"Buben, baraban" di Aleksei Mizgiryov
Inedito in Italia – Pessimista
Una donna, professione bibliotecaria, conduce un’esistenza monotona e triste. Incontra un uomo che le fa pensare di poter cambiare vita, ma il risveglio dal sogno è brusco e ancor più doloroso. La Russia anni 90 – fredda, triste e corrotta – non è luogo di speranza…
Una vicenda molto semplice, la storia di una vita resa mediocre dal tempo, fatta di compromessi non desiderati ma ai quali ci si è abbandonati per bisogno e perché si vive in un luogo in cui, appunto, il compromesso e la corruzione sono la regola. Le atmosfere sono fredde, i sentimenti trattenuti. La stessa protagonista del film, Natalia Negodova, si lascia vivere senza sorridere mai. Quando conosce l’uomo che la potrebbe salvare il suo viso si illumina, discretamente, di un piccolo, impercettibile, sorriso. Basta quello, tuttavia, a rimarcare la differenza, a raccontare la nascita di una speranza. Così come viene descritto in modo sobrio un momento di felicità, così in modo misurato viene descritta la ricaduta nello stato di mediocrità alla quale la donna si era ritrovata.
Questo è il merito principale del film, quello di essere stato in grado di descrivere delle situazioni drammatiche in modo sobrio, senza fronzoli, e nello stesso tempo senza cadute di ritmo. Ed è questo, probabilmente, che ha colpito la giuria del 62° Festival di Locarno, che lo ha premiato con il Premio Speciale della Giuria e il Premio Per la Miglior Regia.
Titolo: Buben, baraban
Regia: Aleksei Mizgiryov
Sceneggiatura: Aleksei Mizgiryov Fotografia: Vadim Deev
Interpreti: Natalia Negoda, Dmitry Kulichkov, Yelena Lyadova, Sergei Neudachin, Eleonora Ilchenko, Liubomiras Lauciavicius
Nazionalità: Russia, 2009
Durata: 1h. 45′
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