"A proposito di Schmidt" di Alexander Payne
Nexo, 7 Febbraio 2003 – Brillante
Warren Schmidt è appena andato in pensione quando rimane vedovo. Non gli rimane altro da fare che aiutare la sua unica figlia a preparare l’imminente matrimonio, nonostante non stimi per nulla il futuro genero. Così, si compra un camper di 11 metri e lascia il Nebraska alla volta di Denver…
Mancano dieci secondi prima che Warren Schmidt vada in pensione, ma quando finalmente arrivano le cinque del pomeriggio, non c’è entusiasmo nei suoi gesti, nel suo lasciare per l’ultima volta l’ufficio. Anche la cena in suo onore scivola via quasi nel suo disinteresse, e dal giorno dopo… non c’è più niente da fare! E sì che sua figlia si sposa tra poco, ma si sposa con un imbecille e vive lontana dai genitori. Ma visto che dopo la morte della moglie ormai ad Omaha non c’è più niente che lo trattiene, Schimdt decide di prendere il suo camper di undici metri e andare a Denver a dare una mano per i preparativi del matrimonio. Ma il viaggio non è una passeggiata, soprattutto per un sessantaseienne che solo ora sta scoprendo il mondo.
A proposito di Schmidt è un film costruito completamente intorno alla recitazione di Jack Nicholson, libero come sempre di spaziare nelle pieghe del suo immenso talento e dare corpo al proprio personaggio lavorando sull’eccesso. Al suo fianco, un branco di attori più o meno mediocri (con l’eccezione di Kathy Bates) ma assolutamente perfetti per le parti (compresa Kathy Bates). Con queste premesse, non ha molto senso soffermarsi sulla piattezza della fotografia, sull’inconsistenza della regia o sulla pochezza della sceneggiatura: è per vedere Jack Nicholson recitare – per vederlo recitare in questa maniera – che la gente va al cinema a vedere questo film.
Dotato di una comicità che gioca molto più sull’aspetto visivo che non su quello verbale, com’è giusto che sia avendo a disposizione l’istrionismo di Nicholson, il film rischia però alle volte di lasciare troppo spazio alla componente amarognola della vicenda, che sarebbe meglio rimanesse sullo sfondo. La storia è narrata spesso attraverso scene che hanno poco a che fare con lo sviluppo narrativo del film, e che non sempre servono a dare una maggior caratterizzazione del protagonista, ma che raramente si dilungano (succede, però), dando così al film un ritmo comico che sembra raro nel cinema attuale.
Tutte le considerazioni espresse in quest’ultimo paragrafo, però, sono secondarie rispetto a quelle del precedente: la presenza di Jack Nicholson è l’unica vera ragione di essere di questo film; un Nicholson non a caso premiato con il Golden Globe e in pole position per il quarto Oscar. A lui è dedicato tutto il film, a lui è dedicata l’attenzione degli spettatori, che ancora una volta gli hanno dato fiducia. Pienamente ripagata.
Titolo: A proposito di Schmidt (About Schmidt)
Regia: Alexander Payne
Sceneggiatura: Alexander Payne, Jim Taylor
Fotografia: James Clennon
Interpreti: Jack Nicholson, Hope Davis, Kathy Bates, Dermot Mulroney, June Squibb, Howard Hesseman, Connie Ray, Harry Groener, Len Cariou, Mark Venhuizen, Cheryl Hamada, Phil Reeves, Matt Winston, James M. Connor, Vaughan Wenzel
Nazionalità: USA, 2002
Durata: 2h. 04′
Forse il film meno finto che ho visto.
[…] unico quanto incapace ad adattarsi all’ambiente che lo circonda. Così come in Election e A proposito di Schmidt, Payne ci parla infatti di persone che non riuscendo a comprendere la dilagante frenesia quotidiana […]