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"L'eletto" di Guillaume Nicloux

11 giugno 2007 Recensioni 0 Commenti
Emanuele Rauco, 11 Giugno 2007: Superfluo
01 Distribution, 15 Giugno 2007

Laura è una madre single che ha adottato, dopo non poche peripezie, un bambino orientale, il quale cresce e comincia a mostrare segni strani, non solo nel corpo. Così la madre comincia a indagare, incontrando sulla sua strada personaggi inquietanti, profezie misteriose e strani eventi animaleschi…


Il cinema di genere, sia popolare sia più autoriale, dovrebbe avere tra le prime istanze quella del rispetto e adesione al pubblico, vale a dire la capacità e la sensibilità di attrarlo e coinvolgerlo, di interessarlo con storie a lui rivolte. Invece molto spesso non si nota la distanza tra un film ed il suo pubblico (se mai ce ne fosse uno) e si decide di adagiarsi su presunte velleità artistiche. E’ quello che, sfortunatamente, fa Guillaume Nicloux con il suo sesto film per il grande schermo, continuando a rimestare nel torbido e torpido mare degli horror dell’occulto e sfornando una storia che raschia il fondo di un barile cui nessuno è più interessato.

Scritto dal regista con Stéphane Cabel, dal romanzo di Jean-Christophe Grangé, un thriller esoterico noioso fin dalla sinossi, che cerca di raccontare riti, miti e mitologie di nessun interesse per provare a dare credibilità a Monica Bellucci, che col mestiere della recitazione non sempre è andata d’accordo, impegnata – come abitudine hollywoodiana – a sfoggiare tagli punitivi e segnali d’imbruttimento. Tra Parigi, i boschi francesi e un’improbabile estremo Oriente, il film è il ritratto, visto mille volte, di una madre single che cerca di lottare per la difesa del figlio e di una femminilità che non prevede la dipendenza da un uomo, che accumula stereotipi e cliché cercando la concretezza nell’occulto, ma trovando invece i vaneggiamenti di una storia che si complica dando raramente l’impressione di sapere dove andare e avendo ancora meno capacità di affabulazione.

Nel vano rincorrersi di personaggi e situazioni, il tono del film è sempre inadeguato, come se riuscissimo ad avvertire le disperate difficoltà di Nicloux nel convincere qualcuno che il film possa essere interessante. E infatti, presentata alla Festa di Roma la pellicola raccolse fischi e recensioni esagerate per un film che, grazie a una certa competenza tecnica, prova a mantenersi nel limbo della mediocre inutilità. Ci riuscirebbe, se la sceneggiatura non fosse costruita su un climax inverso che dalla tensione e suspense dei primi minuti scivola gradualmente verso la noia e l’irritazione per approdare ad un finale ridicolo il cui clou è un rito purificatore con un ermellino (le scazzottate e i doppi giochi vari sono già nel dimenticatoio). La regia non fa troppi danni, ma non si accorge che il tono serioso e presuntuoso e il ritmo cupo e oscuro allontanano lo spettatore anziché avvincerlo e affascinarlo.

Grangé è un buon autore di best seller puntualmente maltrattati dal cinema, alcune scene hanno una discreta presa visiva e Monica Bellucci (come detto con caschetto e rughe tattiche) s’impegna più del previsto, ma lo script la tradisce affibbiandole un maschio coraggioso ed eroico e un’inutile scena di nudo. Gli altri attori, da Moritz Bleibtreu a Catherine Deneuve, recitano per onor di firma ma non pongono particolari timbri ad un film che non sarebbe male dimenticare velocemente.


Titolo: L’eletto (Le concile de pierre)
Regia: Guillaume Nicloux
Sceneggiatura: Stéphane Cabel, Guillaume Nicloux
Fotografia: Peter Suschitzky
Interpreti: Monica Bellucci, Catherine Deneuve, Moritz Bleibtreu, Nicolas Thau, Sami Bouajila, Elsa Zylberstein, Lorenzo Balducci, Nicolas Jouhet, Peter Crack Bonke, Jerzy Rogulski, Tubtchine Bayaertu, Laurent Grévill, Yoshi Oida
Nazionalità: Francia, 2006
Durata: 1h. 42′


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