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"Banat" di Adriano Valerio

5 settembre 2015 Recensioni 0 Commenti
Festival di Venezia 2015

01 Distribution, ancora inedito – Orizzontale

Ivo e Clara si conoscono per coincidenza nell’appartamento della signora Nitti, in cui lui è l’affittuario uscente dai tempi dilatati, che sembra non dover partire mai e lei la nuova inquilina, precoce all’arrivo ma frenata nella partenza. La divergenza dei loro tempi consente una prima conoscenza che è già l’antipodo di una fiorente storia…


Adriano Valerio racconta un viaggio al contrario: due trentenni indipendenti e capaci si trasferiscono dall’Italia alla Romania per realizzare le proprie ambizioni lavorative e personali piuttosto che restare nella meta per antonomasia, la terra dei miracoli per i migranti che dall’Est e dall’Africa scelgono di raggiungere per trovare nuove opportunità. I nostri due protagonisti invece sono l’esempio più lampante di una generazione disorientata, che non solo non riconosce più le proprie radici, ma teme anche nuovi approdi. Ivo in particolar modo rimanda con ogni scusa possibile l’eventuale partenza, ma poi pare giungere a una stabilità seppur sempre effimera, Clara invece si presenta risoluta con le idee chiare, pronta a ricominciare tutto dopo una storia finita, ma la situazione sociale precaria di un’Italia sfiduciata la mette nella condizione di perdere il lavoro creando un’impasse nelle sue aspettative. Così alle due anime perdute non resta che unire le proprie forze in un paese che sembra più ospitale del proprio.

Il film sviluppa questa trama dell’involuzione esistenziale e resistenziale, con una linearità che si appiattisce nell’orizzontalità più scialba. Lenti i dialoghi, lenti i tempi, lenti i movimenti di macchina, tutto si dilata oltre l’ordinarietà. È uno scorrere e basta, senza coinvolgimenti, senza contrasti, senza momenti di luce e colore, Banat è un viaggio nel grigiore. L’unica sfumatura rosea è l’amore che sboccia, ma lo stesso sentimento appare destrutturato, non si coglie l’inizio e la forza. Gli stessi protagonisti sono poco caratterizzati, quasi non ci riguardano, ci alienano, così come tutto il film. È una parentesi di vita svolta senza una dimensione precisa, senza reali aspettative, in una terra dimenticata che si riaccende di una flebile speranza da chi procede in direzione “rassegnata” e contraria.


La locandinaTitolo: Banat (Il viaggio)
Regia: Adriano Valerio
Sceneggiatura: Adriano Valerio, Ezio Abbate
Fotografia: Jonathan Ricquebourg
Interpreti: Edoardo Gabbriellini, Elena Radonicich, Stefan Velniciuc, Piera Degli Esposti, Ovanes Torosyan
Nazionalità: Italia – Romania – Bulgaria – Macedonia, 2015
Durata: 1h. 24′


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