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"Contagion" di Steven Soderbergh

3 settembre 2011 Recensioni 9 Commenti
Alberto Cassani, 3 Settembre 2011: Angosciante
Warner Bros, 9 Settembre 2011

Una donna muore pochi giorni dopo essere tornata in Wisconsin da Hong Kong. Lo stesso giorno, un uomo muore su un autobus di Tokyo. E’ l’inizio della diffusione di un virus sconosciuto, dall’incubazione velocissima e in grado di contagiare un miliardo di persone nel giro di un mese…


Presentato fuori concorso al Festival di Venezia 2011, Contagion si dimostra un film solido e ben realizzato, capace di appassionare lo spettatore fin dall’inizio e non lasciarlo distrarre fino alla fine. L’incedere del contagio riesce ad angosciare, grazie anche alle incalzanti musiche di Cliff Martinez ma grazie soprattutto al ritmo che Soderbergh ha dato alla pellicola e alle tempistiche con cui la sceneggiatura di Burns rivela certi dettagli. Certo, è un film di genere che si prende pochissime libertà sulle regole specifiche e non dice niente che altri non avessero già detto, ma lo fa con grande efficacia e lasciando volutamente qualche dubbio nella mente dello spettatore.

Dal canto suo, Soderbergh è bravo a lasciare da parte le parole e raccontare solo per immagini alcuni risvolti della trama, cadendo però nell’ingenuità di utilizzare i telegiornali per spiegarne altri. Inoltre non si fa problemi a sfruttare i nomi grossi del suo cast secondo le necessità del film, senza preoccuparsi dei loro fan. I meriti maggiori risiedono però nella sceneggiatura di Scott Burns (The Informant, Bourne Ultimatum), che non solo ha il giusto ritmo di cui si parlava più sopra, ma costruisce personaggi interessanti e riesce a rendere sempre chiara la situazione medica. Sia Soderbergh sia Burns, ben consci di ciò che potevano e non potevano permettersi in un film come questo, gestiscono senza strafare il materiale – senza «agitare le braccia davanti agli spettatori», come disse Soderbergh ai tempi di Erin Brockovich – e danno vita a una pellicola avvincente e senz’altro meritevole di un applauso convinto.


Titolo: Contagion (Id.)
Regia: Steven Soderbergh
Sceneggiatura: Scott Z. Burns
Fotografia: Peter Andrews (alias Steven Soderbergh)
Interpreti: Matt Damon, Jude Law, Kate Winslet, Laurence Fishburne, Marion Cotillard, Gwyneth Paltrow, Sanaa Lathan, Elliott Gould, Monique Gabriela Curnen, Anna Jacoby-Heron, Armin Rohde, Anna Jacoby-Heron
Nazionalità: USA – Emirati Arabi, 2011
Durata: 1h. 45′


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Attualmente ci sono 9 commenti a questo articolo:

  1. Sebastiano ha detto:

    Ho notato che i film presentati a Venezia schierano cast impressionanti.
    Comunque, possiamo dire finalmente “bentornato Soderbergh”? E’ dai tempi di Traffic che non mi ha piu’ convinto.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    I film di Hollywood che arrivano a Venezia hanno sempre un cast importante, perché l’aspetto glamour in certi casi al Festival importa di più, è vero però che quest’anno ci sono film di alto livello più corali rispetto alle abitudini degli anni passati. Devo comunque dire che finora il concorso mi è parso decisamente sotto tono, pur spesso tutt’altro che disprezzabile, con le eccezioni dei bellissimi “Shame” e “Poulet aux prunes”.

  3. Plissken ha detto:

    La recensione mi ha decisamente sorpreso, in quanto ritenevo fosse difficile presentare qualcosa di avvincente sull’argomento, decisamente inflazionato e saccheggiato a più mani anche dai B e TV movies.

    Buono a sapersi…

  4. Alberto Cassani ha detto:

    E’ il classico film che si può definire “solido”. E’ chiaro che non ci si deve aspettare nulla di nuovo, ma qualche aspetto tutto sommato moderno della sceneggiatura lo impreziosisce.

  5. Plissken ha detto:

    Muy bien allora. Lieto di appurare che da questa mostra di Venezia qualche boccata d’ossigeno arrivi.
    Dopo un’estate più “arida” del solito si prospetta un autunno perlomeno decente…

  6. Plissken ha detto:

    Visto. A differenza della stragrande maggioranza dei film in argomento, mi sembra che il regista abbia rinunciato a ricorrere ad espedienti volti al “catastrofismo” fine a se stesso, ma abbia tenuto un approccio volto ad un certo “realismo”: forse è proprio questo che rende la pellicola “angosciante”, nonostante non vi siano “picchi” sovente riscontrabili in altri film in tema.

    Si discosta ovviamente in toto da pellicole in cui le epidemie fungono da pretesto per ambientare la storia (Io sono leggenda o i vari zombie movies) e nella fattispecie potrebbe ricordare “Virus letale”, dal quale (per fortuna) secondo me si discosta per le qualità descritte in recensione. Insomma nel mio piccolo concordo con il giudizio positivo.

    Mi è piaciuta la parte inerente i tentativi per riconoscere e debellare il virus, che ad un profano come il sottoscritto hanno dato parvenza “scientifica” all’insieme. In questo aspetto mi ricorda vagamente un altro avvincente film in tema degli anni ’70, il mitico e forse non abbastanza apprezzato “Andromeda”.

    Mi sono sembrate buone le prove degli attori, soprattutto la Winslet (che sembra migliorare con l’età) e Fishburne.

  7. Andrea ha detto:

    Io non concordo affatto con la recensione. L’ho trovato piatto (a dispetto della tematica oserei dire asettico) e non mi ha trasmesso nessuna emozione. Un film corale senza cuore. Delusione

  8. Alberto Cassani ha detto:

    In un certo senso è vero che è un film senza cuore, perché è un film cerebrale, che non fa leva sulle emozioni diretta quanto sulle riflessioni che porta lo spettatore a fare. Però a me è parso tutt’altro che piatto.

  9. Marco ha detto:

    Concordo in toto con la recensione. Regia e sceneggiatura riescono ad appassionare totalmente lo spettatore. Attori tutti bravi anche se ho trovato Law sottotono o comunque il suo personaggio non mi ha entusiasmato più di tanto. Meritevole di una visione.

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