"Captivity" di Roland Joffé

FilmAuro, 31 Agosto 2007 – Mediocre
Jennifer Tree è una modella e attrice il cui volto tapezza le strade di tutta la città e che un giorno viene drogata e rapita. Accanto alla sua cella ce n’è un’altra, in cui è rinchiuso un autista. Ben presto entrambi affidano all’altro le proprie speranze di libertà, ma il loro rapitore sembra sempre un passo avanti a loro…
Non fosse per la presenza di un volto noto come Elisha Cuthbert, Captivity passerebbe largamente inosservato nel filone dei torture-porn horror, e probabilmente non sarebbe neanche mai arrivato fino a noi. E’ comunque evidente che la bella protagonista de La ragazza della porta accanto non è ancora in grado di sostenere un film impegnativo sulle proprie spalle. Per quanto in questo caso non ci sia molto da sostenere…
La sceneggiatura di Larry Cohen e Joseph Tura è quanto di più scontato si possa immaginare; in più, sviluppa in maniera davvero ridicola le indagini della polizia e presenta alcune soluzioni per impedire ai protagonisti di fuggire che fanno sorridere da tanto sono ingenue. Il momento peggiore è però la scena d’amore con il vetro in mezzo ai due prigionieri, che si inserisce nella classifica dei momenti più trash dell’anno. E anche se si dimostra interessante la scelta di far cambiare d’abito alla protagonista ogni giorno – quasi a volerle dare un barlume di normalità – ed è molto bella quella del fumetto-fotoromanzo che il killer mette insieme pian piano, non si può proprio dire che il film sia ben scritto. Come spesso accade, poi, il finale delude: la “soluzione dell’enigma” lascia perplessi e una scelta di casting particolare rende prevedibile lo sviluppo.
Roland Joffé, scelta curiosa per il ruolo di regista di un progetto come questo, si avvale del buon lavoro di montaggio di Richard Nord e non indugia sugli effetti truculenti come invece fanno tanti altri film dello stesso genere, e come forse ci si aspettava vista la campagna promozionale. Ma l’insuccesso economico cui la pellicola è andata incontro in Patria è la dimostrazione di come la moda del torture-porn sia arrivata al termine dalla sua breve ma intensa corsa.
Ormai siamo assuefatti al genere, ed è da tempo evidente che ciò che ha portato al successo di Saw – l’unico film di questo tipo ad aver realmente sbancato i botteghini – è stato il finale a sorpresa che ha mandato fuori di testa i ragazzini di mezzo mondo. Qualunque versione sofisticata di queste pellicole è destinata all’insuccesso, perché il pubblico che ne può essere interessato non è in grado di afferrarne la complessità. Anche in casi molto più riusciti di questo.
Titolo: Captivity (Id.)
Regia: Roland Joffé
Sceneggiatura: Larry Cohen, Joseph Tura
Fotografia: Daniel Pearl
Interpreti: Elisha Cuthbert, Daniel Gilles, Pruitt Taylor Vince, Michael Harney, Laz Alonso, Maggie Damon, Chrysta Olsen, Carl Poli, Trent Broin, Olivia Negron, Elijah Runcorn, Remy Thorne
Nazionalità: USA – Russia, 2007
Durata: 1h. 32′
scusami alberto
ma io non ci credo che roland joffe abbia diretto un film così bruttino
dirige film eccezzionali come urla dal silenzio e the mission e poi li esce fuori na cosa così
mah…
Eh… Per lui vale lo stesso discorso di Giuseppe Bertolucci: nel 2007 aveva 62 anni e non dirigeva un film per il cinema dal 2000. Come diceva Italo Svevo, senilità.