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"Confidenze troppo intime" di Patrice Leconte

3 dicembre 2004 Recensioni 0 Commenti
Luciana Morelli, 3 Dicembre 2004: Raffinato
Lucky Red, 3 Dicembre 2004

Avendo sbagliato porta, Anna finisce per raccontare i suoi problemi matrimoniali a un consulente finanziario. Colpito e anche un po’ intrigato, l’uomo non ha il coraggio di rivelarle la verità. Incontro dopo incontro, si instaura tra di loro uno strano rituale…


Adorate i sentimentalismi che non siano sdolcinati? Amate la sottile sensualità ed i film in grado di sussurrare erotismo senza mai essere in alcun modo espliciti? Vi piacciono gli imprevisti e vi intrigano gli incontri strani della vita? Bene, allora Confidenze troppo intime è il film che fa per voi. Una storia che gioca sulle coincidenze, sul delicato equilibrio che si instaura spesso tra due sconosciuti che in fondo, pur volendolo nascondere, hanno le stesse paure e gli stessi reconditi desideri.

L’insoddisfazione per una donna è la cosa più difficile da confessare, la solitudine è spesso impossibile da raccontare ma c’è un frangente, forse davvero l’unico caso, in cui tutto diventa più facile: quando si va da uno psichiatra convincendosi del fatto che prima di tutto si ha di fronte un medico e non un uomo qualunque; allora tutto assume un sapore diverso, ci si apre e ci si confida. Il problema però nasce quando Anna (Sandrine Bonnaire) scopre di aver raccontato tutta la propria vita – fin nei particolari più intimi – a quello che lei pensava fosse un medico ed invece è un avvocato fiscalista che ha lo studio dall’altra parte del corridoio e non ha avuto il coraggio di chiarire il malinteso. Anzi, sembra che William (Fabrice Luchini) ci stia prendendo sempre più gusto e che si senta morbosamente attratto dai frequenti appuntamenti che Anna gli richiede per liberarsi e confidarsi con lui. Come reagirà la donna quando verrà a scoprire che il Dottor Monnier in realtà ha lo studio dietro un’altra porta?

Elegante e divertente, un film che strizza l’occhio al noir d’altri tempi e possiede molti più elementi del thriller psicologico rispetto a quelli della commedia sentimentale. Girato quasi esclusivamente all’interno di una stanza, il film gioca molto sui silenzi, sugli equivoci, sui gesti e sugli sguardi accattivanti dei due protagonisti, sulle inquadrature lente ed imprecise talvolta ravvivate da messe a fuoco improvvise che cambiano il punto di osservazione dello spettatore guidandolo nella “lettura” dei particolari. I due attori sono assolutamente impareggiabili, lui sin dalle prime immagini non fa che perdersi nella sua straordinaria mimica facciale e nelle sue espressioni da idiota e lei, una meravigliosa e solare Sandrine Bonnaire, in un ruolo semplicemente delizioso avvolto per tutto il film da un alone di mistero e da un aulico velo di erotismo. I due si scoprono, si fuggono e si rincorrono con un’innocenza ed una sbadataggine che sembra non appartenere ai nostri tempi.

Personaggi perfettamente orchestrati, anche quelli di minore importanza come lo psichiatra, l’ex fidanzata di William e la segretaria, hanno dato un contributo non indifferente alla riuscita di questa pellicola che però – come accadde per L’uomo del treno – nel finale scade in una faciloneria che non si allinea assolutamente con il blando ed intrigante ritmo di narrazione che aveva accompagnato tutto il film. Una storia – quella dello scambio di porta – che il cinema ha sempre sfruttato alla grande ma a cui raramente è riuscito a donare un senso compiuto ed una verve così spiccata. Tutto merito dello sceneggiatore Jerome Tonnerre e del regista Patrice Leconte, che è riuscito ancora una volta – ed in spazi sempre più stretti – a creare quella indispensabile magica alchimia tra lui e gli attori e tra i due protagonisti stessi – intrappolando l’occhio di chi guarda in una rete di sofisticatezza da cui è difficile liberarsi.

Sarebbe un peccato perdersi una coppia così brillante di attori che si prende sul serio ed in giro allo stesso tempo con una bravura quasi spiazzante.


Titolo: Confidenze troppo intime (Confidences trop intimes)
Regia: Patrice Lenconte
Sceneggiatura: Jérôme Tonnere
Fotografia: Eduardo Serra
Interpreti: Fabrice Luchini, Sandrine Bonnaire, Michel Duchaussay, Anne Brochet, Gilbert Melki, Laurent Gamelon, Hélèn Surgère, Urbain Cancelier, Isabelle Petit-Jacques, Véronique Kapoian, Benoît Petre, Alberto Simono
Nazionalità: Francia, 2004
Durata: 1h. 44′


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