etichetta di criminali di guerra. Questo gli valse, nell’immaginario collettivo, la fama di due dei volti più rappresentativi del fascismo italiano, tanto da meritare d’essere fucilati per mano dei partigiani una volta caduto il regime.

Lei donna perduta, lui villain: due ruoli che gli si incollarono sulla pelle fino alla calata del sipario, due attori che recitarono sempre se stessi e che fecero entrare lo squallore e l’agghiacciante malvagità dei personaggi che interpretavano sul grande schermo nelle loro vite. Marco Tullio Giordana sottolinea fin dai primi minuti del film e con sottile insistenza alcuni elementi sconcertanti: il fatto che qualche giorno prima della loro fucilazione i due attori si fossero consegnati spontaneamente nelle mani delle Brigate, che avessero sempre negato di essere stati dei criminali al servizio del Duce e l’assenza di un vero processo prima della loro fucilazione. Nel raccontare con maestria questi fatti, il regista dipinge ancora più di nero una storia già di per sé cupa e lascia che lo spettatore venga rapito dal dubbio che il vero crimine dei due attori fu quello di aver prestato i loro volti al fascismo, di aver lasciato che la loro visibilità e il loro successo si trasformassero in un atto d’accusa.

Due “cattivi” che non suscitano rabbia, ma compassione; due personaggi scomodi che non traggono vantaggi dalla loro vita dissoluta, ma che ne ricevono solo scapiti. Il regista porta lo spettatore dentro le miserie di Valenti e Ferida fino al punto di non riuscire a provare che tenerezza per due esseri tanto meschini quanto fragili. Sanguepazzo è un film che emoziona sia per la recitazione, quanto per la regia. La scelta di una fotografia pesante che aderisce perfettamente alla storia, una colonna sonora indovinata e un realismo storico impressionante (diventato ormai un marchio di fabbrica per questo regista) fanno quasi dimenticare l’ormai proverbiale inespressività della Bellucci (che dopo una prima ora di recitazione al limite della decenza sembra risvegliarsi miracolosamente, forse grazie a una regia praticamente perfetta, regalando quella che probabilmente è la sua migliore interpretazione di sempre). Magistrale Zingaretti che interpreta con assoluta spontaneità un ruolo tanto complesso come quello di Valenti.

È una pellicola dura, la nuova opera di Giordana, che non la smette mai di dare pugni alla bocca dello stomaco di chi la guarda. Ma ricevere colpi di questa qualità, per quanto doloroso possa essere, è davvero un piacere.


Titolo: Sanguepazzo
Regia: Marco Tullio Giordana
Sceneggiatura: Leone Colonna, Marco Tullio Giordana, Enzo Ungari
Fotografia: Roberto Forza
Interpreti: Monica Bellucci, Luca Zingaretti, Alessio Boni, Maurizio Donadoni, Giovanni Visentin, Luigi Diberti, Paolo Bonanni, Mattia Sbragia, Alessandro Di Natale, Tresy Taddei
Nazionalità: Italia, 2008
Durata: 2h. 30′


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