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"Truman Capote: a sangue freddo" di Bennett Miller

14 febbraio 2006 Recensioni 2 Commenti
Truman Capote

Sony, 18 Febbraio 2006 – Fiacco

Nel 1959, il celebre scrittore Truman Capote legge dell’omicidio di una famiglia a Holcomb, in Kansas. Seguendo da vicino il caso, scrive il romanzo scandalo A sangue freddo, che ne accresce la fama ma che suscita polemiche di carattere letterario ed etico-sociale. Fu la nascita di un nuovo genere di letteratura…


Philip Seymour Hoffman e Catherine Keener“Non-fiction novel” – romanzo non di finzione – è l’espressione coniata da Truman Capote per descrivere il suo libro A sangue freddo. In linea generale, indica la cronaca attenta pur se scritta con stile romanzato di fatti realmente accaduti. Nel caso specifico, il libro racconta l’omicidio avvenuto il 15 Novembre 1959 di una famigliola del Kansas da parte di due pregiudicati in libertà vigilata. Capote seguì il caso fin dall’inizio, appena ne lesse la notizia sul New York Times, e fino all’esecuzione dei due assassini. Col passare del tempo, quello che doveva essere un articolo per il New Yorker divenne un romanzo, serializzato sulla rivista allora diretta da William Shawn nel 1965 e quindi pubblicato in volume l’anno successivo.

Philip Seymour Hoffman in una scenaTruman Capote: a sangue freddo racconta sommariamente la storia di quei cinque anni di lavoro, concentrandosi sul rapporto quasi morboso che si era venuto a creare tra uno dei due assassini e lo scrittore di Colazione da Tiffany. Lo fa, però, in maniera troppo fredda e lenta, non riuscendo mai a avvolgere lo spettatore nel mondo dei personaggi che ci racconta, come invece sapeva fare egregiamente Truman Capote con la sua prosa. L’esordiente regista Bennett Miller compie l’errore di badare più alla forma che alla sostanza, confezionando un film asettico anche se stilisticamente ineccepibile. La sceneggiatura dell’attore Dan Futterman, che adatta per lo schermo il libro di Gerald Clarke, non decolla mai e di rado riesce a darci un ritratto efficace di Capote, personaggio eccentrico se ce n’è stato uno ma anche autore geniale come pochi altri.

Clifton Collins Jr e Philip Seymour HoffmanL’unico vero punto di interesse della pellicola è proprio l’interpretazione che di Capote offre Philip Seymour Hoffman. Liberatosi qui dall’etichetta di ottimo caratterista – o meglio: di ottimo attore di supporto – che s’è portato dietro per tutta la sua carriera cinematografica, Hoffman sfiora quella completa adesione al personaggio interpretato che il Jamie Foxx di Ray seppe mostrare un anno fa, e ci offre un Truman Capote che va decisamente oltre le mossette e la voce stridula che lo caratterizzavano. Purtroppo l’impegno del suo doppiatore Roberto Chevalier, la cui prova migliora man mano che il film procede, non è stato sufficiente a riproporne l’efficacia anche nella pallida versione italiana. Ma pallida è, in fondo, tutta la pellicola.

Nel 1967, Richard Brooks realizzò una versione cinematografica del romanzo di Capote, che ottenne quattro nomination all’Oscar. Il film di Miller ne ha ottenute cinque. Troppa grazia.


La locandinaTitolo: Truman Capote: a sangue freddo (Capote)
Regia: Bennett Miller
Sceneggiatura: Dan Futterman
Fotografia: Adam Kimmel
Interpreti: Philip Seymour Hoffman, Catherine Keener, Clifton Collins Jr, Chris Cooper, Bruce Greenwood, Bob Balaban, Amy Ryan, Mark Pellegrino, Allie Mickelson, Marshall Bell, Araby Lockhart, Robert Huculak, R.D. Reid, Rob McLaughlin
Nazionalità: USA, 2005
Durata: 1h. 53′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Guido ha detto:

    Abbiamo perso uno dei più grandi attori della sua generazione.
    Di lui ricordo solamente grandi interpretazioni, sia come protagonista, sia come comprimario.
    R.I.P. PSH.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Eh sì. Uno degli attori più importanti del XXI secolo.

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