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"American Beauty" di Sam Mendes

25 gennaio 2000 Recensioni 10 Commenti
American Beauty

Uip, 21 Gennaio 2000 – Folgorante

A prima vista Lester e Carolyn Burnham sembrano una coppia perfetta. In realtà Lester è un uomo insoddisfatto, che sta cadendo in una sempre più profonda disperazione e che si infatua di un’amica della figlia. E nel frattempo la figlia ha conosciuto il loro timido e misterioso vicino…


Kevin Spacey e Annette Bening in American BeautyA prima vista, American Beauty sembra la storia di una tipica famiglia statunitense, perché è proprio la tipica famiglia statunitense di ceto medio ad esserne al centro, ma basta il primo minuto di proiezione per capire che la storia che ci viene raccontata non è esattamente tipica. In realtà, infatti, il film racconta – portando i toni all’eccesso – la frustrazione di un quarantaduenne qualunque, indipendentemente dalla nazionalità, che come tanti della sua età vede calare l’attrazione sessuale per la moglie e come qualcuno della sua età inizia a guardare diversamente le compagne di scuola della figlia.

Mena Suvari in American BeautyIl cast di American Beauty (che è il nome delle rose rosse coltivate dalla protagonista) è davvero di ottimo livello, ma è penalizzato da un pessimo doppiaggio. Kevin Spacey si dimostra nuovamente un attore misurato ma capace di interpretare in maniera convincente i ruoli più diversi. Al suo fianco ci sono Annette Bening, valida attrice che non era mai riuscita a farsi notare finché non è diventata la signora Warren Beatty, e un efficace Chris Cooper, mentre i giovani Thora Birch, Wes Bentley e Mena Suvari funzionano bene ma non sembrano poter avere davanti una carriera luminosa.

Thora Birch in American BeautyLa sceneggiatura è seminata di bei dialoghi e ottime battute. Lo sceneggiatore Alan Ball ha scritto una storia cattiva al punto giusto, riuscendo a giocare bene con il ritmo del film e sviluppando ottimamente la trama: quando è il momento di scherzare si scherza, quando si deve fare sul serio si fa sul serio. Ball crea una tensione sempre crescente, che raggiunge il suo apice nell’ultimo quarto d’ora, prima di venir dissipata con un finale forse esagerato ma davvero bellissimo. La voce fuori campo che si fa sentire per tutto il film fa da perfetto contraltare a ciò che vediamo sullo schermo, spiegandocelo quando potrebbe essere incomprensibile e sdrammatizzandolo quando potrebbe sembrare troppo serioso.

Wes Bentley, Thora Birch e Mena Suvari in American BeautyLa regia non è troppo spettacolare, ma è estremamente funzionale alla storia. E questo è l’unico indizio del fatto che Sam Mendes sia un regista di estrazione teatrale, alla prima prova cinematografica. Il look del film è comunque arricchito dall’ottimo lavoro di Conrad L. Hall, già direttore della fotografia di film come Il maratoneta e Butch Cassidy. Immagini peraltro sottolineate dalle belle musiche, ossessive e sognanti.

Un bel film, insomma, che farà man bassa alla prossima notte degli Oscar ma che manca di un qualcosa che lo renda un vero capolavoro.


La locandina di American BeautyTitolo: American Beauty (Id.)
Regia: Sam Mendes
Sceneggiatura: Alan Ball
Fotografia: Conrad L. Hall
Interpreti: Kevin Spacey, Annette Bening, Thora Birch, Mena Suvari, Wes Bentley, Chris Cooper, Peter Gallagher, Allison Janney, Scott Bakula, Sam Robards, Ara Celi, John Clo, Fort Atkinson, Sue Casey, Kent Faulcon, Brenda Wehle, Lisa Cloud
Nazionalità: USA, 1999
Durata: 2h. 10′


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Attualmente ci sono 10 commenti a questo articolo:

  1. Fauno ha detto:

    NON POTEVO NON LASCIARE UN COMMENTO:

    Trovo che questo film sia meraviglioso e sarà difficile eguagliare la sua prosondità di messaggi e contenuti.

    Non esagero nel dire che questa pellicola “mi ha cambiato la vita”!

  2. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Oscar meritato da Kevin Spacey

  3. Alberto Cassani ha detto:

    Però devo dire una cosa: Morando Morandini aveva scritto che il personaggio di Spacey era doppiato male. Io non ero per nulla d’accordo perché l’avevo trovato perfetto. Però poi sono andato a guardarmi il film in lingua originale e devo dire che è vero: in originale Spacey è molto più piatto e asettico (volutamente), mentre in italiano la voce è troppo intensa. Però funziona alla grande ugualmente.

  4. Marco ha detto:

    Come esordio è un film validissimo, però in alcuni momenti lo trovato piatto e alcune situazioni mi sembrano messe un pò a caso. Comunque ottime interpretazioni. Si lascia guardare ma non lo rivedrei una seconda volta.

  5. Riccardo ha detto:

    Un film che come Eyes Wide Shut (con cui presenta delle analogie oltre a condividerne l’anno di uscita) mi ha sconvolto l’esistenza. Se non è un capolavoro poco ci manca. Per quanto riguarda il doppiaggio devo dire che è tutt’altro che brutto, anzi: Kevin Spacey è piatto in originale. Forse volutamente come dici tu Alberto ma a me ha dato davvero fastidio quell’apatia. Gli ultimi 15 minuti sono un twist ending pazzesco, la storia non va mai dove lo spettatore si aspetta.

  6. Alberto Cassani ha detto:

    La mia notazione in recensione sul doppiaggio in realtà si riferiva a quello degli altri personaggi, non a Spacey. Anzi, credevo di aver proprio scritto che invece Spacey era ben doppiato. Cosa che in realtà è, in sé, pur non raggiungendo le vette apatiche dello Spacey vero. Tra l’altro all’epoca un sacco di critici delle generazioni precedenti la mia (quindi che si potevano riconoscere nel protagonista) hanno massacrato il film. Mah…

  7. Riccardo ha detto:

    Io non riesco a trovarci un difetto. Noi italiani dovremmo fare film come questo un pochino più spesso.

  8. Alberto Cassani ha detto:

    Ce li vedo, Brizzi e Pieraccioni…

  9. Riccardo ha detto:

    Probabilmente cadrà un meteorite in camera mia però non ho mai visto nulla di nessuno dei due quindi non so se la tua è una battuta ironica o fai sul serio XD

  10. Alberto Cassani ha detto:

    Ovviamente sì.

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