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"A Corte do Norte" di João Botelho

31 ottobre 2008 Recensioni 0 Commenti
Emanuele Rauco, 31 Ottobre 2008: Incompiuto
Inedito in Italia

La storia di Emilia de Sousa. Prostituta all’età di 15 anni, bella come poche altre donne al mondo, diventa la più grande attrice teatrale portoghese del XIX secolo nonostante sia analfabeta ma abbandona le scene quando si sposa un ricco ereditiero dell’isola di Madeira…


Il cinema portoghese, per ogni cinefilo, ha un nome e un volto solo, quello di Manoel De Oliveira, secolare maestro di uno stile unico e prezioso. Suo luogotenente e anch’esso aficionado di Festival e rassegne varie, João Botelho, di lui più giovane di 40 anni, è seguace di un particolare modo di fare e intendere il cinema. In concorso al Festival di Roma 2008, Botelho presenta il suo 21° film, un viaggio attraverso i meandri della storia e dei ricordi realizzati con stile sospeso e ostico. Che però non riesce a colpire fino in fondo.

Scritto dallo stesso regista con José Alvaro Morais, da un romanzo di Agustin Bessa-Luis, un dramma storico e familiare che mescola il cinema, il teatro e la letteratura per fare un viaggio sospeso tra fantastico e funereo in un mondo senza tempo e di ogni tempo. Ambientato quasi per intero nel promontorio che gli dà il titolo, il film è una ricognizione sulla famiglia e i fantasmi del passato, strutturata attraverso le diramazioni imprevedibili di una stirpe e di una genealogia, nel quale il mistero di un enigma diventa il mistero di un’identità e un gruppo di donne cerca, tra disperazione e svogliatezza, le proprie radici.

Fotografato in uno straordinario digitale da João Ribeiro, il film di Botelho mescola la frontalità del teatro, la luce pittorica e il linguaggio letterario con una messinscena spettrale, ma non sa gestire i limiti dell’operazione e si perde tra immagini, descrizione e rappresentazione. Un film teorico, più che altro, ma ai limiti della sterilità, con la scelta concettuale non nuova di far interpretare ruoli diversi alla stessa attrice ma capace di aprirsi a momenti di fascino ed emozione. Le tre forme artistiche ibridate non ne creano una quarta, così come i piani temporali si sposano senza una vera ragione, ma lo stile di Botelho – figlio, appunto, dell’ultimo De Oliveira – è ricco di suggestioni ed evocazioni che, purtroppo, non sanno andare al di là della patina formale.

Attori tenuti a freno, anche troppo, a parte la protagonista plurima Ana Moreira, perfetta anche se fredda, nel suo percorso dentro l’oscurità di un racconto. Film d’autore nel senso più vecchio e peso del termine, di difficile metabolizzazione e comprensione, e che, alla pari, sa regalare soddisfazioni e delusioni.


Titolo: A Corte do Norte
Regia: João Botelho
Sceneggiatura: João Botelho, José Alvaro Morais
Fotografia: João Ribeiro
Interpreti: Ana Moreira, Ricardo Aibéo, Rogério Samora, Laura Soveral, João Ricardo, Lígia Roque, Custódia Gallego, Rita Blanco, Margarida Vila-Nova, Marcello Urgeghe, Diana Costa E Silva, Graciano Dias, Virgílio Castelo, Fernanda Borsatti
Nazionalità: Portogallo, 2008
Durata: 2h. 02′


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