"Bride Wars" di Gary Winick
20th Century Fox, 20 Febbraio 2009 – Insopportabile
Liv ed Emma sono amiche da sempre, tanto da aver immaginato il matrimonio uguale in cui l’una è la damigella dell’altra. Ma quando, per un errore burocratico, le due si ritroveranno a sposarsi lo stesso giorno alla stessa ora nello stesso luogo, dovranno battagliare per vedere chi la spunterà…
Sul presupposto che il matrimonio è il giorno più importante nella vita di una ragazza sono stati costruiti milioni di film, di solito sempre più o meno uguali: tanto uguali che adesso si deve lavorare di variazione, con tutte le possibili sfaccettature del caso. Così, il matrimonio diventa così importante da scatenare una sorta di guerra. E’ giunto il momento, e non che se ne sentisse la mancanza, di parlare anche di questo, e così Gary Winick, regista già del niente affatto memorabile 30 anni in un secondo – decide di dedicare un’intera pellicola alla rivalità tra due donzelle all’altare. Film francamente insulso, che infastidisce non poco.
Uno spunto simile a La Guerra dei Roses per una commedia pseudo-sentimentale scritta da Greg DePaul, Casey Wilson e June Diane Raphael che vorrebbe mescolare i toni zuccherosi e romantici con la cattiveria tutta al femminile di alcune commedie classiche, ma che riesce solo a mettere in scena i peggiori luoghi comuni del genere e del suo pubblico. E anche su quale sia il suo pubblico ci si dovrebbe interrogare: perché nel raccontare questo mondo alto-borghese, dove il lusso e le follie consumistiche mascherano un anacronismo di fondo dove le donne e i loro bisogni sembrano sostanzialmente fermi agli anni ’50, il film si rivolge a qualcuno che non esiste, visto che – almeno in Italia – il mondo ideologico e materiale, fatto di wedding planner e abiti di Vera Wang è ancora fantasia radical-chic.
Quello che non è per nulla lontano, e rappresenta il vero limite del film di Winick, è nella misoginia con cui mette in scena le donne, il loro modo di vivere, il modo di comportarsi rispetto ai propri obiettivi, e soprattutto la rappresentazione di un mondo dove il perdente è sempre tale, e deve piegarsi al vincente, ma senza astio, anzi, fingendo che gli va bene, che quello è il suo posto, potendosi beare della stima del vincente. Questo determinismo sociale informa della sua ottusità l’intera sceneggiatura, che perde fin troppo tempo a sbozzare con l’accetta i suoi personaggi (facendo finta di dargli sfumature) piuttosto che costruire gag, situazioni divertenti, o avere qualche idea narrativa, perché di sicuro non ci può pensare Winick, che oltre a mettere qualche canzoncina nel girato non ha un’idea chiara di cosa significhi “regia”: né per ritmo, né per brio, né per gestione dello spazio e delle inquadrature. Si limita a gestire il traffico di attori, su cui dovrebbero dominare le protagoniste: ma mentre Anne Hathaway non fa dimenticare di essere un’ottima attrice, straordinariamente espressiva, Kate Hudson sembra la versione slavata di sua madre, con innesti chirurgici degni di Jennifer Lopez. E’ uno di quei casi in cui, per una volta, non ti dispiace essere italiano, o almeno non statunitense.
Titolo: Bride Wars – La mia migliore nemica (Bride Wars)
Regia: Gary Winick
Sceneggiatura: Greg DePaul, Casey Wilson, June Diane Raphael
Fotografia: Frederick Elmes
Interpreti: Kate Hudson, Anne Hathaway, Bryan Greenberg, Chris Pratt, Steve Howey, Candice Bergen, Kristen Johnston, Michael Arden, Victor Slezak, Kelly Coffield, John Pankow, Zoe O’Grady, Shannon Ferber, Charles Bernard
Nazionalità: USA, 2009
Durata: 1h. 29′
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