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"La guerra di Charlie Wilson" di Mike Nichols

25 febbraio 2008 Recensioni 0 Commenti
Tiziana Cappellini, 25 Febbraio 2008: Meritevole
Universal, 8 Febbraio 2008

Stati Uniti, 1980. Il Deputato Liberale Charlie Wilson è intimo amico di Joanne Herring, una ricca donna texana che, avversa all’ideologia comunista, è molto vicina alla causa afgana. Grazie al forte ascendete che Joanne esercita su Charlie, il Deputato si avvicina a sua volta alla popolazione afgana…


La guerra di Charlie Wilson inizia delineando i personaggi e le situazioni in modo tale che, se lo spettatore non fosse stato avvertito da una precedente didascalia che la vicenda è reale, sarebbe tratto in inganno. Infatti, l’incipit del film tratteggia separatamente i vari personaggi, offrendo di ciascuno uno spaccato di vita che pare romanzata e, quindi, idonea a una sceneggiatura di semplice intrattenimento. Il Deputato mondano e donnaiolo, l’agente della C.I.A. frustrato da interni giochi di potere che non gli permettono l’ascesa e, infine, l’ereditiera che intreccia una relazione altalenante con il Deputato stesso sono i personaggi principali. Tuttavia, è proprio da questa relazione che il cuore della storia ha inizio e il film diventa interessante.

Charlie Wilson, spinto da Joanne – anticomunista e discendente del Presidente George Washington – inizia a interessarsi all’invasione sovietica in atto in Afghanistan ormai da qualche anno. Invitato personalmente dal Presidente pakistano Zia, Wilson si reca a visitare i campi-profughi afgani: è in questa circostanza che il Deputato prende piena coscienza della tragicità della condizione afgana, così come apprende anche – attraverso i racconti dei profughi, essenzialmente donne e bambini – le atrocità commesse dai Sovietici per schiacciare questo popolo insieme alla sua democrazia. Da questo momento, tutte le energie di Wilson sono spese per raggiungere un unico obiettivo: tessere una rete di alleanze segrete – come segreta deve restare l’intera operazione – per aiutare il popolo afgano a sconfiggere i Sovietici.

Il film scorre in modo agevole esponendo i fatti più salienti senza però eccedere nel drammatico, riuscendo a illustrare con poche ma efficaci sequenze la crudeltà sovietica nei confronti dell’inerme popolo afgano. La maggiore forza del film, infatti, consiste nell’essere sintetico ma al contempo incisivo nel narrare una pagina di storia e di politica americana, peraltro misconosciuta. Infatti, attraverso poche battute che raccontano le violenze subite dagli afgani, insieme ad un eloquente campo lungo che ne mostra invece la condizione disperata, non solo il film risulta convincente nello spiegare le ragioni per le quali Wilson si persuade rapidamente della necessità di intervenire, ma riesce anche a informare in pochi minuti lo spettatore di interi anni di guerra. In parallelo all’impegno politico che da questo momento in avanti assorbirà il Deputato, viene narrato anche il suo impegno privato nel mettere a tacere uno scandalo dannoso alla sua immagine e che, nella logica della politica americana, lo distruggerebbe nonostante abbia dalla sua il lodevole aiuto che intende portare, in termini di finanziamenti e di armi, all’Afghanistan.

Anche se l’evoluzione degli eventi si sviluppa in un modo che può apparire inverosimile, se non fosse per la rammentata autenticità dei fatti narrati, e nonostante l’assenza di un pathos particolare che catturi l’attenzione dello spettatore, il film risulta comunque accattivante soprattutto grazie alla resa della figura di Wilson, un personaggio sia nella vita pubblica che in quella reale. A questo risultato contribuiscono sia alcune battute leggere e apprezzabili che arricchiscono la sceneggiatura, sia il personaggio, altrettanto reale, dell’agente Avrakotos e l’interazione che innesca con quello di Wilson.

La didascalia finale, ossia una frase di Wilson stesso che, nel sottolineare la veridicità degli eventi, ricorda come poi questi abbiano preso purtroppo tutt’altra piega, rimanda ai fatti odierni e alla riflessione che l’operazione di aver armato i guerriglieri afgani si è tragicamente ritorta contro gli americani stessi. Tuttavia, al di là dell’evoluzione degli eventi odierni contrapposti a quanto narrato da La guerra di Charlie Wilson, resta il risultato di un film apprezzabile nelle modalità dell’esposizione di una pagina di storia e nell’intenzione – Tom Hanks ne è anche il co-produttore – di renderla nota.


Titolo: La guerra di Charlie Wilson (Charlie Wilson’s War)
Regia: Mike Nichols
Sceneggiatura: Aaron Sorkin
Fotografia: Stephen Goldblatt
Interpreti: Julia Roberts, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Terry Bozeman, Brian Markinson, Jud Tylor, Hilary Angelo, Cyia Batten, Kirby Mitchell, Emily Blunt, Peter Gerety, Rachel Nichols, Shiri Appleby, Om Puri, Ned Beatty
Nazionalità: USA, 2007
Durata: 1h. 37′


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