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"Baby Love" di Vincent Garenq

17 dicembre 2008 Recensioni 0 Commenti
Baby Love

Archibald, 19 Dicembre 2008 – Flebile

Erano la coppia perfetta. Quasi perfetta… Emmanuel voleva un figlio, ma non Philippe. Un giorno, però, Emmanuel decide di fare il grande passo, a rischio di perdere Philippe. Ma come si fa a fare un bambino se entrambi sono gay? Basta innamorarsi della bella Fina… e farla innamorare…


Lambert Wilson in una scena di Baby LoveL’attualità è da sempre foriera di grandi consigli per quel che riguarda il cinema, specialmente la commedia, che sul lavoro tra le contraddizioni del reale fonda la maggior parte del suo valore anche estetico. E il tema di costume più attuale che si possa trovare riguarda i diritti degli omosessuali ad avere un matrimonio e, se possibile, un figlio. Tema perfettamente funzionale al film di Vincent Garenq, regista televisivo al secondo lungometraggio, che indirettamente critica e riflette sulla società francese raccontando una storie di famiglie alternative; che però non sono così alternative come il regista vorrebbe, e il film resta un po’ sul convenzionale.

Pilar López de Ayala in Baby LoveScritta dal regista, una commedia sociale e – appunto – di costume, che prende e rimastica spunti variegati sulle abitudini morali, psicologiche e in un certo senso politiche dei francesi, non riuscendo (o non volendo) calcare la mano fino in fondo.

Ambientato in una Parigi meno aperta di quel che si vorrebbe (e infatti nel film si strizza l’occhio all’inaspettato progressismo spagnolo), il film racconta del bisogno di amore e procreazione anche da parte di chi, per scelte “contro-natura”, non potrebbe avere la gioia dei figli, degli sforzi burocratici e non per capire e far capire il bisogno umano che trascende i sessi e arriva alla più profonda natura. E che, non tanto paradossalmente, approda a un anticonformismo moderato, sintomo di una società – anche in seno agli stessi gay – che vede l’omologazione come sinonimo di integrazione.
Pilar López de Ayala e Lambert Wilson in una scena di Baby LoveGarenq si adagia su questo alibi per confezionare la sua commediola flebile e simpatica, che tratta ogni giravolta narrativa ed etica con più garbo possibile (e un filo d’ipocrisia), ma trascurando i reali nodi che quei dilemmi comportano, sfruttando la banalità dei risvolti sentimentali e calcando la mano con un po’ di enfasi sui toni drammatici, qua e là presenti, anche se, quando nella seconda parte, si raccontano i giochi di seduzione e gli equivoci di Fina, il film sembra un po’ più simpatico, per cadere nell’ovvio e conciliante (e irreale) finale.

Pascal Elbé, Lambert Wilson e Pilar López de Ayala in Baby LoveLa sceneggiatura è tutta basata sul sostrato da rotocalco della storia, più favoletta che commedia d’attualità, con meccanismi e sviluppi decisamente prevedibili; la forma è sciatta e tirata via ma Garenq, minuto dopo minuto, acquista sicurezza e un certo ritmo e salva il salvabile. E inoltre sa dirigere gli attori, specie i protagonisti, simpatici e affidabili, soprattutto la deliziosa Pilar Lòpez de Ayala che tiene testa all’esperto Lambert Wilson (piuttosto inutile invece l’apporto di Pascal Elbé). Di solito, quando vediamo i nostri film di costume, siamo sempre invidiosi di ciò che – sullo stesso campo – fanno all’estero. Questa volta, non abbiamo nemmeno questa consolazione.


La locandina di Baby LoveTitolo: Baby Love (Comme les autres)
Regia: Vincent Garenq
Sceneggiatura: Vincent Garenq
Fotografia: Jean-Claude Larrieu
Interpreti: Lambert Wilson, Pilar López de Ayala, Pascal Elbé, Anne Brochet, Andrée Damant, Florence Darel, Marc Duret, Liliane Cebrian, Luis Jaime Cortez, Catherine Erhardy, Eriq Ebouaney, Catherine Alcover, Nadège Beausson-Diagne
Nazionalità: Francia, 2008
Durata: 1h. 33′


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