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Mon Colonel di Laurent Herbiet

17 ottobre 2006 Recensioni 0 Commenti
Mon Colonel

Inedito in Italia – Difficle

Il cadavere dell’ex Colonnello Duplan viene ritrovato a Parigi. Il Tenente Galois, incaricata di svolgere le indagini, riceve dall’assassino il diario dell’attendente Guy Rossi, che aveva prestato servizio sotto il comando del Colonnello durante la Guerra d’indipendenza algerina nel 1956…


Cécile de France in Mon ColonelDi film storici se ne vedono molti, di buoni film storici pochi. Forse perché è molto più facile romanzare la Storia a piacimento di un successo al botteghino piuttosto che riportarla nella sua veste di realtà filmata. Quando poi si tratta di una Storia “recente” – mai del tutto sopita, tanto che le sue tracce rimangono vive e pulsanti ancora oggi – come la questione Francia/Algeria, sarebbe molto facile raccontare una storia e lasciare la Storia sullo sfondo. Invece quest’opera prima (da sottolineare) del talentoso quarantenne Laurent Herbiet è forse uno dei migliori film di guerra degli ultimi anni.

Olivier Gourmet e Robinson Stévenin in Mon ColonelTratto dall’omonimo romanzo di Francis Zamponi e adattato per lo schermo da Costantin Costa-Gavras e Jean-Claude Grumberg, Mon Colonel segue la vicenda attraverso la dualità e l’alternanza passato/presente. Costa-Gavras crea magnificamente una fittizia ma necessaria cornice di fiction dove incastrare la Storia, classicamente suddivisa dalla scelta stilistica dell’uso di colore e bianco e nero. Il presente serve come meccanismo di distillazione della tensione provocata dal passato, per questo protagonista è una ragazza, elemento utile ad una svolta mélo, che legge e in un certo senso si innamora del piccolo Tenente Rossi. Tale scelta risulta doppiamente funzionale, dal momento che aiuta lo spettatore ad approcciare la Storia in maniera molto più attiva, evitandogli i classici dubbi sul perché e sul come degli avvenimenti.
Olivier Gourmet e Robinson Stévenin in Mon ColonelOgni interrogatorio serve ad ampliare ciò che le immagini del passato non riescono da sole a mostrare, e a regalare maggiore fluidità all’operazione; inoltre Costa-Gavras riesce a tenere viva la “curiositas” dell’elemento giallo. Già questo renderebbe Mon Colonel un film apprezzabile, nel suo encomiabile e riuscito tentativo di film duplice. Ma ciò che fa da valore aggiunto alla pellicola è la parte legata al passato. Non ci troviamo, infatti, nei pressi del canonico escamotage “piccolo uomo che fa i conti con la Storia”, perché per i due sceneggiatori e per Herbiet la Storia siamo noi esseri umani, prima dei nostri avvenimenti, con le debolezze e le paure che ci accompagnano fino alla morte.

Robison Stévenin e Olivier Gourmet in una scena di Mon ColonelIl film, nel suo essere politico, non è mai schierato. L’oggettivazione della materia trattata è notevole, sia nei dialoghi sempre secchi e asciutti, sia nella messa in scena austera e poco entertainment. Il regista analizza il passato con occhio documentaristico (non ci sono piani sequenza mozzafiato, poche scene di battaglia e un uso della macchina a spalla spesso disturbante) e antropologico (le passioni che muovono il protagonista, la sua debolezza, il suo bisogno di aggrapparsi ad una figura di spicco), facendo emergere dalle azioni dei protagonisti il loro delicato bisogno di amore.

Robinson Stévenin e Eric Caravaca in Mon ColonelPiù che Mon Colonel il titolo sarebbe stato anche Mon pere, mio padre, dal momento che il rapporto più diretto tra Sergente e Colonnello è quello di un figlio nei confronti del padre, che si tramuta in vittima dinanzi al carnefice. Ed è questa un’altra potenzialità enorme del film: raccontare nella Storia un sentimento senza mai perderla di vista o svilirla sullo sfondo. Non è importante distinguere i buoni dai cattivi, dal momento che non esistono nella vita vera, entrambi colpevoli ed entrambi innocenti nel gioco/giogo della vita. Forse l’unico ponte di unione rimane il personaggio speculare e necessario di Ascencio, il francese che fa da spia per gli algerini, un personaggio che nella sua brevità ed importanza racchiude tutta l’essenza del film e dei suoi elementi: nazionalismo e lotta per la libertà.


La locandina francese di Mon ColonelTitolo: Mon Colonel
Regia: Laurent Herbiet
Sceneggiatura: Costa-Gavras, Jean-Claude Grumberg
Fotografia: Patrick Blossier
Interpreti: Olivier Gourmet, Robinson Stévenin, Cécile de France, Charles Aznavour, Bruno Solo, Eric Caravaca, Guillaume Gallienne, Georges Siatidis, Guillaume Gallienne, Wladimir Yordanoff
Nazionalità: Francia – Belgio, 2006
Durata: 1h. 50′


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