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"La regola del gioco" di Michael Cuesta

4 luglio 2015 Recensioni 0 Commenti
La regola del gioco

Bim, 28 Giugno 2015 – Amaro

Nella California del 1996, il giornalista d’inchiesta Gary Webb riceve informazioni circa un traffico di droga, avvenuto durante gli anni Ottanta, tra il governo degli Stati Uniti e il Nicaragua. La scoperta rivoluzionerà la sua vita professionale e privata, entrambe minacciate…


Jeremy Renner e Paz Vega in La regola del giocoQuanto è narrato in La regola del gioco è tutto vero. Almeno lo è la storia di Gary Webb, protagonista a cui il film è chiaramente un tributo. Quanto il giornalista ha scoperto – conducendo nel 1996 l’inchiesta “Dark Alliance”, pubblicata sul giornale San José Mercury con il quale collaborava – pare sia altrettanto vero. Ne è emersa appunto un’alleanza tra la CIA e i Contras del Nicaragua tesa a ricavare dal traffico di droga il denaro necessario a questo gruppo armato controrivoluzionario.

Andy Garcia in La regola del giocoPer quanto il film narri questa vicenda oscura dell’allora amministrazione Reagan, e necessariamente anche la CIA mostri il suo lato cupo, il vero nucleo tematico è la vita tormentata di Webb. Ne consegue che la sua psiche prevale sull’azione, con poche sequenze girate in carceri e tribunali contrapposte alle molte che mostrano invece la sua casa e la sua famiglia. Sono colti il suo lato umano e professionale, esplorando l’evoluzione degli eventi che lo porta a essere coraggiosamente irremovibile fino a trovarsi isolato. Viene mostrato il mondo alla rovescia in cui, secondo le parole di un ex-agente della CIA, «Tutto è corruzione e menzogna. Prima si è attratti dal potere, poi se ne diventa dipendenti e infine si viene divorati». Un mondo in cui chi è onesto viene attaccato e denigrato, oltre che abbandonato per paura o per interesse. Ed è il mondo in cui Webb si troverà ormai a sopravvivere, insidiato anche da minacce e da diverse figure ambigue, che però non gli faranno rinnegare quella che per lui non è solo una professione, ma una vocazione.

Oliver Platt, Mary Elisabeth Winstead e Jeremy Renner in La regola del giocoLe indagini di Webb si risolvono in brevi sequenze che lo vedono spostarsi dal Nicaragua a Panama per approdare a Washington, incalzando la cronologia degli eventi. Sono questi gli unici momenti in cui il film ha dei risvolti tecnici degni di nota, come anche l’utilizzo di filmati d’epoca che si amalgamano col resto della pellicola. Tuttavia i veri punti di forza si trovano nei titoli di testa, con la ricostruzione della campagna antidroga fatta proprio dall’amministrazione Reagan. Anni durante i quali, come il montaggio intreccia sapientemente, dietro le quinte avvenivano le azioni dei Contras e i traffici con loro.

Jeremy Renner e Rosemarie DeWitt in La regola del giocoNei titoli di coda è mostrato il vero Gary Webb, poi delle didascalie spiegano gli sviluppi del suo coraggioso operato. L’ultima didascalia informa amaramente come nel 1998 ci sia stato sì un rapporto sul caso redatto dalla CIA, ma che l’interesse dei mass media fosse rivolto allo scandalo Clinton-Lewinsky. E il valore emotivo di queste immagini aumenta rammentandole in contrapposizione a quelle dei titoli di testa, rendendo un ulteriore omaggio al giornalista che si è voluto ricordare.


La locandina di La regola del giocoTitolo: La regola del gioco (Kill the Messenger)
Regia: Michael Cuesta
Sceneggiatura: Peter Landesman
Fotografia: Sean Bobbitt
Interpreti: Jeremy Renner, Rosemarie DeWitt, Ray Liotta, Tim Blake Nelson, Barry Pepper, Oliver Platt, Michael Sheen, Paz Vega, Michael Kenneth Williams, Mary Elizabeth Winstead, Lucas Hedges, Andy Garcia, Robert Patrick, Ted Huckabee, Lucas Hedges, Matthew Lintz, Parker Douglas
Nazionalità: USA, 2014
Durata: 1h. 51′


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