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"Water" di Deepa Mehta

5 ottobre 2006 Recensioni 0 Commenti
Water

Videa-CDE, 6 Ottobre 2006 – Coraggioso

Nel 1938 l’India è ancora una colonia e Gandhi sta iniziando la sua ascesa. La piccola Chuyia, rimasta vedova a 8 anni, viene mandata ad abitare in una casa che ospita le vedove Indù costrette a vivere in eterna penitenza. L’energia della piccola Chuyia avrà un grande effetto sulle altre donne…


Sarala in una scena di WaterSe c’è un luogo nel mondo in cui il medium dominante è il cinema, quel luogo è l’India. Con il suo carattere popolare, la sua importanza quantitativa (l’industria indiana sforna migliaia di film all’anno) e la sua vitalità commerciale, il cinema decide le mode e i temi di interesse nazionale. Per questa ragione Water, della regista indiana Deepa Mehta, non è un film indiano ma canadese e non avrebbe potuto essere altrimenti. Sebbene narri della colonia inglese sul finire degli anni Trenta, il film tocca il tasto dolente del conflitto tra Fede e coscienza, attualissimo e inaccettabile, nel momento in cui si va rafforzando il potere dei fondamentalisti indù.

Lisa Ray e John Abraham in WaterAnche se non esita a sottolineare l’emozione con il crescendo sonoro, la regia è asciutta sul dolore, delicata sulla durezza del narrato. Ci rimangono negli occhi la sequenza del taglio di capelli di Chuyia, che la depriva in un gesto dell’infanzia intera, o quella in cui la vecchia zia addenta un dolce dopo decenni di privazione e l’infanzia rimossa ritorna di colpo, un colpo troppo forte da sopportare. Chi conosce l’India si accorgerà che quella messa in scena da Deepa Mehta non è la ricostruzione di una terra e di un tempo che non esistono più, ma è l’India di oggi, stesse strade, stesse contraddizioni.

Lisa Ray in WaterÈ il tocco che fa il film: il modo in cui, con le immagini, la regista ci sta dicendo che tutto è cambiato affinché nulla cambi. Perché nel 2006 le vedove indù sono 34 milioni e la loro costrizione ad una vita di penitenza è una violenza reale e a noi poco nota.

Terzo capitolo di una trilogia degli elementi che conta già Fire del ’96, e Earth del ’98, Water ha avuto una gestazione sofferta, che getta altre ombre sulla libertà accordata al pensiero e all’espressione nel subcontinente di Gandhi. Pronto al primo ciak nel 2000, il set è stato bruciato da una folla di fanatici, che ha minacciato di morte le attrici e la regista, e le riprese hanno trovato conclusione solo cinque anni dopo, nello Sri Lanka.

Lontano dai melodrammi socio-musicali o dalle tragicommedie a sfondo familiare, la pellicola di Deepa Mehta è, nel racconto come nel linguaggio, più che mai occidentale, ma la rabbia che ha scatenato conferma la potenza riconosciuta al mezzo cinematografico quale portentoso veicolo di trasmissione di un messaggio politico. Non resta che augurarsi che Water si faccia strada oltre gli sbarramenti imposti dalle distribuzioni e raggiunga il vasto pubblico che si merita.


La locandina di WaterTitolo: Water (Id.)
Regia: Deepa Mehta
Sceneggiatura: Deepa Mehta
Fotografia: Giles Nuttgens
Interpreti: Sarala, Lisa Ray, Seema Biswas, Kulbhushan Kharbanda, Waheeda Rehman, Raghuvir Yadav, Vinay Pathak, Rishma Malik, John Abraham, Meera Biswas, Gerson Da Cunha, Vidula Javalgekar, Manorama, Deepa Mehta, Ronica Sajnani
Nazionalità: Canada – India, 2005
Durata: 1h. 54′


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