"Caterina va in città " di Paolo Virzì
Fabio Greco, 14 Novembre 2003: Consueto |
01 Distribution, 24 Ottobre 2003
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La tredicenne Caterina si trasferisce dalla campagna laziale a Roma, dove scopre un mondo che gira veloce e categorico. Il cambiamento sarà per lei motivo di crescita e la costringerà ad aprire gli occhi sulla sua famiglia e sulla realtà , poco sincera, della vita…
Feroce e amara come ogni commedia in cui si ride e al contempo si sta male per le vigliaccherie e le arroganze in cui è difficile non riconoscersi, Caterina va in città conferma che il cinema italiano attraversa un momento dignitosissimo, forte di ispirati miniaturisti del set come Sergio Castellitto e Margherita Buy, o il sorprendente Claudio Amendola che per mettere allo spiedo il suo uomo politico deve essersi preparato da Bruno Vespa.
E’ facile notare come, effettivamente, Paolo Virzì rispolveri il canovaccio usato per tutti i suoi precedenti film: quello dell’incontro-scontro tra mondi diversi. Da una parte la gente cosiddetta “normale” e dall’altra i privilegiati: politici, scrittori, vip. Gli eletti e gli esclusi. Viene da pensare che il filone “romanzo di formazione” sia pressoché esaurito, invece i giovani, meglio ancora se puri e sognatori, troveranno sempre una società capace il più delle volte soltanto di deluderli, gli adulti avranno come al solito una calcolatrice al posto del cuore, la provincia resterà inadeguata e la metropoli caoticamente straniante. Meglio coltivare il proprio orticello che cercare di entrare in un mondo che non è il proprio, perché ci si scotta e si finisce per soffrire (la morale di Ovosodo, per esempio?). Sarebbe, forse, curioso e fruttuoso spostare l’occhio verso territori inesplorati.
All’interno di un ritratto dolcemente ironico della Roma bene, i veri protagonisti rimangono le persone comuni e il loro sentimento di esclusione e frustrazione che, come una “malattia nuova”, diffondendosi tra gli italiani, li rende sempre più platea televisiva dove ognuno «spia con invidia le presunte fortune degli altri e nel suo piccolo attende il proprio turno per esibirsi». E’ il personaggio di Sergio Castellitto a dare voce a questo sentimento di fiero rancore, e la sua progressiva rovina farà da contraltare al viaggio di Caterina alla scoperta della città , che la vedrà infine vincente nonostante non riesca a confezionare se stessa come socialmente richiesto.
Resta difficile dare un giudizio a questa altalenante pellicola: da un lato la storia si carica di cliché e in molti punti è troppo simile ai precedenti capitoli della filmografia del regista; da un altro il film è ricco di spunti e di un umorismo arguto e maturo che dà vita ad una carrellata di personaggi e di situazioni al limite del grottesco; da un altro ancora gli attori sono bravissimi – Castellitto su tutti – e la giovane Alice Teghil è una bella sorpresa. Va detto anche che il film è impreziosito dalla presenza amichevole di Roberto Benigni, Michele Placido, dall’ex-ministro Giovanna Melandri e Maurizio Costanzo… Ma davvero ho detto impreziosito…?
Titolo: Caterina va in cittÃ
Regia: Paolo Virzì
Sceneggiatura: Paolo Virzì, Francesco Bruni
Fotografia: Arnaldo Catinari
Interpreti: Alice Teghil, Sergio Castellitto, Margherita Buy, Claudio Amendola, Federica Sbrenna, Margherita Mazzola, Carolina Iaquaniello, Martina Taschetta, Galatea Ranzi, Paola Tiziana Cruciani, Flavio Bucci, Antonio Carnevale
Nazionalità : Italia, 2003
Durata: 1h. 45′
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